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L'EUROPA IN RIVIERA

D'inverno, il Riviera Express ha sempre percorso l'itinerario tradizionale via Chiasso, portando servizi diretti non solo da Amsterdam, Dortmund e Francoforte, come d'estate, ma anche da Calais e Bruxelles: i colori di altre due nazioni ne vivacizzavano così la composizione. Nel periodo natalizio e nei giorni di sabato, dal 1984 al 1989, le carrozze francesi e belghe viaggiavano con un secondo convoglio sussidiario; il 3 gennaio 1989, quest'ultimo treno transita ai piedi del celebre nucleo urbano di Cervo, come Espresso 1306.
L'EUROPA IN RIVIERA - Cervo

 

Da ultimo, a partire dall'inverno 1989/90 il Riviera Express invernale assume la nuova denominazione di Holland Italien Express e come tale circola per quattro inverni, fino al 1993, quando viene definitivamente soppresso. Al pari del suo corrispondente estivo, infine, dall'autunno 1990 si effettua solo il sabato e nei giorni del periodo natalizio (durante il resto della settimana è limitato a Milano). Il 5 ottobre 1989, l'espresso 1202 è appena partito dalla stazione di San Remo, composto come di consueto da carrozze letti e cuccette tedesche provenienti da Amsterdam, Duisburg e Francoforte.
L'EUROPA IN RIVIERA - San Remo

 

Dalla metà degli anni Novanta, il treno del giovedì dalla Germania è stato effettuato con normali carrozze cuccette DB fino all'estate 2002, dopodiché anch'esso è scomparso. La colorazione rossa e bianca delle ferrovie tedesche, inizialmente usata per i servizi Intercity e poi riservata proprio ai treni notturni, è stata l'ultima in ordine di apparizione tra tutte le colorazioni internazionali che hanno circolato in Riviera. Nel pomeriggio del 29 agosto 2002, la corsa di ritorno diretta ad Amburgo è fotografata lungo la costa del capo di Santa Croce, poco oltre Alassio, al traino di una E.444R.
L'EUROPA IN RIVIERA - Alassio

 

Al principio degli anni Ottanta i collegamenti internazionali per la Riviera funzionavano ancora tutti a pieno regime: per questi servizi si utilizzavano anche le locomotive E.646, non ancora dedicate alla trazione dei treni pendolari. Il 22 agosto 1981, la E.646.011 effettua l'Espresso 349 Cerbère - Roma , in corsa tra Laigueglia e Alassio, mentre sullo sfondo si intravede il Diretto 246 Vienna - Marsiglia, fermo in stazione di Laigueglia dopo l'incrocio con l'altro treno (Foto F. Dell'Amico).
L'EUROPA IN RIVIERA - Laigueglia

 

Con il passare degli anni, i Diretti 1021/1024 per Berna e Ginevra cominciano a subire alcune limitazioni: dall'estate 1993, si effettuano solo il venerdì e sabato (con ritorno sabato e domenica); dal 1997, perdono la sezione per Ginevra e infine nel 1998 – l'ultimo anno di servizio – viaggiano solo il sabato. Una piacevole sorpresa si presenta tuttavia il 22 agosto 1998: in testa al treno c'è la locomotiva E.645.034, restaurata pochi mesi prima a Milano Smistamento nella tradizionale colorazione castano e Isabella.
L'EUROPA IN RIVIERA - Aregai

 

Da un punto di vista fotografico, i Diretti 1021 e 1024 erano avvantaggiati dall'orario, che li vedeva in luce favorevole in entrambi i sensi di marcia: erano pertanto un soggetto particolarmente appetibile, anche grazie all'elegante composizione di carrozze svizzere che, fino agli anni Ottanta, comprendeva le vetture BLS di prima classe di vecchio tipo. L'8 agosto 1988, il Diretto 1021 arriva a San Lorenzo, uscendo dalla galleria omonima, al seguito della E.636.356.
L'EUROPA IN RIVIERA - S. Lorenzo

 

Sulla Riviera di Levante i treni dal Nord Europa hanno circolato con molta minore frequenza. Una nota internazionale era tuttavia data dai collegamenti fra Roma e i confini spagnoli, svolti con carrozze Tipo Y francesi. Il primo agosto 1993, l'Espresso 1146 Roma Termini - Irun transita a Manarola, la seconda delle Cinque Terre. La stazione è stata ottenuta con un lavoro di vera e propria rimodellazione della costa, compiuto in varie fasi tra il 1874 e il 1920. Un così profondo intervento si rivela sorprendentemente ben inserito nella forma naturale, ed in ciò gioca di certo un ruolo fondamentale la realizzazione integralmente in pietra.
L'EUROPA IN RIVIERA - Manarola

 

L'ultimo arrivato tra i treni internazionali sulla Riviera di Ponente è stato anche l'ultimo a scomparire. L'Intercity 343 Riviera dei Fiori Nizza - Basilea è stato introdotto nel 1995 al posto di precedenti servizi diretti agganciati ad altri treni. Il 23 febbraio 2000 è fotografato lungo l'ansa degli Aregai di Cipressa, composto dalle più moderne carrozze svizzere, compresa la vettura panoramica di prima classe, e trainato dalla E.444R.049 (Off. Savigliano, 1970). Nonostante un utilizzo che è sempre apparso ottimo in ogni stagione, a fine 2005 questo treno è stato sostituito da un nuovo Eurocity Milano - Nizza svolto con materiale FS.
L'EUROPA IN RIVIERA - Aregai

 

Dall'estate 2005, il tradizionale espresso 368 Roma - Nizza è stato trasformato in Euronight e ha origine da Napoli. La composizione non è tuttavia cambiata: la lunga successione di carrozze letti e cuccette FS si staglia nel rettifilo costiero tra Ceriale e Albenga, sullo sfondo del monte Acuto, in un'alba eccezionalmente limpida, il 9 agosto 2005. In coda si trovano anche le carrozze Venezia - Nizza, che fino all'anno prima viaggiavano a parte, come Espresso 360, e che ora vengono agganciate all'Euronight a Genova Piazza Principe. Dal giugno 2008 l'intero treno da Napoli e Venezia è stato soppresso.
L'EUROPA IN RIVIERA - Albenga

 

ORIZZONTE DI PIANURA

Capitolo 3
Orizzonte di pianura

Le prime automotrici ALn 668 sono entrate in servizio nel 1956/57. Le loro ultime discendenti - le ALn 663 - esattamente trent'anni dopo. Per un buon quarto della rete ferroviaria italiana, le ALn 668 hanno rappresentato tutto: l'unico modo di viaggiare per quelle linee, l'unico modo di fotografarle. Molte sono senz'altro linee appenniniche, persino alpine; ma anche tanta è pianura. L'orizzonte di pianura è punteggiato di automotrici; convogli di due o tre elementi, ma anche molte automotrici isolate continuano a correre per gli ampi spazi della pianura padana, tranquille e minuscole, tanto che ai viaggiatori pendolari abituati ai treni suburbani sembrano spesso una ferrovia preistorica.

I nuovi treni che stanno sostituendo queste automotrici hanno l'aria condizionata, e dunque i finestrini sigillati. Provate a chiedere ai viaggiatori se vogliono i finestrini sigillati. Nessuno vi risponderà che li vuole, eppure il futuro ci riserva solo treni sigillati, come fosse una cosa scritta nel destino. Percorrere le risaie senza potersi affacciare al finestrino sarà un nonsenso: il vento caldo, l'odore umido del terreno, il gracidare delle rane sono la risaia.

Già, la risaia. Chi come me vive a Milano, o comunque in un contesto fortemente urbanizzato, di solito intende l'escursione fuori porta come una gita in montagna, al lago. La ferrovia di pianura, la Lomellina a pochi passi, mi hanno invece portato ad esplorare luoghi che difficilmente si direbbero turistici, e tuttavia capaci di insegnare a leggere l'alternanza delle stagioni, la successione dei nuclei urbani, gli scenari di una geografia libera ed aperta, che nelle giornate più limpide si estende fino all'orizzonte delle Alpi, lontane e vicine.

Poi ci sono le stazioni; la gestione moderna della ferrovia tende a separare i servizi dalle infrastrutture, mettendoli in conto a due società distinte, ma chi esplora e fotografa la ferrovia, rimane affascinato nel ritrovare una compattezza stilistica tra il treno e la sua stazione. E' qualcosa che oggi si legge sempre più con difficoltà, moltissime stazioni sono diventate come un guscio vuoto, spesso ricoperto di scarabocchi, con gli stessi binari ridotti al minimo. Naturalmente queste economie hanno permesso di mantenere in vita la ferrovia: ad esempio nell'inverno 1991/92 la maggior parte delle linee secondarie piemontesi rimase chiusa vari mesi per essere ammodernata e automatizzata, e grazie a questo intervento i treni vi corrono ancora oggi. Tuttavia, alcune delle immagini che seguono documentano proprio quella singolare, forse arcaica atmosfera di stazione, là dove si è conservata più a lungo.

Infine le linee principali: ci sono certamente anche loro, per la pianura, ed è su di esse che la varietà del materiale rotabile è maggiore. E anche su queste linee la risaia dà un valore aggiunto, con la tipica pulizia dei suoi argini, così importante per il fotografo, a confronto con la selva ininterrotta di alberi e arbusti che troppo spesso costeggia le altre linee ferroviarie.

Forse sulle linee di pianura c'è meno da raccontare, da discutere: negli spazi abbondanti della campagna non c'è quel contrasto aspro tra la velocità e la morfologia naturale, che rende così dibattute le ferrovie costiere (anche se persino in pianura si parla sempre più insistentemente di interramenti e altri strani sistemi per occultare i binari). Nondimeno, la grande pianura rimane un soggetto di primo piano nell'orizzonte della ferrovia, nei suoi modi di leggerla e fotografarla.


 

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