Cerusa. Due silhouette a confronto, sul far della sera: il medesimo viadotto Cerusa, ad arco parabolico, del 1956, e quello della carreggiata nord, aperta nel 1975, lungo 350 m. |
Cerusa. Lo stesso confronto, in una vista più di dettaglio. |
Fontanette. Poco oltre, il viadotto Fontanette, di 86 m, si confronta con il ponte della strada che sale alla frazione Crevari, in un luogo ancora una volta frammisto di ville suburbane e palazzine moderne. |
Rumaro. Nell'agosto 1957 si apre la seconda tratta, tra Arenzano e Varazze, anch'essa ricca di viadotti ad archi. Tra questi, spicca il viadotto Rumaro, di 131 m, realizzato a tecnica mista: ai lati dei tre archi parabolici, vi sono infatti due archi a tutto sesto, con rivestimento in pietra, ben evidenti in questa immagine. |
Rumaro. Un'altra vista dal lato monte, con la strada per la frazione Sciarborasca. |
Mola. Viadotto all'estremità di levante di Varazze, presso l'omonima punta. Lungo 201 m, a due arcate paraboliche, è stato inaugurato nell'agosto 1958 con l'apertura della tratta Varazze-Celle. |
Gorsexio. Il viadotto più importante della A26, che scende lungo la valle del Leira, è quello che passa dal versante sinistro al destro, per permettere poi all'autostrada di compiere il lungo "tornante" di discesa verso il mare. Inaugurato nel 1977 e lungo 674 m, presenta una struttura indubbiamente più massiccia delle realizzazioni dei due decenni precedenti, anche a motivo dell'elevata altezza sul fondovalle. |
Gorsexio. La vista dal basso fa cogliere la struttura dei piloni, unici alla base per le due carreggiate e poi separati verso l'alto (le due carreggiate, ciascuna a tre corsie, sono visibilmente indipendenti). Il confronto tra questa semplicità massiccia e la trama esile e complessa delle campate del Polcevera o degli archi parabolici degli anni '50 mostra in maniera eloquente la variazione della tecnica costruttiva, il passaggio a un disegno in qualche modo più rozzo. |
Cadibona. Buffo e interessante affollamento di viadotti: i due più alti, con tecnica costruttiva "a castello", sono quelli del percorso elicoidale del 1960 (l'unica rampa elicoidale delle autostrade italiane, se si esclude quella di Genova Est, presente però sullo svincolo, non sull'autostrada vera e propria). Il viadotto più basso, con tecnica costruttiva "a diapason", è invece quello del raddoppio Savona-Altare, attivato nel 1976. |
Cadibona. Pur su dimensioni inferiori al viadotto Gorsexio, la seconda carreggiata della A6, tra Savona e Altare (1976) mostra una struttura ad architrave sensibilmente più snella, come ben si vede nell'inquadratura dal basso, che evidenzia una larghezza del pilone molto minore rispetto alla larghezza della carreggiata. |
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