E.332 (1915, 6 unità). Realizzate dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno insieme alla Maschinenfabrik Oerlikon, erano esteticamente simili ma tecnicamente non identiche alle E.331, con cui condividevano il reostato di avviamento metallico (anziché a liquido). Sono arrivate anch'esse fino al 1963, assegnate a Savona, e nessuna unità è stata conservata. |
E.551 (1921-25, 183 unità). E' la generazione intermedia delle locomotive trifasi per treni merci, evoluzione delle E.550. Il gran numero di unità realizzate si riflette nell'altrettanto grande numero di costruttori: Breda, OM/CGE, Ansaldo, TIBB, Savigliano, Vickers-Terni, Reggiane/Savigliano. Hanno fatto servizio fino al 1965 presso il deposito di Savona. L'unità 001 è conservata nel museo di Pietrarsa. |
E.551 (con caldaia) (1921-25, 183 unità). Del medesimo gruppo, è disponibile anche un'unità senza il grosso armadio dell'invertitore (che era stato aggiunto a posteriori alla maggior parte delle macchine) ma con la caldaia per il riscaldamento del treno e con i contrappesi del biellismo realizzati con un differente profilo. Gli accoppiatori del riscaldamento a vapore si riconoscono sotto i respingenti. |
E.551 (senza invertitore) (1921-25, 183 unità). Infine una versione senza né caldaia né invertitore. Per diversificare ancor più i disegni, questa è inoltre mostrata dal lato sinistro, come si riconosce dal fatto che la "A" che identifica la cabina anteriore è posta a sinistra. |
E.431 (1922-24, 37 unità). Costruite tutte dal TIBB e destinate ai treni più veloci, sono sopravvissute sino alla fine del sistema trifase nel 1976. Sono conservate due unità: la 027 a Savigliano e la 037 in Germania. |
Nuovo! E.431 (lato sinistro). |
E.552 (1922, 15 unità). Piccolo gruppo di macchine per treni merci, costruite da Romeo e di fatto utilizzate quasi esclusivamente per la manovra negli scali genovesi, fino al 1962. Nessuna unità è stata conservata. |
E.552 (biella Kandó) (1922, 15 unità). Le prime due unità del Gruppo montavano una biella articolata sistema Kandó (dal nome del celebre progettista ungherese, già "padre" delle prime macchine trifasi italiane). Per differenziarsi ulteriormente dall'altra E.552 con la tradizionale biella a V, il disegno riproduce la colorazione d'origine nera. |
Nuovo! E.333 (1923, 40 unità). Ultime locomotive di scuola ungherese, realizzate da Romeo e OMN/Romeo, sono arrivate fino al 1968 presso il deposito di Alessandria, dopo un lungo periodo di utilizzo sulla Riviera di Ponente. L'unità 026 è conservata a Pietrarsa (in colorazione nera). A gennaio 2025, l'autore, sempre alla ricerca di spunti nuovi, propone anche la vista frontale, cogliendo l'occasione per abbinarvi una precisa riproduzione del palo trifase, nella versione senza archetto, utilizzabile in rettilineo. |
Nuovo! E.333 (frontali). Dal momento che le E.333, tra tutte le macchine trifasi, erano quelle più radicalmente asimmetriche, una volta scelto di disegnare il frontale, viene spontaneo proporre sia il lato anteriore, sia quello posteriore, con la cabina di guida: ne nasce questo incrocio tra la 025 e la 026. |
Foto 16-25/34 << Pag. precedente ^ Indice ^ Pag. successiva >>
[Indice della sezione / This Section] [articolo principale / Main Page: TRIFASE]