Brozolo. Il palo sulla sinistra è quello dell'SSC, il Sistema di supporto alla condotta proprio delle linee secondarie. Come noto, tutte le ferrovie chiuse nel 2011-2012 erano state appena attrezzate con tutti i sistemi di sicurezza. Tenendo conto che avevano funzionato per decenni del tutto prive di questi sistemi, appare decisamente poco lungimirante averli installati appena due o tre anni prima della chiusura. Anche per chi avesse avuto proprio l'obiettivo di chiuderle (a meno che, beninteso, l'obiettivo non fosse spremere prima di chiudere). |
Brozolo. Marciapiede e binario sono ingombri di erbacce incolte, ma una cosa brilla in ogni stazione: un abbagliante cartello "1", caso mai qualcuno sbagliasse binario. Anzi: già che ci siamo, il cartello è ripetuto due volte. |
Brozolo. Qui e in svariate altre stazioni, il fabbricato è stato riutilizzato per un ristorante o un'altra attività. E' certo un utilizzo intelligente, anche se fa un po' di amarezza pensare a come il più delle volte sia arrivato dopo la fine della ferrovia. Quando i treni circolavano, la maggior parte di queste stazioni era ridotta in condizioni davvero critiche. |
Cocconato. Il sistema più sicuro per essere certi che mai un treno tornerà a viaggiare è quello di aver diligentemente smontato tutto le sbarre dei passaggi a livello. Ad oggi (estate 2013) accade sulla Chivasso-Asti, sulla Asti-Casale e sulla Santhià-Arona; altrove le sbarre dovrebbero essere ancora tutte al loro posto. |
S.Anna-Robella. Due oggetti si stagliano amaramente verso il cielo: il palo di un passaggio a livello privo di sbarre e l'antenna del sistema GSM-R, la rete di telefonia mobile delle ferrovie, installata sulla Chivasso-Asti otto mesi dopo la chiusura della linea. Per la cronaca, nell'estate 2013 le antenne erano ancora in funzione (si sentiva il ronzio delle apparecchiature). |
Montiglio-Murisengo. Due segnali accesi per non si sa quale ragione, una selva di cartelli spuntati lungo tutti i marciapiedi e la vegetazione incolta che mostra chiaramente l'abbandono della ferrovia. Difficile racchiudere più degrado in un'immagine, in tutte le sue forme. |
Serravalle d'Asti. Il binario nemmeno si vede più, sommerso dalle erbacce, ma si vedono i soliti due cartelli "1", il divieto di oltrepassare la linea gialla e il segnale di protezione al passaggio a livello, con il suo bel trasmettitore SSC. |
Castagnole delle Lanze. Senza parole. Il cartello nuovo (quello in alto) è stato installato, qui e lungo tutta la linea Castagnole-Alessandria, tre settimane prima della chiusura. |
Nucetto. Poco dopo la cessazione del servizio viaggiatori, qualcuno si è preso la briga di chiudere tutti i classici cancelletti di stazione, dove c'erano. Dove non c'erano, come qui, è stata tirata una catenella. E naturalmente è stato apposto il regolare cartello di divieto. |
Cuneo Gesso. Attrezzature SCMT (armadio e boa) in bella mostra. Tra l'altro ci si domanda il senso di aver installato l'SCMT (anziché il più economico SSC) su una linea come la Cuneo-Mondovì, percorsa solo da automotrici diesel. Forse qualcuno ancora faceva finta di credere che potessero circolare treni merci? |
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