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La Centrale Montemartini

 Sala Macchine.  E' visibile uno dei due motori diesel che venivano usati per muovere i corrispondenti alternatori. I motori, a due tempi, di 7.500 HP di potenza ciascuno (circa 5.500 kW), sono stati realizzati dalla Franco Tosi di Legnano (MI) nel 1933, andando a sostituire i precedenti motori meno potenti. In primo piano il banco di comando, sullo sfondo alcune delle statue romane.
La Centrale Montemartini - Sala Macchine.

 

 Agrippina.  La statua di Agrippina Minore come orante risale al I secolo d.C. ed è realizzata in basanite (roccia eruttiva scura, tipicamente utilizzata dai Romani per statue e lapidi). La statua è stata recuperata nel 1885 nell'area dell'Ospedale Militare del Celio (Villa Casali) dove era riutilizzata in minuti frammenti(!) all'interno di muri tardo-antichi. La testa è un calco di quella esposta alla Ny Carsberg Glyptotek di Copenhagen. Sullo sfondo il motore diesel della Franco Tosi.
La Centrale Montemartini - Agrippina.

 

 Motore Diesel.  In primo piano il ritratto dell'imperatore Caracalla (198-217 d.C.).
La Centrale Montemartini - Motore Diesel.

 

 Ritratti.  A destra, ritratto femminile, databile tra la fine del II sec. d.C. e la prima metà del III. Proviene dal giardino di Villa Rivaldi, dove, durante gli scavi per l'apertura della Via dei Fori Imperiali (1933), venne alla luce una sontuosa casa d'abitazione, ricca di statue.
La Centrale Montemartini - Ritratti.

 

 Sala Macchine.  All'estremità del motore diesel è montato l'alternatore fornito dal Tecnomasio.
La Centrale Montemartini - Sala Macchine.

 

 Sala Macchine.  La vista dall'alto, oltre a uno dei due motori Diesel del 1933, mostra la gru a ponte (Officine Elettromeccaniche Rivarolo Ligure, 1912) che, scorrendo su due binari laterali, permetteva di movimentare parti dei macchinari lungo tutta la sala.
La Centrale Montemartini - Sala Macchine.

 

 Statua di Atena.  Sullo sfondo, l'alternatore collegato al motore Diesel.
La Centrale Montemartini - Statua di Atena.

 

 Sala Caldaie.  (non ho fotografato la didascalia e il sito del Museo ha un concetto un po' limitato della sezione "Tutte le opere"...)
La Centrale Montemartini - Sala Caldaie.

 

 Sala Caldaie.  La caldaia, di cui si vede qui una piccola parte del fianco laterale, funzionava a 45 atm, con produzione di vapore di 60 ton/ora e poteva bruciare sia carbone, sia nafta. E' l'ultima delle tre caldaie che sono state installate nella sala tra il 1941 ed il 1950. Alimentava, insieme con le altre due, il nuovo turboalternatore da 20.000 kW installato in Sala Macchine nel 1946 e, tramite un riduttore di pressione, i vecchi turboalternatori precedentemente alimentati dalle caldaie smantellate nel 1941.
La Centrale Montemartini - Sala Caldaie.

 

 Statua di Polimnia.  Questa statua della musa Polimnia fu rinvenuta nel 1928 all'interno di un cunicolo sotterraneo nei pressi dell'odierna Villa Fiorelli. Apparteneva verosimilmente alla decorazione degli Horti Spei Veteris, un ampio possedimento imperiale che si estendeva dall'odierno piazzale di Porta Maggiore verso sud-est e che l'imperatore Settimio Severo trasformò in giardino, edificandovi un grandioso complesso residenziale (il relativo anfiteatro "castrense" è in parte conservato, inglobato nelle Mura Aureliane).
La Centrale Montemartini - Statua di Polimnia.

 

 Lucilla e Settimio Severo.  Lucilla, figlia di Marco Aurelio, fu imperatrice nel 164-169 d.C. Il ritratto di Settimio Severo, imperatore dal 193 al 211, fu rinvenuto negli scavi di via dei Fori Imperiali nel 1933.
La Centrale Montemartini - Lucilla e Settimio Severo.

 

 Condensatore.  Il condensatore, per la trasformazione del vapore delle turbine in acqua, venne fornito dalla Franco Tosi nel 1914.
La Centrale Montemartini - Condensatore.

 

 Treno di Pio IX.  Pio IX, salito al soglio pontificio nel 1846, intuendo il ruolo che avrebbe potuto avere la ferrovia nello sviluppo economico e sociale, dispose da subito la costruzione di alcune linee ferrate in concessione, che collegarono Roma con i principali centri dello Stato Pontificio. Il treno papale è stato realizzato nel 1858 per iniziativa delle società ferroviarie "Pio Centrale" e "Pio Latina", che lo hanno commissionato ad aziende francesi per farne dono al pontefice. I tre vagoni che lo compongono sono i più antichi mezzi ferroviari ancora esistenti in Italia. Il Papa ha utilizzato queste vetture per la prima volta il 3 luglio 1859, raggiungendo la stazione di Cecchina (Albano) dalla stazione di Porta Maggiore, allora capolinea delle linee ferroviarie pontificie.

Dopo il 1870 e la presa di Roma il treno finì accantonato a Civitavecchia e poi a Roma Termini dove fu depredato di alcuni ornamenti. Nel 1911, riconosciuto come importante documento storico e restaurato dalle Ferrovie dello Stato, fu esposto a Castel Sant'Angelo in occasione del cinquantenario del Regno d'Italia. Nel 1930, ceduto dallo Stato al Comune, fu trasferito nel neonato Museo di Roma, trovando posto prima a via dei Cerchi e poi, dal 1952, nella nuova sede del museo a palazzo Braschi. Infine nel 2016 le tre carrozze sono arrivate alla Centrale Montemartini.

La seconda carrozza, qui illustrata, è la "Sala del trono", con appartamento a uso del pontefice.

La Centrale Montemartini - Treno di Pio IX.

 

 Treno di Pio IX.  La prima carrozza è la "Loggia delle benedizioni" o "Balconata". Il treno è completato dalla Cappella (terza carrozza).
La Centrale Montemartini - Treno di Pio IX.

 

 Lampione.  Davanti all'ingresso del museo, sono stati installati due lampioni in fusione metallica (1896), già utilizzati come sostegni per la linea aerea tranviaria e recuperati da un magazzino.
La Centrale Montemartini - Lampione.

 

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