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La prima mappa "moderna" di Milano presenta innumerevoli spunti di interesse, anche grazie alla straordinaria cura grafica. Si può guardare il castello, allora semidiroccato e circondanto dall'immensa piazza alberata del Foro, seguire il naviglio fino al Tombone di San Marco e poi prendere la Strada Postale per Como o quella per Monza, lungo il Naviglio della Martesana (l'attuale via Melchiorre Gioia). Dalle parti di Porta Venezia - anzi: la Porta Orientale di manzoniana memoria - si trova il grande quadrato del Lazzaretto ancora intatto, ma lo stesso Corso Venezia (Contrada della Riconoscenza) è fiancheggiato più da giardini che da palazzi. E il giardino della Villa Reale è lì che ci aspetta, con un aspetto molto simile all'attuale.

Sono più che altro orti (di colore giallo) quelli che circondano lo Stradone di Santa Teresa, il più lungo rettifilo non radiale interno alle mura (l'attuale Via Moscova), e nei suoi pressi si notano tanto elementi sopravvissuti (come la chiesa dell'Incoronata con il suo chiostro) quanto altri scomparsi, come la grande Caserma di Cavalleria e la Manifattura Tabacchi (rimasta area dismessa per lunghissimo tempo e ora riutilizzata come spazio pubblico). Nella zona a sud appare una Darsena ancora molto diversa da quella che conosciamo, su cui insiste la "punta" delle mura, mentre l'edificazione lineare lungo il Naviglio Grande rappresenta insieme al Borgo degli Ortolani (attuale via Canonica) uno dei pochissimi esempi di tessuto urbano extra moenia.


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