Alice Belcolle. Un esempio fra tanti, delle minuscole stazioncine delle ultime linee trifasi. Qui siamo appena a nord di Acqui, in direzione di Asti, e il fabbricato si è conservato in maniera addirittura decorosa... |
E.330 (Museo Naz. Scienza e Tecnologia). Il museo milanese offre pezzi di indubbio valore anche se penalizzati dal "sovraffollamento" dei binari. La demolizione (...) del TEE Breda ALn 448, che a sua volta aveva sostituito la Bayard finita a Pietrarsa, permette almeno di osservare e inquadrare con più respiro la storica E.330.008. |
E.321, E.330 (Museo Naz. Scienza e Tecnologia). Confronto di profili a pianta poliedrica: a destra la E.330.008 trifase, a sinistra la E.321.012 del 1927 a terza rotaia (si distingue il pattino a fianco della ruota portante), ultima generazione di questo sistema e unico esemplare sopravvissuto. |
E.430 (Museo Naz. Scienza e Tecnologia). La E.430.001, unica unità miracolosamente sopravvissuta del periodo primordiale della trazione trifase, è conservata dalla fine degli anni '60 nel museo milanese accanto alla 691.022, la più grande locomotiva a vapore FS. La E.430 mostra la colorazione nera, comune a tutte le macchine d'inizio secolo (era stata un'eredità della Rete Adriatica, dal momento che la Rete Mediterranea usava invece il verde scuro sulle proprie locomotive). I trolley sono quelli definitivi, del tipo unificato Brown Boveri. Dietro alla E.430 si notano la E.550 e la E.330, seguite dalla E.321 a terza rotaia, tutte in castano e Isabella. |
E.430, E.550 (Museo Naz. Scienza e Tecnologia). Il rodiggio della E.430 era l'unico senza bielle tra tutte le macchine trifasi. Si nota anche la struttura della locomotiva, costituita da due semicasse articolate, unite da un soffietto. |
E.430 (Museo Naz. Scienza e Tecnologia). |
E.431 (Stabilimento TIBB). La E.431.027, anch'essa del Museo Ferroviario di Savigliano, è stata restaurata dalle officine Bombardier di Vado Ligure nel 2005 e qui esposta durante i festeggiamenti per il centenario delle officine stesse: le prime al mondo espressamente realizzate per la costruzione di locomotive elettriche, allora come Westinghouse Italiana, in seguito come TIBB e oggi appunto sotto il controllo di Bombardier (altri dettagli sui costruttori di treni). |
E.431 (Museo Ferr. Piemontese). La stessa locomotiva, nella sua normale collocazione al Museo di Savigliano. |
E.432 (Museo Ferr. Piemontese). Un'inconsueta visione "selvatica" della E.432.031, ancora in attesa di restauro e lasciata (abbandonata?) all'aperto al museo di Savigliano. La macchina sarà finalmente restaurata nel 2019. |
E.432 (Pietrarsa). Di tutti i preziosi rotabili ospitati nello spettacolare scenario del Museo di Pietrarsa (vedi tutto il racconto), le quattro macchine trifasi sono probabilmente gli oggetti più "fuori luogo", così storicamente lontani da quell'opificio napoletano, e da quella stessa terra. Eppure bisogna proprio arrivare a Pietrarsa per poter incontrare un'E.432, le uniche E.551 ed E.333 sopravvissute, e persino la E.440 della Ferrovia Alta Valtellina. |
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