Cervo. Una mattina di fine luglio, prendo il treno fino ad Andora e poi raggiungo Cervo in bici, per fotografare quello che è rimasto della mia ferrovia, ora che non ci sono più nemmeno i binari. Il portale della galleria Cervo è ancora lì a lasciarsi osservare, sullo sfondo del Capo Berta. |
Cervo. Sembra ancora più lussureggiante la vegetazione che quasi avvolge il fabbricato viaggiatori di Cervo, ora che al posto dei binari ci sono solo pietre e fili d'erba secca. |
Cervo. Al passaggio ai piedi del borgo, quasi non ci si accorge che la ferrovia non c'è più: è solo il cielo che appare insolitamente libero, senza più il disegno scuro della linea aerea. |
Diano Marina. Un successivo pomeriggio mi dedico alla restante tratta, da Diano Marina a San Lorenzo. Scendo alla nuova fermata di Diano, sperduta nel nulla; è appesa una mappa che dovrebbe mostrare il percorso del bus di collegamento, ma la stazione è irrimediabilmente fuori pianta; così qualcuno ha tracciato a pennarello una freccia che esce dal foglio e percorre mezza bacheca fino a un cerchio solitario "siete qui". Comunque anche il bus non è certo un'alternativa frequente: prima di rassegnarsi a salire su un taxi, un'anziana signora mi chiede "Ma Diano Marina, la città che conoscevo, quella esiste ancora, vero?". La domanda, paradossale nel significato letterale, è tuttavia estremamente fedele nel rendere la sensazione di spaesamento che chiunque prova a scendere dal treno in quel luogo assurdo. Naturalmente in bici il percorso è questione di pochi minuti, e mi porta rapidamente a saltare dentro nell'area della stazione abbandonata: qui la rapida crescita delle erbe infestanti accentua subito l'idea del degrado, nonostante l'orario sia proprio quello in cui la luce è migliore. La bella palma è sempre lì, ma il confronto con la vista della stessa ora, appena 11 mesi fa, è semplicemente disarmante. |
San Lorenzo. Da Oneglia verso ovest il binario è ancora presente. All'ultima ansa prima di San Lorenzo la luce è spettacolare e l'assenza della linea aerea fa riscoprire visioni ottocentesche del tempo del vapore. Anche qui era necessario arrivare, provare a fotografare questo mondo diverso. |
San Lorenzo. La controcurva presso il km 112, tra il muro d'arenaria e il mare, con il palo che era l'avviso della protezione esterna di Porto Maurizio. |
San Lorenzo. Lo sguardo verso l'ora del tramonto, nello scenario del canneto e dei pini. |
Imperia. La galleria di Prino, alla periferia di Porto Maurizio, con il binario ancora al suo posto, e il portale ovest della galleria di Capo Berta, con il binario già rimosso. Una delle impressioni più forti legate alla nuova linea in galleria è accorgersi che per così tanta lunghezza - addirittura da Andora fino a Bordighera - la ferrovia non ci sia più, non faccia più compagnia: mi sembra che mi manchi sempre qualcosa. Passando in treno alla nuova Diano, si intuisce la costa in fondo alla piana, se ne conosce la forma, il lungomare, ma al viaggiatore per ferrovia è diventato qualcosa di estraneo, incomparabilmente lontano, che non fa più parte della stessa esperienza di viaggio. Poi ci sono le sensazioni paradossali, il pensare a un treno e dire "ecco, potrei fotografarlo lì", per accorgersi subito dopo che ogni "lì" semplicemente non esiste più. E come già era mi accaduto nel 2001, camminando lungo l'Aurelia continua a sembrarmi di sentire il rumore del treno, a ogni camion mi volto di scatto... |
Imperia. Sul far della sera, il binario tra le gallerie Prarola (alle spalle) e Prino. Per la ferrovia dismessa, l'idea è naturalmente quella di fare una pista ciclabile in continuità con quella esistente tra Ospedaletti e San Lorenzo (galleria fotografica). Sembra tuttavia che i lavori riguarderanno all'inizio solo la tratta Imperia-San Lorenzo. Questa scelta è verosimilmente motivata dal voler dare continuità alla pista esistente e soprattutto garantirne l'accessibilità sia alla città di Imperia, sia in generale a chi arriva in treno. Oggi infatti il limite maggiore della ciclopista di San Remo è che è inaccessibile in treno a entrambi gli estremi(!) e quindi è poco utilizzabile come "itinerario di viaggio" (che richiede un'ovvia continuità, soprattutto se ci si rivolge a un turismo di tipo familiare che difficilmente accetta di pedalare lungo l'Aurelia). |
Cervo. Una delle ultime sere d'agosto torno a Cervo per un bagno in notturna. L'ora blu si ripropone uguale a tutte quelle degli scorsi anni, ma senza la strisciata luminosa del treno in transito. |
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