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ORIZZONTE FERROVIA

GIORGIO STAGNI

ORIZZONTE FERROVIA

 

Con contributi di Giulio Canevari, Matteo Cerizza, Franco Dell'Amico, Giovanni Demuru, Claus Pusch e Donato Rossi.


 

 


 

"Poi di colpo quel paesaggio che scorreva fuori dal finestrino si è messo a correre più del treno. Prima fermo, poi camminando, modificandosi, accelerando, il paesaggio s'è messo a correre, e l'unico modo di accorgersene era stare su quel treno, perché se stavi fuori dal treno correvi insieme al paesaggio. E così il treno di colpo è diventato fermo, archeologico, obsoleto, ridicolo. Il treno non è una cosa che si può cambiare, è sistema, è mappa, è geografia. Di colpo questa geografia è diventata ferma, e tutto il resto attorno cambiava, cambiava, cambiava; girava in fretta."

(Marco Paolini, Binario illegale, 2003 )


La ferrovia e il paesaggio sono sempre stati legati da un rapporto stretto e profondo; il viaggio per ferrovia permette di leggere il paesaggio, e il paesaggio stesso è segnato e scandito dal binario che lo attraversa. La ferrovia, con i tracciati ottocenteschi delle sue linee, con gli stessi suoi treni, ha per lungo tempo costituito una sorta di memoria storica in mezzo al divenire della società italiana. Oggi, tuttavia, una nuova ferrovia, nascosta, interrata, cementificata, si appresta a seguire la drastica modernizzazione del paesaggio che la circonda. Per testimoniare quali sono e quali sono stati gli orizzonti della ferrovia tradizionale, abbiamo provato a compilare queste pagine.


 

Introduzione

Questo non è un libro di ricordi, anche se le immagini che vi sono raccolte spaziano lungo un arco di tempo di circa trent'anni. I fotografi che le hanno scattate hanno inteso prima di tutto documentare la realtà ferroviaria che avevano davanti in quel momento. Per questo l'appassionato di ferrovia vi troverà mezzi del tutto ordinari, in servizio regolare, e nessun treno storico o rievocativo.

I luoghi in cui questi treni sono osservati non sono però casuali. Fra i tanti scenari in cui corre la ferrovia, ho provato a sceglierne due, accomunati dalla presenza tangibile di una linea di orizzonte, che segni lo sguardo e caratterizzi il paesaggio: l'orizzonte del mare, prima di tutto, e poi quello della pianura. E lungo la pianura, mi sono soffermato sullo scenario peculiare delle risaie, che ogni anno si trasformano anch'esse in un paesaggio d'acqua, calmo e geometrico, a suo modo duale della costa marina. Non ho certo la pretesa di coprire tutte le linee costiere e le pianure italiane, non fosse altro per il fatto che ho frequentato alcuni luoghi molto più di altri; gli amici hanno però validamente contribuito per le terre ove non sono ancora stato, aiutandomi a variare questa antologia.

Tuttavia trent'anni sono un periodo abbastanza lungo. La ferrovia, tradizionalmente lenta nell'evolversi, proprio negli ultimi tempi ha preso a mutare molto più in fretta. Quasi tutti i treni di queste pagine oggi sono scomparsi, alcuni nel normale avvicendarsi delle generazioni, la maggior parte perché nel frattempo ha cambiato radicalmente aspetto, ricevendo una colorazione che molti considerano la peggiore mai usata su un treno italiano. In questa raccolta, invece, si dispiegano almeno una quindicina di colorazioni diverse, italiane e straniere: una varietà speciale che ho sempre ammirato, capace di coniugarsi armoniosamente non solo con le forme geometriche del treno stesso, ma anche con gli scenari della natura di volta in volta attraversata.

Non è però solo una questione di treni: negli ultimi anni, soprattutto, sono scomparsi alcuni dei binari più preziosi su cui questi treni correvano. Nel novembre 2005 è stata chiusa la Ortona - Casalbordino, ultimo tratto costiero a binario unico della dorsale adriatica, sostituito da una nuova linea quasi tutta in galleria. Questo libro prende proprio le mosse da quell'occasione, consapevole che, quando una ferrovia scompare, è per sempre.

In questo, le immagini che seguono, se non un ricordo, si fanno piuttosto una testimonianza: la testimonianza di una ferrovia che è esistita e che ho avuto la fortuna di incontrare. Sono linee su cui ho viaggiato con costanza, per molti anni, come è stato per un'altra bellissima ferrovia litoranea, quella di San Remo, sostituita nel 2001 da una galleria infinita. Oppure sono come ultime frontiere, che ho esplorato un attimo prima che scomparissero, come la stessa Ortona, a cui sono tornato più volte nell'ultimo mese di esercizio.

Se poi queste fotografie riusciranno anche a generare emozioni, vorrà dire che la ferrovia ha qualcosa da raccontare, che va al di là dei suoi aspetti tecnici e del suo scopo primario di muovere persone in modo efficiente ed ecologico. Il lettore può essere certo che di queste emozioni sarò partecipe, e ne sarò allietato.


 

LINEA DI COSTA

Capitolo 1
Linea di costa

"Ci tolgono anche questo bel panorama", mi dice il capotreno salendo a bordo a San Vito Marina, una settimana prima della fine. Il 27 novembre 2005 viene chiuso anche quest'ultimo pezzo di ferrovia adriatica in riva al mare. Non ci sono più tornato, dopo di allora, ma so bene che cosa vedrei: rimosso il binario, la massicciata nuda diventa come pietre di un fiume in secca ; quella che era una via, con la sua continuità preziosa, viene tagliuzzata in più parti, e, ovunque siano possibili, arrivano i parcheggi, prima sterrati, poi asfaltati. In quattro anni è quello che è successo in Riviera, da San Lorenzo a Ospedaletti, dove oggi solo i pali muti restano testimoni di quella antica continuità.

Forse è strano cominciare a raccontare della ferrovia al mare partendo dalla sua fine, ma c'è qualcosa che non mi convince in queste nuove linee ferroviarie, che devono andare diritte e veloci, e che possono farlo soltanto in galleria. Non dico soltanto la questione del servizio ferroviario, il fatto che sopprimere stazioni in un contesto territoriale come quello della Riviera appare una strategia fuorviante. C'è anche qualcosa di più sottile: quello che era un rapporto dialettico e multiforme tra il binario e la costa viene risolto nel più "facile" dei modi. Una galleria e tutto sparisce. Sparisce la fatica di trovare una via nella forma naturale, e ne sparisce la bellezza, l'arricchimento culturale che era legato a un'opera preziosa dell'ingegno umano. Un divario incolmabile separa la ferrovia ottocentesca dalla galleria moderna: una ferrovia storica è qualcosa che si guarda per ammirare, la ferrovia moderna, dimentica di ogni storia, è qualcosa che si può guardare e basta.

E allora torno al principio, al semplice binario: che cosa perfetta, il semplice binario! Pietra su pietra, amalgamato dentro la terra, nelle radici dei paesi che attraversa, che taglia e circonda. In 140 anni di vita, gli è cresciuto attorno di tutto, dalla nascita del turismo all'esplosione cementificatrice; ma è forse proprio per questo che ancora orienta gli sguardi, è chiave di lettura del paesaggio.

Davvero a Cervo il bastione ferroviario in riva al mare sembra nato lì, né alcuno vi vedrebbe disarmonia con gli edifici settecenteschi che lo sovrastano. Non è solo il gran tempo trascorso; è prima di tutto una questione di qualità del lavoro, e poi il fattore di scala: quel binario è nella giusta scala. Della nuova linea, due kilometri più all'interno, già si vede tutta la montagna ferita, un intero versante.

Di più: è l'avere il mare accanto, che rende unica la ferrovia. Me ne sono reso conto imparando ad esplorare l'Adriatica, abituandomi ai modi di quel binario, quando passa per i paesi, ma soprattutto quando corre fuori dall'urbanità, per tratti lunghi e deserti, per anse e rettifili. Lungo il mare. Perché è il mare che rimescola le carte, che fa del binario semplice un binario speciale. Non ci fosse il mare, il raddoppio sarebbe cosa quasi ragionevole, sia pure costosissima, perché qui il contesto urbano non è certo quello ligure. Ma il mare è la differenza. Quella che, in tutti questi anni, non ho potuto mai fare a meno di fotografare.

Al lettore meno pratico dei luoghi può essere utile qualche dato di inquadramento. Sulla Riviera di Ponente, tra Varazze e Finale, la ferrovia litoranea è stata chiusa nel 1977, e nelle prossime pagine è presente qualche immagine di quell'antico tratto. Da San Lorenzo a Ospedaletti nel 2001, e moltissimi sono i treni che vi ho fotografato. Oggi si lavora tra San Lorenzo e Andora. Il tratto mancante, da Andora a Finale, sarà il successivo. Nella mia Laigueglia dunque, in fronte al sagrato di San Matteo, il binario scomparirà per ultimo. Dell'Adriatica ho già detto; in Sicilia, sia pure più lentamente, i lavori avanzano per tratte successive sulla Messina - Palermo. In Calabria invece la ferrovia non prevede chiusure, ma ho comunque inserito varie immagini di quelle affascinanti coste.


 

Il tracciato originale della ferrovia tra Savona e Finale Ligure, chiuso nel 1977, correva lungo la costa, alternando importanti gallerie con ampi tratti costieri. Fino al 1967, la linea era elettrificata in trifase: una locomotiva E.333 (Nicola Romeo, 1923-25) traina un breve treno viaggiatori proveniente da Savona, in ingresso a Spotorno, circondato dai primi palazzi dell'edificazione turistica e con l'inconfondibile profilo di Capo Noli sullo sfondo.
Ed. Cartolibreria Rosetta Gnecco, Spotorno, viaggiata il 30 luglio 1957 (collezione F. Dell'Amico).
LINEA DI COSTA - Spotorno

 

LINEA DI COSTA - Panorami della costa ligure

Panorami della costa ligure

Fino all'introduzione del nuovo orario cadenzato nel giugno 1985, le locomotive E.444 erano una presenza del tutto abituale in Riviera, anche se il tipo di tracciato non permetteva di sfruttarne le caratteristiche di velocità. La E.444.091 traina un treno composto da carrozze degli anni Trenta e Cinquanta, tra San Lorenzo-Cipressa e Imperia Porto Maurizio, il 4 agosto 1983 (foto F. Dell'Amico).

LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - S. Lorenzo

 

Il treno Intercity Tirreno Ventimiglia - Roma è stato istituito nel 1997 in sostituzione del precedente collegamento internazionale da Hendaye e Cerbère. Il 16 luglio 2000, è fotografato tra Cervo e Andora, sullo sfondo di Diano Marina e del Capo Berta, lungo la tratta più spettacolare fra quelle che saranno soppresse con il completamento della nuova linea Imperia - Andora, oggi in costruzione.
LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - Cervo

 

Nell'estate del 1994, il treno regionale 6214 Savona - Albenga è stato effettuato con materiale ordinario, anziché con le previste elettromotrici. Una tramontana inaspettata e robusta cambia gli scenari del mare e fa apparire più viva e lucente la costa del Finale, fino al profilo caratteristico di Punta Crena, mentre la E.636.244 arriva a Ceriale, il 25 agosto 1994.
LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - Ceriale

 

La vegetazione mediterranea e lussureggiante che costeggia il corso Trento e Trieste fa da scenario al rettifilo che conduceva al segnale di protezione di San Remo. Il corso, già intitolato al Principe Federico Guglielmo, rappresentava una celebre e scenografica passeggiata a mare, prima che, negli anni Settanta, il nuovo Porto Sole si interponesse fra la costa e la città.
Il 14 agosto 1999, la E.656.544 (Reggiane-Marelli, 1984) è in arrivo con il Diretto 2888 da Genova Brignole.
LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - San Remo

 

Stretta tra il sagrato della chiesa di San Matteo e la sottostante via Aurelia, la E.656.406 del Diretto 2886 proveniente da Genova parte da Laigueglia, il 26 agosto 2000.
LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - Laigueglia

 

A Finale Ligure termina la linea a doppio binario aperta nel 1977. Passata anche la galleria di Caprazoppa, poco prima di Borgio Verezzi il treno riconquista finalmente la vista del mare. La E.636.452 del Locale 9726 Genova Brignole - Albenga sembra fare a gara con le autovetture Fiat "126" e "127" in corsa sulla via Aurelia, dove si sta lavorando per ampliare la carreggiata, il 6 marzo 1987.
LINEA DI COSTA</b> - Panorami della costa ligure - Borgio Verezzi

 

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