Cansano. Mentre le automotrici risalgono la valle del Gizio passando da Pettorano, noi le precediamo a Cansano, attendendole al viadotto in ingresso della stazione. Il paese è più in basso, sulla sinistra, mentre in alto a destra si staglia l'inconfondibile profilo della Maiella, il massiccio più rilevante dell'Abruzzo meridionale. Il gioco delle infinite curve della linea permette ora di avere in luce le ALn 668. |
Cansano. Alla partenza del treno il veloce mutare delle nuvole continua ad assistere i fotografi, con la ferrovia al sole e il versante scuro della Maiella per sfondo. |
Campo di Giove. La ferrovia prosegue a salire con pendenza costante del 28 per mille: dai 348 m di quota di Sulmona, siamo già passati ai 948 di Cansano e ora ai 1069 di Campo di Giove. Le automotrici, appena arrivate, devono attendere l'incrocio con la 940 di ritorno da Roccaraso. L'edificio in primo piano è il serbatoio dell'acqua, un tempo necessaria per alimentare le locomotive a vapore: in tutte le stazioni della linea la cisterna è racchiusa in un corpo in muratura, per proteggerla meglio dai rigori dell'inverno. |
Campo di Giove. Arriva la 940, naturalmente orientata a ritroso, e ne fotografo il duomo sullo sfondo della Maiella. A questo scatto, accosto l'immagine della 940 che l'indomani sosta a Roccaraso e poi riparte da Palena, osservata da decine di persone. Proprio a Palena, alcuni signori mi chiedono quali altri treni passeranno di lì: rispondo che mancano ancora il diesel e le littorine, ma non sono convinti; dicono "ma quest'altra, quando torna?" e mi mostrano sul cellulare la foto della 940 dal lato del camino. Ho faticato non poco a convincerli che era proprio quella appena partita, ma girata al contrario. E insistevano "guardi che si confonde". Be', ma anche no... :) |
Campo di Giove. Primo piano dell'ALn 668.1452 con l'edificio del serbatoio idrico. |
Campo di Giove. Effettuato l'incrocio, le automotrici ripartono dalla linda stazione, imbandierata per l'occasione, mentre il cielo si è fatto più sereno. |
Campo di Giove. Pochi istanti dopo, il mio socio inquadra il treno sugli scambi d'uscita, tra gli abeti di questa località dalle sembianze alpine. L'edificio a sinistra è il Grand Hotel Zeus, oggi chiuso. |
Palena. Percorriamo la deserta strada del valico della Forchetta, fermandoci anche a lasciar passare un gregge che l'attraversa, e arriviamo a Palena di nuovo nel rapido rincorrersi delle nuvole. Siamo ormai a quota 1257, tra i prati del Quarto S.Chiara (il paese di Palena è 10 km più a nord). |
Palena. Anche la partenza del treno è miracolata dal sole: un istante dopo, sarà tutta ombra! |
Rivisondoli. A Rivisondoli corro per entrare in stazione, ma mi accorgo che l'ingresso è dall'altro lato del fabbricato; mi giro proprio nel punto in cui finisce l'asfalto e comincia il ghiaietto...e mi ritrovo per terra, con una botta notevole alla spalla (ma la fotocamera sana!). Nel mentre il mio socio inquadra la littorina a fianco del caratteristico fabbricato. Siamo a quota 1268, la "Stazione più alta della rete dopo quella del Brennero", come recita la celebre targa. |
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