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Le macchine classiche


Le macchine classiche - FAV E.440
FAV E.440 (1932-34, 4 unità). Realizzate da CEMSA e OM/TIBB per la Ferrovia Alta Valtellina (linea Sondrio-Tirano) dove hanno fatto servizio fino al 1968. L'unità 3 è conservata a Pietrarsa. Queste locomotive hanno mantenuto sino alla fine la colorazione nera, imponendo il difficile compito di restituire l'effetto nero anche nel disegno.

 

Locomotive a frequenza industriale


Locomotive a frequenza industriale - E.472
E.472 (1923-30, 17 unità). Le 17 E.472 erano destinate alla Roma-Sulmona, elettrificata a frequenza industriale tra il 1928 e il 1933, ed erano l'unico gruppo espressamente progettato per la frequenza industriale (le E.470 ed E.570 erano adattamenti rispettivamente delle E.431 ed E.551). Tanto l'elettrificazione quanto le macchine verranno poi distrutte dalla seconda guerra mondiale, e la linea verrà rielettrificata a corrente continua nel 1950. L'autore propone la E.472 nella colorazione finale castano e Isabella, introdotta proprio nel corso degli anni '30, mentre le altre macchine a frequenza industriali sono disegnate nell'iniziale colorazione nera con cui sono nate.

 


Locomotive a frequenza industriale - E.570
E.570 (1925, 4 unità). Per la trazione dei treni merci, il TIBB adattò le classiche E.551, progettate pochi anni prima, consegnando le 4 unità del gruppo E.570, che conservavano rodiggio e struttura del progetto d'origine, con la caratteristica aggiunta del grande serpentino di raffreddamento dell'olio del trasformatore. Le due classiche velocità di regime di 25 e 50 km/h vennero ottenute con un rapporto di riduzione degli ingranaggi pari a 3,625, maggiore del rapporto tra le frequenze industriale e ferroviaria (2,7), in quanto si scelse di usare motori a 6 poli (più veloci), anziché a 8 come sulle macchine a ruote piccole a frequenza ferroviaria.

 


Locomotive a frequenza industriale - E.470
E.470 (1928, 4 unità). Anch'esse costruite dal TIBB in sole 4 unità, erano la versione a corrente industriale delle E.431, di cui conservavano il rodiggio e la struttura ad avancorpi. Per mantenere i pantografi sufficientemente distanziati (come richiesto dalla maggior lunghezza dei tratti sezionati a 10.000 V), fu necessario montarli su vistose incastellature. Anche il serpentino di raffreddamento dell'olio del trasformatore, sul fianco della cassa, distingueva le E.470 dalle progenitrici E.431. Non erano invece visibili esternamente gli ingranaggi riduttori in rapporto 2,7 (cioè 45 diviso 16 2/3) posti tra motore e biella triangolare, che mantenevano le consuete velocità di regime (37,5 - 50 - 75 - 100 km/h) nonostante la maggior frequenza di alimentazione.

 


Locomotive a frequenza industriale - E.471
E.471 (1928, 1 unità). E' l'ultimo progetto di scuola ungherese, realizzato dalle Costruzioni Elettromeccaniche di Saronno in un unico esemplare, poi utilizzato solo per corse di prova. Progettata ancora una volta dall'ing. Kandó, era una locomotiva fortemente innovativa, la prima al mondo in grado di funzionare con due frequenze di alimentazione (e due corrispondenti tensioni): 16,7 Hz a 3600 V e 45 Hz a 10000 V (più dettagli). Fu inizialmente ordinata in 10 unità; con i pezzi delle successive unità non portate a termine, nel 1932-34 vennero realizzate le 4 E.440 FAV.

 

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Vedi anche le locomotive a corrente continua.

 

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