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Le macchine classiche - E.330
E.330 (1911-14, 16 unità). La seconda versione mostra la E.330 nella sua configurazione finale e più familiare, con biella triangolare, colorazione castano e Isabella e sopratutto i due avancorpi, che vennero realizzati dopo il 1930 per ospitare gli elettrocompressori e rispettivamente l'acqua del reostato e le batterie (tutti spostati dalla loro posizione originale dentro la cassa, per far posto alla caldaia a nafta del riscaldamento a vapore dei treni). Il Gruppo è arrivato fino al 1963 e l'unità 008 è conservata nel Museo della Scienza e Tecnologia di Milano.

Le E.330, al pari delle E.550, rappresentano una pietra miliare nella storia della trazione elettrica mondiale: con quattro velocità di regime, ottenute con pieno sfruttamento dei motori (cioè senza l'artificio di duplicare gli avvolgimenti), hanno dimostrato per la prima volta che la trazione elettrica fosse in grado di sostituire la macchina a vapore – e di sostituirla in meglio – in tutti i tipi di servizio, non solo sulle linee secondarie o suburbane e non solo in montagna.


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