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La prima generazione e il Sempione


La prima generazione e il Sempione - E.390
E.390 (trasf. 1912-13, 2 unità). Le due E.390 derivano dalla trasformazione di due delle quattro E.380 con motori "lenti" per treni merci (21 e 42 km/h). La macchina è qui mostrata allo stato finale, con trolley standard Brown Boveri, targa della società Westinghouse di Vado Ligure che ha effettuato la trasformazione e targa standard FS con marcatura a sei cifre. Hanno concluso il servizio a Livorno negli anni '30.

 

Le macchine classiche


Le macchine classiche - E.550
E.550 (1908-21, 186 unità). Prima macchina trifase costruita in Italia, nello stabilimento di Vado Ligure, appositamente realizzato nel 1905-08, ha rivoluzionato il servizio merci sul valico dei Giovi negli anni '10. Gli ultimi esemplari hanno concluso il servizio a Savona nel 1963. L'unità 025 è conservata negli Stati Uniti, la 030 nel Museo della Scienza e Tecnologia di Milano.

Tutte le macchine trifasi sono nate in colorazione nera; tuttavia, a partire dalla E.550, l'autore ha ritenuto opportuno mostrarle nella assai più familiare colorazione castano e Isabella, applicata a tutti i gruppi (tranne quelli primordiali) tra gli anni '30 e gli anni '50, e poi conservata fino alla fine del trifase.


 


Le macchine classiche - E.550
E.550 (rifornimento idrico). 

 


Le macchine classiche - E.330 (biella Bianchi)
E.330 (biella Bianchi) (1911-14, 16 unità). Le prime macchine della generazione tradizionale a ruote grandi, costruite da Westinghouse, parzialmente con parte meccanica Breda. Sono disponibili due versioni: la prima riproduce la macchina allo stato d'origine, quindi nella colorazione nera e senza gli avancorpi installati in seguito, dando il massimo risalto estetico alle cabine poliedriche. Per diversificare ulteriormente la macchina, viene riprodotta proprio l'unità 014, che verso il 1921 fu dotata sperimentalmente di biella articolata Bianchi, in luogo della normale biella triangolare: la stessa biella diventerà poi la normale dotazione delle ultime macchine trifasi, E.432 ed E554. La numerazione è ancora quella originale E.330.14, perché su questo gruppo la numerazione definitiva a sei cifre (E.330.014), benché stabilità già nel 1917, verrà applicata soltanto dal 1931.

 


Le macchine classiche - E.330
E.330 (1911-14, 16 unità). La seconda versione mostra la E.330 nella sua configurazione finale e più familiare, con biella triangolare, colorazione castano e Isabella e sopratutto i due avancorpi, che vennero realizzati dopo il 1930 per ospitare gli elettrocompressori e rispettivamente l'acqua del reostato e le batterie (tutti spostati dalla loro posizione originale dentro la cassa, per far posto alla caldaia a nafta del riscaldamento a vapore dei treni). Il Gruppo è arrivato fino al 1963 e l'unità 008 è conservata nel Museo della Scienza e Tecnologia di Milano.

Le E.330, al pari delle E.550, rappresentano una pietra miliare nella storia della trazione elettrica mondiale: con quattro velocità di regime, ottenute con pieno sfruttamento dei motori (cioè senza l'artificio di duplicare gli avvolgimenti), hanno dimostrato per la prima volta che la trazione elettrica fosse in grado di sostituire la macchina a vapore – e di sostituirla in meglio – in tutti i tipi di servizio, non solo sulle linee secondarie o suburbane e non solo in montagna.


 


Le macchine classiche - E.331
E.331 (1915-18, 18 unità). Costruite da Breda/TIBB e OM/TIBB, rappresentano un gruppo molto specifico, appartenente alla "scuola svizzera" della Brown Boveri, con soluzioni tecniche differenti dalle altre macchine. Ad esempio sono state le uniche unità con combinatori rotanti sui motori (anziché anelli collettori e combinatori montati fissi). Sono arrivate fino al 1963 e nessuna unità è stata conservata.

 


Le macchine classiche - E.331 (aperta)
E.331 (aperta) (1915-18, 18 unità). Questa volta il disegnatore ha simulato lo smontaggio dei pannelli della cassa, in modo da aprire la vista ai due grandi motori di trazione: l'uno ancora coperto dalla custodia di protezione del biellismo, l'altro che mostra la biella motrice inclinata, il suo contrappeso e l'intero motore, del diametro di ben 2 metri.

 


Le macchine classiche - E.332
E.332 (1915, 6 unità). Realizzate dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno insieme alla Maschinenfabrik Oerlikon, erano esteticamente simili ma tecnicamente non identiche alle E.331, con cui condividevano il reostato di avviamento metallico (anziché a liquido). Sono arrivate anch'esse fino al 1963, assegnate a Savona, e nessuna unità è stata conservata.

 


Le macchine classiche - E.551
E.551 (1921-25, 183 unità). E' la generazione intermedia delle locomotive trifasi per treni merci, evoluzione delle E.550. Il gran numero di unità realizzate si riflette nell'altrettanto grande numero di costruttori: Breda, OM/CGE, Ansaldo, TIBB, Savigliano, Vickers-Terni, Reggiane/Savigliano. Hanno fatto servizio fino al 1965 presso il deposito di Savona. L'unità 001 è conservata nel museo di Pietrarsa.

 


Le macchine classiche - E.551 (con caldaia)
E.551 (con caldaia) (1921-25, 183 unità). Del medesimo gruppo, è disponibile anche un'unità senza il grosso armadio dell'invertitore (che era stato aggiunto a posteriori alla maggior parte delle macchine) ma con la caldaia per il riscaldamento del treno e con i contrappesi del biellismo realizzati con un differente profilo. Gli accoppiatori del riscaldamento a vapore si riconoscono sotto i respingenti.

 

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