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Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana

 San Vito Città.  E' passato un anno esatto e siamo arrivati alla fine: di lì a pochi giorni, l'ultimo tratto della Sangritana originale, da San Vito a Lanciano, verrà chiuso. Solo un anno e mezzo più tardi, a marzo 2008, sarà aperta la nuova linea per Lanciano, ad oggi unico tratto FAS in esercizio. Proprio a novembre 2006 faccio un viaggio in Sicilia e, sulla strada del ritorno, riesco a fermarmi una giornata in Abruzzo. Pernotto a Pescara e alle 7 di un freddo mattino, due ALn 776 piacevolmente riscaldate mi portano per l'ultima volta su fino a San Vito Città. Eccole che ripartono per Lanciano, nella stazione ancora in ombra.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

 San Vito Città.  Mi porto al tornante e attendo il treno successivo. Mentre il viadotto è andato in luce da pochi minuti, transitano i tre pezzi del Treno della Valle (che dallo scorso settembre è comunque limitato a Lanciano).
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

 S.Vito-Lanciano.  Le quattro corse successive sono effettuate con Lupetto da Pescara a San Vito e ahimè con bus da qui a Lanciano. Così fino alle 14 non c'è alcun treno da fotografare. Scendo dunque al belvedere dannunziano e la stazione FS mi si dispiega davanti, "nuda", già privata di ogni binario e ogni palo. La mia San Vito è ormai un deserto di pietra, così vicino, così enorme, sullo sfondo di un mare turchese e bellissimo.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - S.Vito-Lanciano.

 

 San Vito Città.  Finalmente, alle 14, arriva il primo treno da Lanciano: un'elettromotrice Stanga, ricostruita nel 1996 e riverniciata nell'allegra colorazione del Treno della Valle.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

Piano schematico.  Ci vuole un po' per riabituarsi all'incredibile tracciato di San Vito. Anzi: forse solo oggi, che lo vedo per l'ultima volta, l'ho davvero capito del tutto. Me lo disegno sugli appunti: quella che vedete ne è la fedele trasposizione digitale. Prendiamo un treno che scende, come quello appena visto: parte da San Vito Città, percorre l'elicoidale, suona il PL senza barriere, esce dalla galleria, è accanto alla "palazzata" del borgo; con la seconda galleria cambia versante; percorre il tornante e il suo viadotto: è quando lo si ammira meglio dalla marina; scende fino in fondo e non se ne sente più il rumore, lo stridere dei bordini sulle curve; fa il secondo tornante sul viadotto in calcestruzzo; sono passati almeno 3-4 minuti, ed eccolo qui sotto; oggi lo vedo fermarsi nello scenario di cemento della nuova stazione RFI, ma l'anno scorso se ne udiva il fischio in ingresso a San Vito Marina.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - Piano schematico.

 

 San Vito Città.  Meno di mezzora più tardi, il Treno della Valle ritorna. Siamo sempre tra il PL e la galleria prima del tornante.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

 San Vito Città.  Subito dopo, scendono le due ALn 776 per Pescara.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

 San Vito Città.  Infine, nel ramo inferiore del tornante, attendo l'ALn 776 singola proveniente da Teramo.
Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito Città.

 

 San Vito RFI.  Le giornate sono brevi, e comunque è già ora di iniziare il viaggio di ritorno: scendo alla nuova stazione di San Vito, da cui, nella luce del tramonto, si ammira il borgo sulla collina e, a mezza costa, il lungo viadotto del tornante. Ma non è certo casuale che in primo piano compaiano i tralicci della nuova linea aerea, che tutto può dirsi tranne che esile, e a destra il grigio parallelepipedo che è il nuovo fabbricato di stazione. La ferrovia che abbiamo conosciuto in questo racconto diventa subito "un altro mondo" rispetto a quella che ci attende.

Da qui un Minuetto mi porta a Pescara, e infine con un ETR.500 in tarda serata sono a Milano.

Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - San Vito RFI.

 

Castel di Sangro.  Da allora non sono più tornato a San Vito. Sono arrivato invece all'altra estremità della Sangritana, cioè a Castel di Sangro, a dicembre 2011, quando scompariva il servizio regolare sulla linea per Sulmona, e ho colto l'occasione per raccontare le tristissime vicende di quei luoghi.

Vi sono tornato infine a settembre 2017: nel frattempo la Sulmona-Castel di Sangro è risorta, sebbene come linea esclusivamente turistica, con mediamente un treno alla settimana. Ma della Sangritana si è avverato - ed è "vergognosamente ammirabile" - quel che segnalavo nel mio articolo del 2011: con un lavoro costato 10 milioni di euro, è stato spostato il capolinea della ferrovia, ricollocandolo accanto ai binari FS. Il lavoro ha comportato la realizzazione di oltre 450 m di gallerie artificiali (di cui una è visibile sullo sfondo), per eliminare alcuni passaggi a livello, e la ricostruzione di circa 4 km di linea. Ma questo non vuol dire che i treni della Sangritana possano ora arrivare fin qui. Il resto della rete, cioè la breve tratta San Vito - Lanciano, è separato da 60 km di ferrovia in totale abbandono e completamente da ricostruire. E del resto i 10 milioni già spesi sono bastati per le sole opere civili: come si può vedere non ci sono né elettrificazione né segnalamento, e RFI non si è nemmeno presa la briga (giustamente) di raccordare dalla sua parte lo scambio monco. La storia della Sangritana, di cui abbiamo percorso alcuni dei lati più affascinanti, termina letteralmente in uno scempio della res publica.

Novembre 2006: gli ultimi giorni della Sangritana - Castel di Sangro.

 

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