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Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato

Cortina d'Ampezzo.  La Ferrovia delle Dolomiti Calalzo-Cortina-Dobbiaco, chiusa in due fasi tra il 1964 e il 1966, rappresenta la vergogna per antonomasia, tra le soppressioni di preziose ferrovie turistiche degli anni Sessanta.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Cortina d'Ampezzo.

 

San Vito di Cadore.  L'immagine mostra lo stato attuale della spettacolare Ferrovia delle Dolomiti, senza dubbio ben tenuta ma ormai anch'essa diventata semplicemente una pista ciclabile (più informazioni nell'appassionato racconto di Evaldo Gaspari).
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - San Vito di Cadore.

 

Clusone.  Era il capolinea della ferrovia della Val Seriana, a scartamento ordinario e trazione diesel, chiusa nel 1967. I primi 12 dei 33 km totali sono oggi utilizzati dalla tranvia Bergamo-Albino, aperta nel 2009.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Clusone.

 

Ponte Selva.  La tratta alta della ferrovia della Val Seriana è oggi convertita in pista ciclabile.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Ponte Selva.

 

Castello di Fiemme.  Era la principale stazione intermedia della linea della Val di Fiemme, a trazione elettrica da Ora a Predazzo, una delle quattro linee perdute delle Dolomiti (insieme con la Chiusa-Plan a vapore e le altre elettriche Calalzo-Cortina-Dobbiaco e Brunico-Campo Tures).
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Castello di Fiemme.

 

Pausa.  Sempre sulla Ora-Predazzo, Pausa era la stazione quasi al termine della lunga rampa che passava dai 260 m di Ora ai 1100 del valico verso la Val di Fiemme.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Pausa.

 

Fondo.  Stazione intermedia della linea Dermulo-Mendola che, insieme alla linea della Val di Non, alla funicolare della Mendola e alla Bolzano-Caldaro, permetteva un insolito e affascinante itinerario alternativo tra Trento e Bolzano (vedi anche il dettagliato articolo di Claudio Vianini su Photorail).
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Fondo.

 

Riva del Garda.  Capolinea della MAR, ferrovia Mori-Arco-Riva che metteva in comunicazione la linea del Brennero con la sommità del lago di Garda. La linea, prolungata da Mori a Rovereto nel 1925, è stata poi chiusa nel 1936. Sempre esercitata a vapore, era a scartamento ridotto "austriaco" da 760 mm.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Riva del Garda.

 

Riva del Garda.  
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Riva del Garda.

 

Riva del Garda.  
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Riva del Garda.

 

Affi.  Sulla Ferrovia Verona-Caprino/Garda, si trovava al bivio tra la linea per Garda e quella per Caprino.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Affi.

 

Valdagno.  Smantellate pezzo per pezzo con rigorosa metodicità nel corso degli anni Settanta, le Ferrovie e Tranvie Vicentine sono state definitivamente chiuse nel 1980, proprio con la soppressione della linea di Valdagno. Molte stazioni, come la stessa Valdagno sono oggi diventate fermate degli autobus, pur conservando inequivocabili segni "ferroviari".
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Valdagno.

 

Valdagno.  La sottostazione elettrica, anch'essa segno di un'infrastruttura ferroviaria/tranviaria. Altre linee delle FTV erano invece a trazione diesel.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Valdagno.

 

Cornedo.  Sulla linea Vicenza-Valdagno.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Cornedo.

 

Castelgomberto.  Sulla linea Vicenza-Valdagno.
Ferrovie concesse: il patrimonio dilapidato - Castelgomberto.

 

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