Nucetto. Il treno è arrivato ormai a Ceva, ma merita una visita la stazione di Nucetto, dove da qualche mese è stato inaugurato il piccolo museo della linea, nel magazzino merci perfettamente restaurato. Un breve tratto di palificazione trifase con il suo bifilare evoca il passato della ferrovia, elettrificata in trifase dal 1938 al 1973. |
Nuovo! Ormea. A fine aprile organizzo una seconda visita, questa volta tutta in treno+bici. Ad essa è dedicato da tempo un racconto specifico, ma ne ripercorro anche qui i momenti più belli. Parto un giovedì pomeriggio e arrivo a Ceva via Savona, in tempo per l'ultimo treno, quello delle 18.40. Con me, una dozzina di persone, piacevolmente assortite: anziani, ragazzi, mamma con bimba... Alle 19.30 a Ormea ovviamente il sole non c'è più, ciò nondimeno la luce resta piena e avvolgente, come si vede bene da questo scatto, con la ALn 663 pronta a ritornare a Ceva, sullo sfondo della torre dell'acqua e della rimessa locomotive, da qualche anno riutilizzata dai vigili del fuoco. |
Ormea. Primo piano dell'ALn 663.1198. |
Ormea. Scende una sera tersa e fresca. La stazione riposa nel silenzio completo, il campanile illuminato è quello della parrocchiale di San Martino. Io pernotto in un albergo in fronte alla stazione, che, come spesso accade in questi luoghi, sembra uscito da un'atmosfera degli anni '50: mi alzerò prima dell'alba, in tempo per la corsa delle 6.30. |
Garessio. Quando la prima corsa del mattino mi porta a Garessio, in compagnia di pendolari e studenti, il sole non è ancora sorto; ma al ritorno dell'ALn 663 in direzione Ormea, la giornata si è aperta in uno sereno pieno e vivo. |
Garessio. La ex sottostazione elettrica, la torre dell'acqua, il doppio binario e i segnali giù in fondo, ancora in ombra: il degrado e l'abbandono sono lontani, e la storia di questa terra e della sua ferrovia è chiara davanti a me. |
Trappa. Per l'ultima corsa del mattino si ha l'imbarazzo della scelta: risalendo la valle nelle ombre ancora fredde di una primavera appena iniziata, trovo questo punto appena fuori di Trappa, in luce perfetta. Dietro la siepe sulla destra si trova il lungo "piano caricatore" (foto), cioè un rettifilo in rilevato che mi dicono fosse correlato alla presenza a Trappa di una caserma di Alpini. La singolarità del piano caricatore è che si accedeva dal "davanti" (lato paese) del fabbricato viaggiatori: sul piazzale esterno c'è ancora uno spezzone di binario semisepolto; lo scambio era oltre il magazzino merci, lato Ormea. |
Trappa. A questo punto comincia il "buco" senza treni per tutta la mattinata e bisogna inventarsi qualcosa. Io sono tornato a Ormea, ho fatto colazione, sono salito al castello diroccato, ho bighellonato e pranzato, e poi mi sono rimesso in sella in direzione nord, ritornando a Trappa, comunque in largo anticipo. Qui lo spettacolo è totale, la stazione è abitata e fiorita, e a sorpresa scopro che a destra lo sguardo si allarga sulla valle: il panoramix è d'obbligo! |
Trappa, Garessio. A Trappa meritano anche i dettagli: l'iscrizione tradizionale in terracotta blu e quella ben più antica in ferro smaltato su fusione metallica. Ad essi accosto uno sguardo alla ex sottostazione di Garessio, con lampioncino vintage, che ho fotografato al mattino. |
Eca-Nasagò. Per il ritorno zizzago un po' in zona Eca ma alla fine mi convinco che l'inquadratura migliore è con il Tanaro e la torre dei Saraceni, fatta presso il sottopasso della statale, lato Eca. E' quasi superfluo dire che con 9 corse al giorno e muovendosi in bici, ogni foto è un'occasione unica e di fatto irripetibile, non ci si può permettere di sbagliare. Da un lato questo fa un po' di apprensione, dall'altro credo moltiplichi la soddisfazione. |
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