D.341.1016 Con 105 unità realizzate tra il 1957 e il 1963, suddivise in due serie esteticamente differenti, le locomotive diesel-elettriche D.341 rappresentano una pietra miliare nella sostituzione della trazione a vapore sulle linee non elettrificate. L'unità 1016 appartiene alla prima serie, che operò soprattutto al Sud fin verso la metà degli anni '80. A sinistra compare la "sogliola" (automotore leggero) 207.020, realizzata da Badoni nel 1935. |
D.342.4011 (Ansaldo, 1961): il grosso e caratteristico fregio del costruttore è stato senz'altro il più appariscente utilizzato su una locomotiva italiana. Queste macchine, uniche diesel da treno a trasmissione idraulica delle FS, sono rimaste in servizio fino alla metà degli anni Ottanta, soprattutto nell'area di Siena. |
215.006, 207.020 Un automotore da manovra del 1956 e una Sogliola del 1935 ricordano la ditta Antonio Badoni di Lecco (chiusa nel 1993), che ha scritto la storia delle locomotive da manovra italiane, tanto che lo stesso termine Badoni è diventato sinonimo di piccola macchina da manovra. Le Sogliole in particolare erano i minuscoli automotori, costituiti quasi dalla sola cabina a sviluppo verticale, che in centinaia di unità garantivano la manovra nei piccoli scali. |
Pensilina. Si avvicina l'ora del tramonto, fuori dal Padiglione Caldareria, dove è stata installata una classica pensilina in fusione di ghisa. La didascalia spiega che questo esemplare proviene dalla stazione di Fiorenzuola d'Arda, sulla Milano-Bologna, dove era stata installata nel 1934, riutilizzando i materiali della precedente pensilina di Reggio Emilia, dismessa quattro anni prima a seguito di lavori di rinnovo. La tettoia misura 22 m per 7 e lo stile costruttivo si rifà a progettazioni sviluppate dalle FS tra il 1906 e il 1911. |
E.444.001 Non può mancare un dettaglio sulla figura della "Tartaruga", il primo dei tre animali ironicamente applicati alle locomotive FS nel corso degli anni '70 (come noto, gli altri furono il Caimano sulle E.656 e la Tigre sulle E.632/633). |
Padiglione Montaggio. Al venerdì il museo dovrebbe chiudere alle 16.30, ma durante la mia visita sono stato fortunato: per una serie di eventi che, molto giustamente, si organizzano negli spazi di Pietrarsa, l'apertura era prolungata fino a sera, permettendomi di cogliere anche l'intero imbrunire. Una delle attività in programma era una lezione di ginnastica artistica proprio all'interno del Padiglione Montaggio: una situazione inconsueta e un contesto affascinante, che ricordo con questa immagine. |
Tramonto. La giornata si conclude a sorpresa con uno spettacolare e lucente tramonto, che propongo in versione panoramix ultralarge: si tratta di un totale di 5 scatti, di cui i due di sinistra giuntati a mano, per garantire la prospettiva corretta, e i tre di destra con il software Hugin, che è molto più bravo di me a "livellare" l'inevitabile gradiente di luminosità avvicinandosi al sole. L'isola appena a destra delle navi è Capri, mentre tutta sulla destra compare Ischia. |
Colonna idraulica. Negli istanti del tramonto di dicembre. |
E.444.001 Ancora la E.444, all'imbrunire, quando la luminosità esterna e interna sono molto simili, permettendo di inquadrare la macchina dall'esterno del padiglione. |
ALe 792.004 Una delle innovazioni recenti è la chiusura di uno dei portoni della Caldareria mediante una lastra di vetro. In particolar modo alla sera, si rende così possibile un'inquadratura d'effetto del muso aerodinamico della ALe 792, uno dei risultati più notevoli del design ferroviario europeo degli anni '30. |
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