Bewi Amateur. Gli esposimetri della generazione successiva, intorno agli anni '60, erano dotati di un doppio indice: l'ago mobile collegato con il sensore al selenio sensibile alla luce, e un controindice. L'utente doveva far collimare quest'ultimo all'ago, girando una rotella, e poteva quindi leggere la combinazione di tempo e diaframma da utilizzare. Nel caso di questo Bewi siamo in una situazione più primordiale: manca il controindice e c'è solo l'ago mobile. Di conseguenza il fotografo deve dapprima ruotare il pomello dorato (ghiera della sensibilità) in modo da scoprire il valore corretto della sensibilità della pellicola che sta utilizzando (25 Asa nell'esempio); poi deve leggere il numero dove si è posizionato l'ago rosso (12) e infine deve ruotare la ghiera esterna (ghiera dell'esposizione, che sporge appena dal corpo dell'esposimetro) fin tanto che nella finestrella nera appare lo stesso numero (12). Dato che anche la ghiera bianca (tempi) ruota solidale al numero nero - mentre quella dorata dei diaframmi è fissa - a questo punto si può scegliere la coppia tempo-diaframma che si desidera, per esempio 1/250 con f/5.6 oppure 1/500 con f/4 o qualunque altra coppia. Non è chiaro il significato della finestrella a destra; i numeri rossi che vi compaiono (13 nell'esempio) sono solidali alla ghiera dell'esposizione e quindi anche ai tempi. Dal momento che questi numeri coincidono con quelli neri (cioè il nostro 12) se gli Asa sono 12, la spiegazione che mi sono dato è che si tratti di una "scorciatoia" se si usa una pellicola da 12 Asa, probabilmente al tempo la più diffusa: in questo caso non serve ricordarsi di regolare la ghiera delle sensibilità, e basta ruotare solo la ghiera dell'esposizione facendo apparire nella finestra di destra il numero indicato dall'ago. |