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Padiglione Montaggio: vapore e trifase

 290.319  La visita inizia come di consueto dal Padiglione Montaggio, che accoglie tutte le locomotive a vapore e le quattro trifasi. La 290.319 (OM, 1912) è una piccola macchina di rodiggio C, appartenente al Gruppo 350 bis, progettato dalla Rete Adriatica e costruito in 338 esemplari tra il 1889 e il 1913, poi classificato 290 con l'avvento delle FS. Coerentemente con l'epoca di costruzione, il motore è a vapore saturo e semplice espansione, e la velocità massima è di 60 km/h.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 290.319

 

 290.319, MMO 22  Accanto alla 290, di cui abbiamo appena parlato, è ospitata una delle 12 macchine del gruppo 250, costruite a cavallo del secolo per le Ferrovie Nord Milano, dove recava il numero 254. Nel 1936 venne ceduta insieme ad altre due unità alla ferrovia in concessione Monza-Molteno-Oggiono, e infine fu l'unica del suo gruppo a confluire nel parco FS nel 1954, a seguito del passaggio alle FS di tale linea, come esemplare unico 850.022. Si trattava di un passaggio puramente amministrativo, perché a quel tempo la macchina era già fuori servizio; ciononostante essa è stata conservata, prima a Roma, poi a Merano e infine a Pietrarsa, dove porta ancora oggi la marcatura "intermedia" della MMO.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 290.319, MMO 22

 

 Padiglione Montaggio.  Una vista d'insieme dell'ambiente più imponente del Museo in cui sono allineate ai lati del "ponte trasbordatore" ben 30 macchine, in prevalenza a vapore. In primo piano, il pancone della 685.068 per servizi passeggeri rapidi.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - Padiglione Montaggio.

 

 480.017  Le 18 unità del Gruppo 480 furono costruite nel 1923 delle OM di Milano; erano macchine di rodiggio 1'E a semplice espansione e vapore surriscaldato, per servizi merci impegnativi, in particolare sulla linea del Brennero, da poco passata all'Italia. In realtà, già nel 1929 l'elettrificazione trifase da Bolzano al Brennero risolse in maniera assai più efficiente il problema dell'esercizio sulla lunga rampa alpina. Le 480 passarono dunque la maggior parte della loro vita in Sicilia, salvo proprio la 017 che a metà degli anni '60 venne destinata alle manovre sulla sella di lancio di Milano Smistamento.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 480.017

 

 480.017  In secondo piano la 685.068 (Breda, 1915), appartenente al più celebre Gruppo di locomotive a vapore italiane per servizi viaggiatori.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 480.017

 

 740.115  Il duomo fresco di restauro della 740 è fotografato attraverso l'attigua cabina dalla 685.068.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 740.115

 

 736.114  (American Locomotive Co., 1944): appartiene a un numeroso gruppo di locomotive americane da guerra - Gruppo S.160 USATC - costruite in oltre 2100 unità, addirittura per quattro scartamenti diversi. In Italia ne arrivarono 248 e nel primo decennio del dopoguerra diedero un contributo fondamentale alla ripresa del servizio ferroviario, dal momento che la maggioranza delle macchine italiane era danneggiata e in attesa di ricostruzione. Coerentemente con lo scopo del progetto, si tratta di macchine semplici, di rodiggio 1'D, in maggioranza previste per l'alimentazione a nafta, e la loro struttura è evidente anche in quest'immagine della cabina, che appare quasi spoglia, se confrontata a una locomotiva italiana.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 736.114

 

 980.002, 680.037  La 980, locomotiva a cremagliera di costruzione svizzera (SLM, 1908), è correttamente mostrata in rampa, su un binario inclinato. Era destinata alle due linee a cremagliera delle FS: la Saline-Volterra (chiusa nel 1958) e la Paola-Cosenza (chiusa nel 1987, anche se le 980 erano già state sostituite dal successivo Gruppo 981). Il motore era a vapore saturo e doppia espansione, con il meccanismo ad alta pressione collegato alle ruote e quello a bassa pressione collegato alla ruota dentata e quindi funzionante solo sulle tratte a cremagliera.

La 680.037 (Breda, 1907) è invece uno dei soli 4 esemplari rimasti allo stato d'origine del proprio Gruppo, realizzato al principio del XX secolo a vapore saturo e doppia espansione. Di lì a poco, la nuova tecnica del vapore surriscaldato portò all'evoluzione del celeberrimo Gruppo 685, mentre quasi tutte le 680 vennero anch'esse trasformate a vapore surriscaldato, creando i Gruppi 681 e 682 o confluendo nelle stesse 685 ed S.685.

Padiglione Montaggio: vapore e trifase - 980.002, 680.037

 

 E.551.001  Queste locomotive rappresentano la generazione intermedia delle macchine trifasi per treni merci, evoluzione delle E.550 e realizzate in gran numero: 183 unità tra il 1921 e il 1925. Hanno fatto servizio fino al 1965, da ultimo presso il deposito di Savona. La vista ravvicinata del pancone offre un gioco geometrico di forme, chiodi, fori, tubi, su cui risalta la tradizionale marcatura ombreggiata.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - E.551.001

 

 FAV E.440.3  (Cemsa, 1932). Si tratta di una macchina non FS, appartenuta alla FAV, Ferrovia Alta Valtellina, che la usava sulla propria linea Sondrio-Tirano. In questo caso il colore nero rimase fino alla fine del servizio regolare. I quattro esemplari del gruppo furono realizzati "in economia" utilizzando le parti già costruite del progetto delle E.471 bitensione/bifrequenza, poi abbandonato. A fianco, la E.432.001, la più classica delle macchine trifasi per servizi viaggiatori.
Padiglione Montaggio: vapore e trifase - FAV E.440.3

 

Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica

 ALn 556.1202  Ci spostiamo nel Padiglione Caldareria, destinato in maggioranza ai mezzi leggeri. Con le Littorine, cioè le automotrici diesel, nella prima metà degli anni Trenta si inventò letteralmente un nuovo modo di viaggiare per ferrovia, realizzando velocità e comfort di marcia impensabili con la trazione a vapore e le carrozze ordinarie. Dopo una lunga varietà di modelli sperimentali, nella seconda metà del decennio la costruzione in serie si concentrò sulle ALn 556 (il raddoppio del "5" iniziale precisa che queste macchine introducevano anche il comando multiplo, cioè la possibilità di pilotare due unità da un'unica cabina). Lo stesso gruppo presentava due linee stilistiche completamente diverse, ed entrambe fortemente caratterizzanti, realizzate dalla Breda e dalla Fiat. Questa è la versione Fiat (1937). Le une e le altre hanno fatto servizio pressoché in tutta Italia fino ai primi anni Settanta.
Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica - ALn 556.1202

 

 E.444.001  La novità maggiore tra i mezzi ospitati al Museo, e uno dei motivi del mio ritorno, è senz'altro la E.444.001 (Savigliano, 1967), primo esemplare delle nuove locomotive elettriche veloci realizzate dalle FS, dapprima in 4 prototipi nel 1967 e poi in 113 esemplari di serie nel 1970-74. L'unità 001, unica sopravvissuta dei prototipi, è stata restaurata esteticamente nel 2008 ed esposta in occasione del weekend di porte aperte a Milano Smistamento nell'ottobre di quell'anno, per poi trovare la collocazione finale proprio a Pietrarsa, nel Padiglione Caldareria, insieme alle Littorine e alle elettromotrici.
Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica - E.444.001

 

 ALe 792.004  Sulla Varesina E.623 e sull'ALe 792 è possibile salire a bordo. Di quest'ultima mostro il classico banco di comando, tipico delle elettromotrici a corrente continua con avviatore automatico (il meccanismo che esclude progressivamente il reostato). Sul controller, la manovella di destra stabilisce la direzione di marcia (A=Avanti), la manovella di sinistra comanda invece le combinazioni dei motori, cioè Serie e Parallelo (le lettere S e P sono nascoste dalla manovella stessa). Sul banco si vedono le corrispondenti spie luminose, sotto i vari strumenti di misura, tra cui il più importante è quello che indica la corrente dei motori.
Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica - ALe 792.004

 

 E.444.001  I finestrini della ALe 792.004, dalla caratteristica forma lunga e stretta, sono un punto di osservazione inconsueto per il muso della E.444. Qui in particolare il finestrino è quello sopra il ripiano che fa da vano bagagli.
Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica - E.444.001

 

 ALn 556.1202  Un panorama tutto in colore castano e Isabella, per racchiudere un buon pezzo di storia dei mezzi leggeri FS. A sinistra il muso di una Littorina di prima generazione, conservata come rimorchio Ln 55.104, ottenuto dalla smotorizzazione della ALb 48.105 a benzina (Fiat, 1933). In primo il carrello motore di un'ALn 556.1900, comprendente l'intero blocco motore e la relativa trasmissione; queste automotrici erano adatte al servizio sulle linee a dentiera come la Paola-Cosenza: si riconosce la ruota dentata, calettata sull'asse di sinistra. A seguire, l'ALn 556.1202 Fiat e l'ALn 556.2312 Breda. Sulla destra, l'ALn 772.3375 e in fondo l'ALn 880.2018.
Caldareria e Macchine utensili: materiale leggero e trazione elettrica - ALn 556.1202

 

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