Colonna idraulica. Durante la giornata il cielo rimane sempre parecchio tempestoso, dando la possibilità per questa inquadratura ad effetto della colonna idraulica esposta nel piazzale, sullo sfondo del Padiglione Montaggio. |
Maglio, Alesatrice. Nel Padiglione Centro Molle sono ospitate alcune macchine originali dell'officina, disposte in modo molto scenografico, grazie all'ampiezza degli spazi: a sinistra un maglio da 2000 kg (B. & S. Massey, Manchester, 1913), un tempo alimentato a vapore e successivamente ad aria compressa; a destra un'alesatrice, con la quale si praticavano i fori alle bielle delle locomotive. |
Padiglione Torneria. Si tratta di uno degli ambienti più spettacolari del Museo: gli archi a sesto acuto gli hanno valso il soprannome di Cattedrale. Chiuso durante la mia precedente visita del 2008, è ora pienamente agibile, e ospita vari modelli a grande scala, nonché il "plastico 300 treni", opera artigianale di Otello Brunetti, un tempo visibile a Roma Termini (info su scalatt.it). |
E.424 (modello). Realizzato a grande scala, riproduce una E.424 allo stato d'origine, con la porta d'accesso alla cabina solo sul frontale (successivamente vennero aperte le normali porte laterali e quella frontale venne soppressa). Le E.424 sono la versione minore, a soli due carrelli, delle E.636. Soltanto i primi tre esemplari hanno visto la luce durante la guerra: le successive 155 unità sono state poi realizzate entro il 1951. |
ETR.300 (modello) A scala un po' minore rispetto all'E.424, fa mostra di sé il celeberrimo elettrotreno Settebello (Breda, 1953) caratterizzato dal salottino belvedere e dalla cabina di guida in posizione sopraelevata. |
Oggetti. Vari elementi di oggettistica ferroviaria arricchiscono il museo, senza creare uno sgadevole effetto di accumulo: a sinistra, in una vetrina, un elemento in fusione metallica delle officine di Pontassieve con la dizione completa della RA: "Strade Ferrate Meridionali - Rete Adriatica"; accanto ad esso, un cosfimetro, lo strumento elettrico che misura il cos φ, vale a dire l'angolo di sfasamento tra la tensione e la corrente di un circuito alimentato in corrente alternata. In basso il "macaco" di uno scambio della Carminati e Toselli, celebre industria milanese specializzata soprattutto in elettromotrici e mezzi tranviari, attiva fino agli anni '30. A destra infine due meccanismi di comando di segnali, azionati a filo, rosso per il segnale principale e giallo per l'avviso. |
D.341, D.342 Nel Padiglione Tubi Bollitori, destinato alle locomotive diesel, si è sperimentata un'inconsueta e attraente disposizione ad angolo retto, con i rotabili posati su spezzoni di rotaie. Da sinistra a destra, l'automotore 215.006 (Badoni, 1956), le locomotive da treno D.341.1016 (Stab. Meccanico di Pozzuoli, 1958) e D.342.4011 (Ansaldo, 1961) e infine la locomotiva da manovra 235.3005 (OM, 1961). Sullo sfondo, di là del breve Padiglione Fucine (utilizzato per presentazioni video), si distingue il maglio già incontrato nel Padiglione Centro Molle. |
D.341.1016 Con 105 unità realizzate tra il 1957 e il 1963, suddivise in due serie esteticamente differenti, le locomotive diesel-elettriche D.341 rappresentano una pietra miliare nella sostituzione della trazione a vapore sulle linee non elettrificate. L'unità 1016 appartiene alla prima serie, che operò soprattutto al Sud fin verso la metà degli anni '80. A sinistra compare la "sogliola" (automotore leggero) 207.020, realizzata da Badoni nel 1935. |
D.342.4011 (Ansaldo, 1961): il grosso e caratteristico fregio del costruttore è stato senz'altro il più appariscente utilizzato su una locomotiva italiana. Queste macchine, uniche diesel da treno a trasmissione idraulica delle FS, sono rimaste in servizio fino alla metà degli anni Ottanta, soprattutto nell'area di Siena. |
215.006, 207.020 Un automotore da manovra del 1956 e una Sogliola del 1935 ricordano la ditta Antonio Badoni di Lecco (chiusa nel 1993), che ha scritto la storia delle locomotive da manovra italiane, tanto che lo stesso termine Badoni è diventato sinonimo di piccola macchina da manovra. Le Sogliole in particolare erano i minuscoli automotori, costituiti quasi dalla sola cabina a sviluppo verticale, che in centinaia di unità garantivano la manovra nei piccoli scali. |
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