Ormea. Albergo anni '50 in fronte alla stazione, cena frugale come unico cliente di una trattoria, e sveglia puntata alle 6.10. La corsa che parte da Ormea alle 6.30 è ovviamente in ombra ma anche qui cerco inquadrature che la valorizzino. Il degrado c'è, in tanti dettagli - i binari rimossi, le sterpaglie, l'edificio semiabbandonato - ma voglio e devo scacciarlo: io sono qui per inseguire la ferrovia, quella vera, la sua storia. |
Garessio. Salgo a bordo (anche qui una dozzina di persone, in maggioranza studenti) e scendo a Garessio, dove una ventina di studenti, all'apertura della porta, si vedono incombere a sorpresa una bici quasi sulle loro teste! Il sole non è ancora sorto, ma la luce è particolarmente viva e calda. La bici accostata al marciapiede non è lì per caso, e cercherò di inserirla spesso nell'immagine. |
Garessio. Il sole sorge sulla sottostazione elettrica, che ricorda in modo inequivocabile l'elettrificazione trifase della linea, rimasta in funzione fino al 1973, quando la Carmagnola-Savona venne convertita in corrente continua e la Ceva-Ormea semplicemente de-elettrificata. |
Garessio. Inizialmente penso di muovermi subito verso Ormea, ma il sorgere del sole mi consiglia senz'altro di aspettare qui in stazione la corsa da Ceva. Alle 8 la luce del primo mattino assicura lo spettacolo, con una doppia inquadratura, in stazione e alla partenza. |
Garessio. Sottostazione, torre dell'acqua, doppio binario e segnali in fondo, ancora in ombra: anche qui il degrado si tiene lontano, e la storia è chiara davanti a me. |
Trappa. Per l'ultima corsa del mattino si ha l'imbarazzo della scelta: trovo questo punto appena fuori di Trappa, in luce perfetta. Dietro la siepe sulla destra si trova il celebre "piano caricatore", cioè un lungo rettifilo in rilevato che mi dicono fosse correlato alla presenza a Trappa di una caserma di Alpini (di cui peraltro oggi non trovo traccia, nemmeno sulle foto aeree). La singolarità del piano caricatore è che si accedeva dal "davanti" (lato paese) del fabbricato viaggiatori: sul piazzale esterno c'è ancora uno spezzone di binario semisepolto; lo scambio era oltre il magazzino merci, lato Ormea. |
Trappa. A questo punto comincia il "buco" senza treni per tutta la mattinata e bisogna inventarsi qualcosa. Io sono tornato a Ormea, ho fatto colazione, sono salito al castello diroccato, ho bighellonato e pranzato, e poi mi sono rimesso in sella in direzione nord, ritornando a Trappa, comunque in largo anticipo. Qui lo spettacolo è totale, la stazione è abitata e fiorita, e a sorpresa scopro che a destra lo sguardo si allarga sulla valle: il panoramix è d'obbligo! |
Ormea. Per il ritorno zizzago un po' in zona Eca ma alla fine mi convinco che l'inquadratura migliore è con il Tanaro e la torre dei Saraceni, fatta presso il sottopasso della statale, lato Eca. E' quasi superfluo dire che con 9 corse al giorno e muovendosi in bici, ogni foto è un'occasione unica e di fatto irripetibile, non ci si può permettere di sbagliare. Da un lato questo fa un po' di apprensione, dall'altro credo moltiplichi la soddisfazione. |
Bagnasco. Per il treno del pomeriggio ridiscendo la valle, con calma, fino a Bagnasco, dove attendo al passaggio a livello, a fianco della caratteristica roccia di conglomerato. |
Ormea, Garessio. Collage di iscrizioni originali, tutte vintage, con il lampione della sottostazione elettrica di Garessio e la torre dell'acqua di Ormea. |
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