Targhe e costruttori. Tre dei nomi più classici della trazione elettrica italiana: la Ansaldo di Genova (oggi scomparsa dal panorama ferroviario), la Breda di Milano (oggi sotto il controllo pubblico come AnsaldoBreda, dalle capacità tecniche ahimé alquanto più modeste) e il Tecnomasio di Milano, con officina a Vado Ligure (attuale stabilimento Bombardier a controllo canadese). |
ALe 840. Particolare del banco di guida dell'elettromotrice, con il controller (a sinistra), la leva per l'inversione di marcia (a destra) e i pulsanti per aprire e chiudere le porte (rispettivamente neri e rossi). |
E.645, E.428. Sulla vernice fresca della E.645.090 appena restaurata, la pioggia aderisce con un'infinità di minuscole gocce, mentre sullo sfondo riposano la E.428.202 e la E.646.196. |
E.646. Ritratto verticale per le due locomotive in verde magnolia. |
E.646. Sotto una cupa luce di temporale, la E.646.028 appare quasi come illuminata, tra una carrozza Tipo X e la E.646.004 agganciata a una vettura letti. |
625 ed ETR.500. L'ultima immagine è un accostamento forse un po' anomalo e "brutale", rispetto alla cura quasi filologica degli scatti precedenti, ma mi si è presentato davanti per puro caso: la 625.100 (Officine di Saronno, 1914) era di ritorno alla Squadra Rialzo, proveniente dalla Stazione Centrale, quando è stata superata da un ETR.500 Frecciarossa in servizio ordinario, permettendo la singolare inquadratura, sotto il consueto cielo da temporale. Ma forse non è altro che la curiosa riproposizione moderna di una celeberrima foto FS degli anni '50 con l'allora nuovissimo Elettrotreno Settebello accanto alla 685.054. |
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Le giornate di primavera FAI continuano con le foto su Scatti e sguardi
dell'Albergo diurno Venezia e della Centrale idroelettrica di Trezzo sull'Adda