Nuovo! Interni. La foto dell'interno mostra uno dei due raffinati salottini, con le poltrone dal design quasi futuristico, ancora oggi apprezzabile. Dalle vetrate della cupola panoramica si intravede la tettoia della Fiera. |
Nuovo! Interni. Il banco bar era posto trasversalmente ad una estremità. La porta alle spalle del banco era quella che dava accesso alla cabina di guida. |
Nuovo! Interni. L'inquadratura opposta mostra il salottino visto dall'ambiente panoramico rialzato. Dal finestrino di destra si riconoscono un carro refrigerato e una carrozza Tipo 1946, anch'essi esposti in Fiera. |
Nuovo! Pubblicità. La OM si fa pubblicità su una rivista dell'epoca, descrivendo la propria automotrice come adatta tanto ai viaggi d'affari, quanto a quelli turistici. Oltre alle immagini già viste, osserviamo un'altra inquadratura dell'angolo bar, con i tre seggiolini rotondi. La presenza della porta di salita subito a fianco fa intuire il gioco di intarsio degli arredi, in uno spazio complessivo molto più piccolo di quanto si sarebbe portati a credere. |
Nuovo! Planimetria. La planimetria dell'automotrice ci dà conferma del razionale allestimento, che sfruttava al massimo i 24 m a disposizione (2 in meno di una carrozza unificata, come metro di paragone). La cupola panoramica ospitava 20 dei 44 posti totali, mentre i salottini avevano 12 poltrone ciascuno. Tra le cabine di guida e le porte di salita stavano da una parte il bagno e un vano guardaroba, dall'altra il bar. Sotto la parte panoramica potevano essere riposti i bagagli ingombranti (una soluzione che sarà ripresa anche dalle carrozze TEE del Rheingold). |
Milano P.Romana. La foto di fabbrica ritrae l'automotrice nuova nello scalo di Porta Romana, poco distante da dove venne costruita. |
Freccia Aurelia. Anche l'arredamento interno era stato studiato appositamente ed era particolarmente ricercato, sia per la forma delle poltrone, quasi futuristiche, sia per il confort: presso uno dei due ingressi era presente anche il bar. Anche questa 'immagine degli interni è presa in occasione della presentazione alla Fiera Campionaria di Milano del 1948, come si deduce dalla caratteristica tettoia, intuibile attraverso le vetrate. Per i primi anni, dal 1949 alla fine del 1957, la Belvedere, assegnata al Deposito di Pavia, venne utilizzata sul servizio d'agenzia "Freccia Aurelia" Milano-San Remo, curato dall'AVEV, acronimo di Agenzia Viaggi E Vacanze. I 44 posti a sedere mostrano tra l'altro l'esiguità della domanda di spostamenti rapidi nei primi anni '50, anche se le cronache ricordano numerosi viaggi particolarmente sovraffollati. Peraltro va ricordato che fino al 1956 il viaggio automobilistico Milano-San Remo poteva contare solo sui 47 km di autostrada Serravalle-Genova: tutto il resto si svolgeva sulla viabilità ordinaria. |
San Remo. La colorazione d'origine della Belvedere in verde oliva con il sottocassa rosso, nel giro di pochi anni venne sostituita da un celeste chiaro con sottocassa blu e, forse poco dopo, sparì anche la grande scritta sulla fiancata. È nella versione finale blu e celeste che la Belvedere è ritratta in una celebre sequenza al capolinea di San Remo della Freccia Aurelia, e precisamente in posa a lato del Corso Imperatrice, poco oltre la stazione, che si riconosce chiaramente sullo sfondo. |
San Remo. A San Remo la Belvedere sostava tutta la domenica sul tronchino all'estremità della stazione, anche per farsi ammirare dai turisti. Le immagini di questa celebre sequenza vennero dunque realizzate manovrando appositamente l'automotrice per qualche centinaio di metri verso Ospedaletti. |
San Remo. Atmosfera mediterranea ai piedi della Passeggiata Imperatrice. |
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