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La rete trifase


La rete trifase - Anno 1945.
Anno 1945.  Lo scenario alla fine della guerra mostra, da un lato, le elettrificazioni "di completamento" degli anni Trenta: l'ultimazione della Torino-Savona/Cuneo (1934), del Brennero fino a Merano e Trento (1934) e del nodo di Acqui Terme (1934), nonché il valico della Pontremolese (1932). Dall'altro lato, si assiste alla prima riduzione della rete, per due cause che si sommano: l'avanzata del sistema a corrente continua e le distruzioni belliche. Così già nel 1934-35 la Porrettana era convertita in continua, per omogeneità con la nuova Direttissima Firenze-Prato-Bologna, e nel 1938 la Viareggio-Livorno si saldava con tutta la nuova elettrificazione in continua della Tirrenica da Roma. Pochi anni più tardi le distruzioni belliche mettevano la parola fine alla frequenza industriale (arrivata a Sulmona nel 1933) e all'intera linea del Tenda (in cui l'elettrificazione era stata completata nel 1935). La Sondrio-Tirano dal 1932 è la prima e unica ferrovia in concessione (FAV) a trazione trifase.

 


La rete trifase - Anno 1961.
Anno 1961.  Al principio degli anni Sessanta il trifase è ormai un ricordo per il Levante ligure e la Pontremolese, convertite già nel 1947-49, così come per le originarie linee valtellinesi (conversione del 1952, stesso anno della Trento-Bolzano-Merano). Nel giugno 1961 si ha però una delle conversioni più significative: quella del nodo di Torino, che comprende tutto il Frejus e la linea per Genova fino ad Alessandria.

 


La rete trifase - Anni 1970 e 1976.
Anni 1970 e 1976.  Il trifase scompare da Genova tra il 1963 (Succursale dei Giovi) e il 1964 (linee per Ovada e Savona). Nel 1965 è convertito il Brennero, confinando definitivamente la trazione trifase alla sola area ligure-piemontese. Nel 1967 è la volta della Savona-Ventimiglia, mentre nel 1968 la Sondrio-Tirano è de-elettrificata (sarà rielettrificata in continua solo nel 1980).
In questo modo il trifase arriva al 1970 conservando l'unica linea principale Torino-Savona (con cambio trazione a Carmagnola) oltre ai rami più secondari di Cuneo e Acqui. Nel 1973 la conversione della Savona-Carmagnola (con de-elettrificazione della Ceva-Ormea) spezza l'ultima rete in due sezioni: la Cuneo-Limone, che resisterà fino al 1974 e infine l'area di Acqui.
Con la conversione della Acqui-Ovada (1974) si arriva all'assetto finale, che durerà fino a quell'ultimo 25 maggio 1976: Alessandria-Acqui-San Giuseppe e Acqui-Asti (quest'ultima esercitata temporaneamente a trazione diesel da marzo 1976).

 

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