Andora. L'ultimo gruppo di immagini non riguarda (non ancora?) una ciclopista, ma la Andora-San Lorenzo, chiusa a fine novembre 2016 (il racconto), a cui sono tornato in una lucente giornata di febbraio 2017. In stazione di Andora la bici riposa di fronte ai binari in parte già smantellati. |
Cervo. Lascio la bici alla fine della passeggiata di Andora, come avevo fatto mille altre volte con la ferrovia in esercizio, e poi percorro a piedi tutta la linea fino a Cervo. E' l'occasione per fotografare anche l'interno della galleria Torre, di 188 m: dopo il breve tratto iniziale, la sezione si amplia in una più circolare, che segue la stretta curva, scandita dalle nicchie. |
Cervo. Ma soprattutto ci tenevo a documentare questa singolare epoca di mezzo con la linea aerea già smantellata, ma con il binario ancora al suo posto, arrugginito e silente. Ecco il mare, come lo si vede dalla successiva galleria di Cervo, che non avevo mai percorso a piedi prima d'ora. |
Cervo. La celeberrima "esse" del binario, con il portale della galleria Torre che si intravede dietro la curva. |
Cervo. La spiaggia sotto il borgo e il binario che la segue. A metà marzo scopro di aver fatto bene a tornare: con singolare solerzia, il disarmo della linea è completato e le rotaie spariscono per sempre dal panorama di Cervo. |
Nuovo! Cervo. Nell'estate 2017, la prima senza più il treno a Cervo, mi sento come in dovere di tornare lungo la linea a cercarne gli sguardi sopravvissuti. Il mare luccica nel mattino, contro la massicciata che ha ancora l'impronta delle traverse. |
Nuovo! Cervo. Nello stesso punto, alzo lo sguardo verso ponente: la galleria Torre è appena dietro la roccia. |
Nuovo! Cervo. Lo scenario più ameno mi si presenta dal portale della galleria di Cervo, con il Capo Berta a chiudere l'orizzonte. |
Nuovo! Cervo. L'estetica semplice ed elegante del portale est della galleria Cervo, contro l'azzurro limpido dell'acqua. |
Nuovo! Diano Marina. Anche se per tutta questa raccolta, come di consueto, ho scelto di far prevalere il bello e il ben valorizzato, non posso non testimoniare quanto sia facile e veloce il degrado di una ferrovia abbandonata, là dove nessuna cura è posta a tutela della cosa pubblica. Tre anni dopo la chiusura, la stazione di Diano Marina è una giungla ostile e desolata, e la bici ha solo voglia di andarsene via. |
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