E.430 (1902, 2 unità). Realizzate dalla Ganz di Budapest e inizialmente numerate 341 e 342 presso la Rete Adriatica, queste due macchine sono state le prime locomotive trifasi delle linee valtellinesi, e anche le uniche prive di bielle (avevano un motore per asse, con trasmissione a parallelogramma articolato). L'unità 001 è conservata nel Museo della Scienza di Milano. Il disegno riproduce correttamente la colorazione nera con telaio rosso ed è impreziosito dalla figura del macchinista - ricavata proprio da una foto storica della RA 342! - utile per dare una dimensione alla locomotiva e più dinamismo all'immagine. Il trolley riproduce il modello "a catena", anteriore a quello Brown Boveri poi diventato la norma su tutte le macchine trifasi. |
E.360 RA (1904, 3 unità). Anche le tre macchine numerate 361-363 appartengono alla dotazione valtellinese di scuola ungherese e sono le prime in cui compare la struttura meccanica che sarà poi classica per il trifase: telaio rigido, senza carrelli, assi motori accoppiati mediante bielle e trasmissione del moto con biella triangolare (o successive evoluzioni). La soluzione adottata per la parte elettrica era invece ancora grezza: avevano 4 motori (ciascun motore secondario montato coassiale con il primario), ma di cui i due secondari funzionanti solo alla velocità più bassa; il montaggio coassiale faceva sì che il numero di assi motori rimanesse lo stesso anche alla velocità più alta. Queste macchine vennero inoltre utilizzate nel 1906-07 per il servizio nel nuovo tunnel del Sempione, noleggiate alle ferrovie svizzere. Il disegno riproduce il trolley a rullo d'origine. |
365 SBB (Fb 3/5) (1906, 2 unità). In origine destinate alle FS, la 364 e la 365 sono state poi acquistate dalle Ferrovie Svizzere per affiancare le E.360 noleggiate. Introducono il trolley Brown-Boveri, poi diventato lo standard per tutto il parco trifase. Costruite da SLM e Brown Boveri, in Svizzera assunsero la classificazione Fb 3/5 (cioè 3 assi motori su 5 totali). |
366 SBB (Fb 4/4) (1907-21, 4 unità). Costruite da SLM e Brown Boveri, e classificate in Svizzera come Fb 4/4 (n. 366-369), hanno completato la dotazione della linea del Sempione. In particolare le ultime due unità sono arrivate successivamente, per l'estensione del trifase da Brig a Sion (1921). Sono state le prime locomotive trifasi al mondo a quattro velocità di regime e le uniche a utilizzare rotori "a gabbia di scoiattolo", in modo da poter ottenere le differenti velocità variando solo i poli dello statore (in questo caso con una soluzione grezza, utilizzando due avvolgimenti distinti, ciascuno commutabile su due polarità, dato che lo schema che sarà alla base della E.330 non era stato ancora messo a punto). Non potendosi usare il reostato, in quest'unico caso l'avviamento veniva regolato variando la tensione con un trasformatore, in maniera simile alle macchine monofase. Anche il particolare biellismo rappresenta una soluzione specifica che non avrà eredi nelle macchine trifasi italiane. Hanno concluso il servizio a Briga nel 1930. |
371 SBB (Fb 4/6) (1914, 1 unità). La n. 371 conclude la piccola flotta delle 7 macchine del Sempione. Costruita da SLM e Brown Boveri, aveva quattro assi accoppiati (di un diametro intermedio tra i due che saranno poi lo standard italiano per le macchine trifasi merci e viaggiatori) e quattro velocità di regime. Aveva una potenza di ben 2200 kW, quindi più vicina ai 2600 kW delle E.432 che non ai 600-1300 delle macchine di prima generazione. Rimase tuttavia un esemplare unico, che cessò il servizio con la scomparsa del trifase sul Sempione nel 1930 (più dettagli). |
E.380 (1906-07, 2 unità). Prime locomotive consegnate direttamente alle FS, costruite da MKAG e Ganz di Budapest. Erano inizialmente a tre velocità (27, 42 e 64 km/h), ottenute utilizzando uno, l'altro o entrambi i motori, non uguali tra loro. Già classificate 0381-0384, sono state trasformate nel 1912/13 e divise in due gruppi diversi, montando motori uguali tra loro: E.380 con i motori "veloci" per treni viaggiatori (32 e 64 km/h) ed E.390 con i motori "lenti" per treni merci. La E.380.1 è mostrata allo stato d'origine con trolley a rulli e marcatura a grandi cifre. Hanno concluso il servizio a Lecco negli anni '30. |
E.390 (trasf. 1912-13, 2 unità). Le due E.390 derivano dalla trasformazione di due delle quattro E.380 con motori "lenti" per treni merci (21 e 42 km/h). La macchina è qui mostrata allo stato finale, con trolley standard Brown Boveri, targa della società Westinghouse di Vado Ligure che ha effettuato la trasformazione e targa standard FS con marcatura a sei cifre. Hanno concluso il servizio a Livorno negli anni '30. |
E.550 (1908-21, 186 unità). Prima macchina trifase costruita in Italia, nello stabilimento di Vado Ligure, appositamente realizzato nel 1905-08, ha rivoluzionato il servizio merci sul valico dei Giovi negli anni '10. Gli ultimi esemplari hanno concluso il servizio a Savona nel 1963. L'unità 025 è conservata negli Stati Uniti, la 030 nel Museo della Scienza e Tecnologia di Milano. Tutte le macchine trifasi sono nate in colorazione nera; tuttavia, a partire dalla E.550, l'autore ha ritenuto opportuno mostrarle nella assai più familiare colorazione castano e Isabella, applicata a tutti i gruppi (tranne quelli primordiali) tra gli anni '30 e gli anni '50, e poi conservata fino alla fine del trifase. |
E.550 (rifornimento idrico). |
E.330 (biella Bianchi) (1911-14, 16 unità). Le prime macchine della generazione tradizionale a ruote grandi, costruite da Westinghouse, parzialmente con parte meccanica Breda. Sono disponibili due versioni: la prima riproduce la macchina allo stato d'origine, quindi nella colorazione nera e senza gli avancorpi installati in seguito, dando il massimo risalto estetico alle cabine poliedriche. Per diversificare ulteriormente la macchina, viene riprodotta proprio l'unità 014, che verso il 1921 fu dotata sperimentalmente di biella articolata Bianchi, in luogo della normale biella triangolare: la stessa biella diventerà poi la normale dotazione delle ultime macchine trifasi, E.432 ed E554. La numerazione è ancora quella originale E.330.14, perché su questo gruppo la numerazione definitiva a sei cifre (E.330.014), benché stabilità già nel 1917, verrà applicata soltanto dal 1931. |
E.330 (1911-14, 16 unità). La seconda versione mostra la E.330 nella sua configurazione finale e più familiare, con biella triangolare, colorazione castano e Isabella e sopratutto i due avancorpi, che vennero realizzati dopo il 1930 per ospitare gli elettrocompressori e rispettivamente l'acqua del reostato e le batterie (tutti spostati dalla loro posizione originale dentro la cassa, per far posto alla caldaia a nafta del riscaldamento a vapore dei treni). Il Gruppo è arrivato fino al 1963 e l'unità 008 è conservata nel Museo della Scienza e Tecnologia di Milano. Le E.330, al pari delle E.550, rappresentano una pietra miliare nella storia della trazione elettrica mondiale: con quattro velocità di regime, ottenute con pieno sfruttamento dei motori (cioè senza l'artificio di duplicare gli avvolgimenti), hanno dimostrato per la prima volta che la trazione elettrica fosse in grado di sostituire la macchina a vapore – e di sostituirla in meglio – in tutti i tipi di servizio, non solo sulle linee secondarie o suburbane e non solo in montagna. |
E.331 (1915-18, 18 unità). Costruite da Breda/TIBB e OM/TIBB, rappresentano un gruppo molto specifico, appartenente alla "scuola svizzera" della Brown Boveri, con soluzioni tecniche differenti dalle altre macchine. Ad esempio sono state le uniche unità con combinatori rotanti sui motori (anziché anelli collettori e combinatori montati fissi). Sono arrivate fino al 1963 e nessuna unità è stata conservata. |
E.331 (aperta) (1915-18, 18 unità). Questa volta il disegnatore ha simulato lo smontaggio dei pannelli della cassa, in modo da aprire la vista ai due grandi motori di trazione: l'uno ancora coperto dalla custodia di protezione del biellismo, l'altro che mostra la biella motrice inclinata, il suo contrappeso e l'intero motore, del diametro di ben 2 metri. |
E.332 (1915, 6 unità). Realizzate dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno insieme alla Maschinenfabrik Oerlikon, erano esteticamente simili ma tecnicamente non identiche alle E.331, con cui condividevano il reostato di avviamento metallico (anziché a liquido). Sono arrivate anch'esse fino al 1963, assegnate a Savona, e nessuna unità è stata conservata. |
E.551 (1921-25, 183 unità). E' la generazione intermedia delle locomotive trifasi per treni merci, evoluzione delle E.550. Il gran numero di unità realizzate si riflette nell'altrettanto grande numero di costruttori: Breda, OM/CGE, Ansaldo, TIBB, Savigliano, Vickers-Terni, Reggiane/Savigliano. Hanno fatto servizio fino al 1965 presso il deposito di Savona. L'unità 001 è conservata nel museo di Pietrarsa. |
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