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Locomotive a frequenza industriale


Locomotive a frequenza industriale - E.570
E.570 (1925, 4 unità) Per la trazione dei treni merci, il TIBB adattò le classiche E.551, progettate pochi anni prima, consegnando le 4 unità del gruppo E.570, che conservavano rodiggio e struttura del progetto d'origine, con la caratteristica aggiunta del grande serpentino di raffreddamento dell'olio del trasformatore. Le due classiche velocità di regime di 25 e 50 km/h vennero ottenute con un rapporto di riduzione degli ingranaggi pari a 3,625, maggiore del rapporto tra le frequenze industriale e ferroviaria (2,7), in quanto si scelse di usare motori a 6 poli (più veloci), anziché a 8 come sulle macchine a ruote piccole a frequenza ferroviaria.

 


Locomotive a frequenza industriale - E.470
E.470 (1928, 4 unità) Anch'esse costruite dal TIBB in sole 4 unità, erano la versione a corrente industriale delle E.431, di cui conservavano il rodiggio e la struttura ad avancorpi. Per mantenere i pantografi sufficientemente distanziati (come richiesto dalla maggior lunghezza dei tratti sezionati a 10.000 V), fu necessario montarli su vistose incastellature. Anche il serpentino di raffreddamento dell'olio del trasformatore, sul fianco della cassa, distingueva le E.470 dalle progenitrici E.431. Non erano invece visibili esternamente gli ingranaggi riduttori in rapporto 2,7 (cioè 45 diviso 16 2/3) posti tra motore e biella triangolare, che mantenevano le consuete velocità di regime (37,5 - 50 - 75 - 100 km/h) nonostante la maggior frequenza di alimentazione.

 


Locomotive a frequenza industriale - E.471
E.471 (1928, 1 unità) E' l'ultimo progetto di scuola ungherese, realizzato dalle Costruzioni Elettromeccaniche di Saronno in un unico esemplare, poi utilizzato solo per corse di prova. Progettata ancora una volta dall'ing. Kandó, era una locomotiva fortemente innovativa, la prima al mondo in grado di funzionare con due frequenze di alimentazione (e due corrispondenti tensioni): 16,7 Hz a 3600 V e 45 Hz a 10000 V (più dettagli). Fu inizialmente ordinata in 10 unità; con i pezzi delle successive unità non portate a termine, nel 1932-34 vennero realizzate le 4 E.440 FAV.

 

In costruzione...


In costruzione... - E.432
E.432 (in elaborazione). Backstage della realizzazione della macchina. In origine l'autore ha disegnato un bozzetto su carta e lo ha acquisito con lo scanner (disegno completo e particolare di sinistra). Successivamente il disegno viene "ripassato" digitalmente per dare incisione e precisione alle forme. Il particolare al centro rappresenta un passaggio intermedio e quello a destra il prodotto finale. In quest'ultimo, del bozzetto originale rimangono solo alcuni dettagli curvilinei come le ruote. Un'attenta misurazione sul campo degli esemplari sopravvissuti, ad esempio a Savigliano o al Museo della Scienza di Milano, ha permesso all'autore di verificare personalmente le quote dubbie.

 


In costruzione... - E.430
E.430 (in elaborazione). Anche per le due macchine valtellinesi, questa e la successiva E.360, è interessante vedere uno stato di avanzamento intermedio del disegno, che aiuta a cogliere in modo diverso i singoli dettagli costruttivi (macchina finita).

 


In costruzione... - E.360 RA
E.360 RA (in elaborazione). Il telaio non ancora completato permette di leggere meglio il rodiggio e il biellismo con la tipica biella triangolare (macchina finita).

 


In costruzione... - E.431 in lavorazione
E.431 in lavorazione   Come ultima immagine presento il "dietro le quinte" del nuovo lavoro dell'autore: la realizzazione dei disegni a colori! Nella prossima pagina, il collegamento a quelli già realizzati, novità del 2017...

 

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