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Prologo: intorno ad Ancona

 Ancona.  Il 2005 è stato per me un anno particolare, di passaggio verso una differente ricerca della ferrovia. Chiusa nel 2001 la litoranea di San Remo, e ormai completata l'applicazione della nuova colorazione XMPR bianco-verde, per qualche tempo ero rimasto disorientato, non trovando più quasi nulla della ferrovia con cui ero cresciuto. A giugno ho passato un weekend ad Ancona, portando con me la bici: un weekend estivo e solare, da cui è iniziata la riconciliazione con la ferrovia del XXI secolo, anche grazie alla presenza di un soggetto decisamente significativo.

Gli ETR.450, i primi Pendolini di serie (dopo il prototipo ETR.401 del 1976), entrati in servizio sulla Milano-Roma nel 1988, nel giro di qualche anno e con l'arrivo della nuova flotta di ETR.500 - gli attuali Frecciarossa - erano stati relegati a ruoli minori, tra cui spiccava il servizio Ancona-Roma. Questa linea transappenninica, per i primi kilometri fino a Falconara, utilizza i binari della litoranea adriatica, permettendo attraenti inquadrature in riva al mare. Un ETR.450 da Roma è ormai giunto in vicinanza della sua meta: il terzo binario lato mare è l'asta di manovra di Ancona.

Prologo: intorno ad Ancona - Ancona.

 

 Ancona Marittima.  La stazione di Ancona è un po' decentrata rispetto alla città storica, che si concentra intorno all'anfiteatro del porto e ai piedi del promontorio di San Ciriaco. La breve linea per Ancona Marittima, dove erano prolungati alcuni treni delle relazioni verso nord, era un punto di accesso molto comodo al centro urbano. Un servizio regionale effettuato con le celebri elettromotrici ALe 601 passa a bassa velocità accanto al porto, sotto la Porta Pia.
Prologo: intorno ad Ancona - Ancona Marittima.

 

 Ancona Marittima.  La composizione di ALe 601 è in sosta al capolinea.

Per la sua particolare collocazione, questa breve linea gestiva in modo non standard i passaggi a livello, così da evitare chiusure troppo prolungate. Con l'evoluzione della normativa ferroviaria, diventata via via (troppo?) severa, piuttosto che studiare un regime specifico per questi passaggi a livello che fosse compatibile con le nuove norme, a dicembre 2015 la stazione è stata chiusa e la linea smantellata. Ora chi deve andare in centro ad Ancona, si cerca un bus dalla stazione principale.

Prologo: intorno ad Ancona - Ancona Marittima.

 

 Ancona.  Di primo mattino, l'ETR.450 per Roma corre accanto alla spiaggia, sullo sfondo della raffineria di Falconara.
Prologo: intorno ad Ancona - Ancona.

 

 Nuovo! Ancona Marittima.  Nella luce bassa del tardo pomeriggio, una E.646 con il suo treno di carrozze a piano ribassato, partita dalla Stazione Marittima, percorre il tratto a fianco della darsena.
Prologo: intorno ad Ancona - Ancona Marittima.

 

Ortona-Casalbordino

S.Vito-Lanciano.  Con la chiusura della litoranea di Vasto, la tratta a sud di Pescara - 26 km da Ortona a Casalbordino - nei primi anni 2000 era diventata la più lunga sezione a binario semplice in riva al mare della ferrovia adriatica. Ad agosto 2002 una bella E.656 transita dalla stazione di San Vito, a cui diremo addio tre anni più tardi...
Ortona-Casalbordino - S.Vito-Lanciano.

 

 San Vito Marina.  Il 13 ottobre 2005, a poco più di un mese dalla prevista chiusura, parto per San Vito. Quando vi arrivo, vedo che sul binario terminale della ferrovia Sangritana è pronta la ALe 01, elettromotrice TIBB del 1957, una delle preziose peculiarità di questa storica linea, la cui triste fine sarà documentata nell'ultima parte di questo racconto. Chiedo fra quanto parte: cinque minuti. Salto in sella e in pochi istanti sono al cavalcavia della statale. Ecco il treno delle 14.20 per Lanciano, con la ALe 01 e un'altra elettromotrice che inquadrano una rimorchiata.
Ortona-Casalbordino - San Vito Marina.

 

 S.Vito-Lanciano.  La ferrovia Sangritana ha ricevuto varie ALn 776 dalla Ferrovia Centrale Umbra, dove erano state acquistate in numero spropositato rispetto alle effettive necessità. Si tratta di automotrici simili alle ALn 663 ma senza comparto bagagli; alcune sono in versione monocabina, destinate a viaggiare in coppia e riconoscibili per l'assenza di porte intercomunicanti su una testata. L'attraente colorazione blu, avorio e rosso è rimasta quella d'origine (mentre sulla FCU nel frattempo sono diventate prima arancioni e poi grigio scuro). Due ALn 776 monocabina effettuano un locale Pescara-Termoli, totalmente su rete FS.
Ortona-Casalbordino - S.Vito-Lanciano.

 

 S.Vito-Lanciano.  Affollamento nella stazione di S.Vito, con un merci fermo per incrocio e un treno della Sangritana che inverte la marcia per andare da Lanciano a Pescara. Le elettromotrici sono sempre quelle della Sangritana, ma nella versione ricarrozzata negli anni '90, ridipinta in un giallo-arancio di una vivacità sorprendentemente allegra. Alla foto andrebbe aggiunto il sonoro, che recupero dal quaderno degli appunti; vedere e sentire scendere giù un treno dai tornanti di San Vito è infatti parte dell'esperienza di quella ferrovia: il passaggio a livello che risuona, la marcia lenta sul ponte, il comparire e ricomparire.
Ortona-Casalbordino - S.Vito-Lanciano.

 

 S.Vito-Lanciano.  La sosta del merci si prolunga, e ne approfitto per un primo piano d'infilata. Sullo sfondo, come in molte altre immagini, è presente un trabocco, l'attrezzatura per la pesca tipica di questa costa. L'E.656.445 è stata trasformata in E.655 con rapporto di trasmissione per servizi merci. Il disegno del Caimano era ancora visibile ma parecchio deteriorato e ha meritato un restauro digitale.
Ortona-Casalbordino - S.Vito-Lanciano.

 

 S.Vito-Lanciano.  Mentre la luce del pomeriggio si fa più tenue, anche un Minuetto Termoli-Pescara sorpassa il merci in paziente attesa.

Nel tardo pomeriggio ritorno poi a Ortona in bici, dove ho prenotato il mio albergo. Anche se non ne ho tenuta una traccia fotografica, lungo la strada familiarizzo con i segni della linea del fronte, che qui imperversò nel 1943/44: prima di tutto i cimiteri di guerra, ma anche la ricostruzione della ferrovia nell'immediato dopoguerra, riconoscibile per i portali di galleria rifatti in cemento.

Ortona-Casalbordino - S.Vito-Lanciano.

 

 San Vito Marina.  L'indomani, di primo mattino, il meteo è quello che è, e le foto nella tratta tra Ortona a San Vito non passeranno alla storia. Tanto vale provare a viaggiare la Sangritana, o almeno quello che ne resta, salendo fino a Lanciano con la corsa delle 11.10: eccola, poco prima della partenza, sul binario di San Vito Marina, stretto tra il muro della Statale e la staccionata FS. Eppure il vivacissimo giallo-arancio delle ALe ricostruite riesce ugualmente a colorare la scena.
Ortona-Casalbordino - San Vito Marina.

 

 Treglio.  A bordo dell'elettromotrice il fondovalle è presto dimenticato, al primo tornante si oscilla quasi da brivido, in galleria il bordino stride incessante. Poi ci sono gli altri suoni: le campane dei passaggi a livello, i fischi, il ritmo delle giunzioni delle rotaie; la linea aerea originale, lo stesso incedere "veloce" come possono essere veloci, in quel contesto, i 55 km/h della nostra marcia. Da Lanciano, punto di nuovo al mare in bici, che tanto è tutta discesa. A un certo punto, a fianco della strada, sento il passaggio a livello che si chiude, vedo un binario di raddoppio, una linea aerea decisamente tranviaria: è Treglio, e transita l'ALn 776.051 (bicabina) da Pescara. Ora c'è persino il sole!
Ortona-Casalbordino - Treglio.

 

 San Vito Città.  E' mezzogiorno e mi fermo per un pic-nic nella stazione di San Vito Città: vi attendo la corsa Lanciano-Pescara, svolta con la coppia di ALn 776 monocabina.
Ortona-Casalbordino - San Vito Città.

 

 San Vito Città.  La discesa in bici è spettacolare e agevole: riesco a precedere il treno al celebre tornante con vista su tutta la costa!
Ortona-Casalbordino - San Vito Città.

 

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