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Roma

Roma 1943, U.S. Army, area sud. 
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E' da notare la toponomastica di alcune strade legata alla dinastia sabauda o al regime, tanto che presso la stazione Ostiense c'è un "viale Adolfo Hitler": ovviamente nel dopoguerra tutto questo verrà prontamente rinominato. Della "via Imperiale" (poi Cristoforo Colombo), diretta al quartiere dell'Esposizione, è tracciato il rilevato a partire dalle mura.

Per gli appassionati di ferrovie ed archeologia industriale ci sono moltissimi spunti interessanti ed assolute curiosità. Le stazioni, gli scali, i depositi, le linee ferroviarie sono tutti rappresentati con grande dettaglio, compresi i binari singoli e doppi e i raccordi industriali.

Si guardi per esempio il fascio binari di Termini (già operativo dal 1941-42 nella configurazione attuale, mentre i fabbricati di stazione verranno ultimati nel 1950), lo scalo ed il deposito locomotive di San Lorenzo con le "rotonde" e più ad est il parco Prenestino e la stazione Tuscolana con i raccordi per diversi stabilimenti. Sono presenti anche le sedi di ferrovie mai costruite (la "cintura nord" tra Salaria e Flaminia) o abbandonate (il raccordo Tiburtina - Montesacro).

Nel quadrante sud-ovest, tra Ostiense e Portuense, che era l'area destinata a zona industriale, ci sono molti particolari di grande interesse. La stazione Ostiense con il suo grande scalo merci, i raccordi con la Roma-Lido e i Mercati Generali; uno di questi raccordi, curiosamente, percorre un tratto di via Ostiense e raggiunge le Officine del Gas, raccordate anche dal lato del Porto Fluviale sul Tevere (qui venivano inoltrati i carri di carbone). Oltre il Ponte dell'Industria (che è la ricostruzione carrabile del ponte ferroviario originale della Roma-Civitavecchia del 1859) altri raccordi provenienti dalla stazione di Trastevere raggiungono vari impianti: mulini, industrie, silos. Da Trastevere verso ovest si diramano la linea per Viterbo (che sottopassa il Gianicolo verso San Pietro), il lungo raccordo per l'impianto di iniezione traverse delle FS in via Donna Olimpia, più raccordi verso altri stabilimenti.

Non sono rappresentate le linee tranviarie né la Roma-Fiuggi (evidentemente assimilata a tranvia), forse ritenute di scarso interesse militare. Ci sarebbero ancora molti altri punti interessanti, ma lasciamo agli appassionati e curiosi la voglia di andare a scoprirli...

Roma - Roma 1943, U.S. Army, area sud.

 

Roma 1955, ATAC. 
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E' un Pianta pubblicata dall'Azienda Municipale Trasporti (ATAC): su una facciata l'area centrale, sull'altra le zone periferiche. La rappresentazione della città, e più ancora della periferia, è abbastanza schematica e poco dettagliata, dovendo servire solo da sfondo per lo schema delle linee di trasporto.

Nei riquadri laterali è riportato l'elenco delle linee con i relativi percorsi, gli orari di servizio (con dettaglio delle corse notturne!), le tariffe dei biglietti (alquanto articolate) e le informazioni sugli abbonamenti. Le linee tranviarie sono indicate in rosso, quelle di filobus ed autobus in blu (purtroppo non distinte), con evidenziazione dei capolinea in "negativo".

Dati i pochi motivi di interesse della mappa della città, soffermiamoci sui percorsi delle linee di trasporto. La rete tranviaria è ancora in gran parte quella risultante dalla riforma del 1930, che aveva eliminato i tram dalla zona centrale, ed è impostata su due linee circolari: una interna o "nera" - CD/CS - e una esterna o "rossa" - ED/ES (C sta per circolare, E per esterna, D e S destra e sinistra). Vi è poi tutta una serie di linee, originalmente solo radiali dalle circolari, ma nel dopoguerra molto modificate e spesso fuse in diametrali. E' comunque evidente che il tram rappresenta ancora la componente primaria del trasporto, tranne che nel centro storico, dove sono comunque grande maggioranza i filobus, e che l'autobus viene impiegato prevalentemente sulle linee periferiche. Sono però già presenti avvisaglie del prossimo "trionfo della gomma", specie nella fresca istituzione delle linee "speciali" contrassegnate da lettere dell'alfabeto... che di speciale avevano solo qualche fermata in meno ed una tariffa maggiorata.

Con le Olimpiadi del 1960 ed i connessi (anche discutibili) cambi nella viabilità, la rete tranviaria verrà massicciamente amputata e in seguito progressivamente in gran parte abbandonata, anche su molte linee che non avevano problemi di viabilità. Stessa sorte avranno i filobus, via via trasformati in autobus e infine scomparsi nel luglio 1972.

Ma torniamo alla pianta ed ad alcuni punti di interesse tranviario. E' ancora attiva la lunghissima linea 27, che sale a Monte Mario per viale Medaglie d'Oro e raggiunge l'Ospedale S. Maria della Pietà in area ultra periferica; ancora presente anche il tram 101 (unico a tre cifre perché... prolungamento dell'1) che collega Ponte Milvio con i Due Punti, sulla Flaminia, con un percorso tortuoso e in parte a binario unico.

Roma - Roma 1955, ATAC.

 

Roma 1955, ATAC. 
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La stessa estensione delle rete periferica dei trasporti, con le molte linee di autobus che si diramano e raggiungono borgate lontane, è un segnale della forte e disordinata espansione della città nel dopoguerra.

Dall'osservazione delle piante - specie quella della rete periferica - emerge una apparente singolarità: nel quadrante sud-est (vie Casilina, Tuscolana, Appia) sembrano non esistere linee di trasporto al di fuori dei servizi urbani della Roma-Fiuggi e delle tranvie dei Castelli (esercitate dalla STEFER, di proprietà comunque comunale). In realtà le zone erano servite da numerose linee di autobus della STEFER, che ovviamente non appaiono sulla pianta di ATAC. Queste linee facevano tutte capo alla Stazione Termini, sovrapponendosi tra loro e con i servizi su ferro, ed erano contrassegnate da lettere e numeri (ad esempio T1, T2, ecc. per quelle percorrenti la via Tuscolana). Questa singolare situazione sopravvivrà fino al 1976 quando tutte le linee verranno assorbite dall'ATAC e rinumerate.

Roma - Roma 1955, ATAC.

 

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