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Questa sezione presenta locomotive, elettromotrici e automotrici FS, adatte allo screensaver MM.

Locomotive a vapore
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FS 880   
Una "classica" tra le locotender FS, realizzata tra il 1916 e il 1922 come versione a vapore surriscaldato della precedente 875. E' arrivata sino alla fine dell'epoca del vapore regolare, con gli ultimi servizi intorno a Cuneo, soprattutto sulla Saluzzo-Airasca, e a Novara. L'ultima unità in servizio è usata per i treni storici facenti capo alla rimessa di Tirano.
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FS 940   
Nota: questa macchina appare come locomotiva Diesel nel file INI, perché in questo modo è possibile vedere la locomotiva che si attesta al treno per creare una doppia trazione o viene scartata dal treno stesso (nello screensaver MM le macchine a vapore non fanno mai queste manovre, perché il "fumo" non è molto realistico quando una locomotiva si ferma).
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FS 460 (ex G8.1 prussiana)   
Molte locomotive tedesche e austriache arrivarono in Italia a causa della Prima Guerra Mondiale. Parte di esse - principalmente austriache - erano recuperate nei territori annessi dell'Alto Adige e della Venezia Giulia. La maggioranza delle macchine tedesche, tuttavia, arrivò nel 1919, come conseguenza del trattato di pace. Si trattava di alcune vecchie locomotive, ma anche di un gran numero di unità di nuova costruzione, che si rivelarono preziose per le FS. Uno dei gruppi migliori era rappresentato dalle prussiane G 8.1, classificate dalle FS come 460.
Le 460 sono ricordate fra le migliori locomotive a vapore per treni merci che abbiano mai viaggiato sui binari italiani! 45 unità furono usate fino al 1959, principalmente in Emilia e soprattutto sulla Bologna-Piacenza e Bologna-Pistoia (il carico assiale di 17.5 t impediva l'utilizzo sulle linee minori).
Disegnata sulla base della DB G 8.1 originale di Nikolaus Mohr.
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FS 740   
Una nuova locomotiva a vapore: non poteva essere altro se non una 740, la più classica locomotiva italiana per treni merci!
Quando si costituirono le FS, nel 1905, l'Ufficio Studi di Firenze progettò dodici tipi standard di locomotive a vapore, che avrebbero dovuto coprire tutte le esigenze di questo tipo di trazione. Coerentemente con la pratica del tempo, la maggior parte di questi tipi era a doppia espansione. Solo pochi anni più tardi, tuttavia, l'introduzione del surriscaldamento, avrebbe reso rapidamente obsoleto il motore a doppia espansione, tecnicamente più complesso. Di conseguenza, da ciascun progetto a doppia espansione si sviluppò un equivalente a semplice espansione e vapore surriscaldato: sulla base della 730 (a doppia espansione) venne pertanto impostata la 740 (surriscaldata).
Tra il 1911 e il 1923, venne costruito un totale di 470 macchine, rendendo questo gruppo il più numeroso tra le locomotive a vapore FS. 470 unità possono sembrare poche, se confrontate con le migliaia di unità di molti gruppi tedeschi, ma la domanda di locomotive a vapore era in Italia alquanto minore che in Germania, a causa della rete più piccola, del livello di industrializzazione allora minore e, non ultimo per importanza, dei grandi successi ottenuti nel frattempo con la trazione elettrica.
Le 740 furono usate quotidianamente fino alla metà degli anni '70 e rappresentano tuttora la maggior parte delle macchine a vapore preservate per servizi speciali.
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FS 683 Franco-Crosti (1955)   
Sebbene in Italia la costruzione di nuove locomotive a vapore si sia conclusa abbastanza precocemente, a causa delle importanti elettrificazione, prima in trifase e poi in continua, nuove tecnologie per la macchina a vapore furono comunque introdotte, per migliorare le locomotive esistenti. Due delle più importanti innovazioni degli anni Venti e Trenta sono costituite dalla distribuzione Caprotti e dal sistema Franco-Crosti.
La distribuzione a valvole Caprotti fu inizialmente sperimentata nel 1923 su quattro 685 (serie .700) e quindi utilizzata sia per le nuove costruzioni (trenta 685 di quinta serie, così come altri gruppi, quali le 746 e le 744), sia per la ricostruzione di vecchie locomotive a doppia espansione (680, trasformate in 685; 600 e 630 trasformate in 625 e 640, e altre).
Il sistema Franco-Crosti era un innovativo apparato per il preriscaldamento, che usava tanto i gas di scarico quanto il vapore esausto per riscaldare l'acqua, prima di introdurla nella caldaia. Questo, insieme ad altri miglioramenti, portava ad un risparmio di carbone che poteva arrivare al 15-20%.
Il sistema Franco-Crosti non passava inosservato: i preriscaldatori, di dimensioni paragonabili a quelle della caldaia, avrebbero modificato sensibilmente l'estetica di qualunque macchina; per i primi esperimenti, si ebbe allora l'idea di mascherare i preriscaldatori con una carenatura integrale: cinque 685 della quinta serie (dunque già dotate di distribuzione Caprotti) furono trasformate in locomotive Franco-Crosti carenate nel 1940-41. Ma la moda delle carenature aerodinamiche, che così tanto caratterizzò l'Europa alla fine degli anni Trenta, si coniugava a fatica con le esigenze di manutenzione delle locomotive a vapore, specie se estesa a ruote e cilindri. Dopo la guerra, la carenatura fu rimossa... ma non del tutto, dando origine a uno degli aspetti più curiosi fra tutte le locomotive italiane. Le cinque locomotive, nel frattempo classificate 683, furono usate fin verso il 1962.
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Locomotive da manovra
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FS 206 Sogliola   
Gli automotori "Sogliola" risalgono agli anni '40 e sono destinati alle manovre leggere. Sono scomparsi nei primi anni '80, in seguito all'arrivo delle moderne unità del gruppo 214.
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Locomotive elettriche
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FS E.626 (1936)   
nella colorazione castano e grigio pietra, applicata alla metà degli anni '30, prima dell'introduzione del castano-Isabella. Ricolorata da Roberto Andresini.
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FS E.646.035   
Locomotiva in livrea blu e celeste per il Treno Azzurro. Leggermente rielaborata rispetto a quella originale dello screensaver MM, e con un più vasto assortimento di treni trainati.
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Locomotive elettriche trifase
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FS E.550   
E.550, che negli anni '10 rivoluzionò il servizio merci dal porto di Genova
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FS E.330   
Una pietra miliare nel campo della trazione trifase. Realizzata in 16 unità dalla Westinghouse di Vado Ligure (con parte meccanica Breda per 8 unità) e consegnata nel 1914, è stata la prima locomotiva trifase dotata di quattro velocità di regime (37, 50, 75, 100 km/h) con pieno sfruttamento dei motori a tutte le velocità.
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FS E.330 (1914 - livrea fotografica)   
così come fotografata nello stabilimento Westinghouse di Vado Ligure.
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FS E.330 (1920)   
Versione nella livrea nera originale anteriore agli anni '30, realizzata da Gino Visentini.
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FS E.333   
L'ultimo gruppo di locomotive trifasi costruite secondo la "scuola ungherese". Realizzate in 40 esemplari tra il 1922 e il 1925 dalla Nicola Romeo di Saronno (antenata della famosa Alfa Romeo), furono usate per i treni diretti e - spesso in doppia trazione con le E.431 - per i più importanti treni lungo la Riviera Ligure. L'ultima unità venne accantonata nel 1968.
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FS E.331   

Disegnato da Fabrizio Di Pierno.
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FS E.431   
Locomotiva elettrica trifase per treni viaggiatori, assolutamente indispensabile per rappresentare l'epoca "classica" della trifase, compresi tutti i treni internazionali che negli anni '60 percorrevano la linea della Riviera di Ponente.
Ora ridisegnata per adeguarne la qualità alle nuove E.432 ed E.333.
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