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Fotografie 1965-1973

Gemini VI-A e Gemini VII.  Il programma Gemini, il secondo programma spaziale americano, dopo il Mercury, si sviluppò tra il 1965 e il 1966, con 10 voli in orbita terrestre. Una delle missioni più interessanti e di maggior impatto sul pubblico fu quella del dicembre 1965, quando le due navicelle VI-A e VII si "diedero appuntamento" in orbita avvicinandosi fino a 30 cm di distanza, pur senza toccarsi (il primo contatto avverrà tre mesi più tardi, tra la Gemini VIII e un "Agena Target Vehicle", cioè una navicella senza equipaggio, realizzata proprio per tale scopo).
Queste operazioni di rendezvous and docking sarebbero diventate fondamentali nel progetto Apollo, in cui non erano più semplici dimostrazioni tecniche, ma costituivano fasi obbligate per la stessa riuscita della missione.
Fotografie 1965-1973 - Gemini VI-A e Gemini VII.

 

Gemini VII.  Un'altra immagine della navicella, che percorreva un'orbita a quota compresa tra 161 e 259 km, sopra una coltre nuvolosa. Un ulteriore aspetto di rilievo della missione Gemini VII fu la sua durata di quasi 14 giorni, almeno il doppio di qualunque volo precedente.
Fotografie 1965-1973 - Gemini VII.

 

Apollo 8.  Il programma Apollo, che avrebbe portato l'uomo sulla Luna, fu tutto un susseguirsi di pietre miliari, nel volgere di appena 5 anni (1968-1972). L'Apollo 7, prima missione Apollo con equipaggio, era ancora in orbita terrestre, ma con l'Apollo 8 per la prima volta tre esseri umani uscivano dall'orbita terrestre, per compiere un viaggio di "andata e ritorno" intorno alla Luna (ovviamente per ora senza atterraggio).
Tutte le precedenti missioni spaziali in orbita terrestre erano troppo vicine alla superficie della Terra - appena 200-300 km - per permetterne una visione completa. Con l'Apollo 8, per la prima volta, la Terra appariva "tutta intera": un'immagine che oggi ci sembra abituale, ma che nel 1968 fu semplicemente rivoluzionaria. L'immagine è "capovolta" rispetto alla rappresentazione classica con il Nord in alto: la linea di costa che si vede nella parte superiore è quella del Cile.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 8.

 

Earthrise (Apollo 8).  Il "sorgere della Terra" fu un'altra immagine di grande impatto emotivo. In realtà non si trattava di un vero e proprio sorgere, perché la Luna, con la sua rotazione sincrona intorno alla Terra, le volge sempre la stessa faccia e quindi, da un punto fisso sulla superficie lunare, la Terra non "sorge" mai. L'effetto del sorgere appare solo a un osservatore che si trovi in orbita lunare, quale era appunto la navicella dell'Apollo 8. L'astronauta James Lovell così commentò: "Everything that I ever knew - my life, my loved ones, the Navy - everything, the whole world was behind my thumb".
Fotografie 1965-1973 - Earthrise (Apollo 8).

 

Apollo 8.  Un'altra immagine dell'Earthrise (particolare ingrandito del fotogramma originale).
Fotografie 1965-1973 - Apollo 8.

 

Apollo 8.  Naturalmente il maggior valore tecnico-scientifico dell'Apollo 8 non fu il fotografare la Terra, ma l'aver per la prima volta portato tre uomini intorno alla Luna, e averli riportati a casa: esso concludeva così il 1968, un anno difficile sotto molti aspetti per gli Stati Uniti, ridando una carica di fiducia nel popolo americano.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 8.

 

Apollo 9.  Con la missione successiva, meno di tre mesi dopo, ci si limitava nuovamente all'orbita terrestre, ma venivano provate le manovre del Modulo Lunare, vale a dire il componente che, nell'effettiva missione lunare, avrebbe dovuto scendere sulla superficie della Luna e quindi risalire e riagganciarsi al modulo di comando (che rimaneva invece in orbita lunare ad attenderlo, con a bordo uno dei tre astronauti). Il Modulo Lunare è qui fotografato sullo sfondo terso dell'oceano.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 9.

 

Apollo 11.  L'Apollo 10, nella primavera 1969, ripeté le prove dell'Apollo 9, ma in orbita lunare, portando il Modulo Lunare fino a 15 km dalla superficie della Luna. Poi fu la volta di arrivare fino in fondo: atterraggio del Modulo Lunare, discesa degli astronauti, passeggiata sulla superficie lunare e ripartenza, il tutto concentrato in appena 21 ore (di cui due e mezzo di passeggiata lunare vera e propria).
L'immagine dell'Archivio Life di Google mostra la partenza del razzo Saturn V. La punta conica del razzo è il Modulo di Comando, cioè l'unico componente che sarebbe "tornato indietro", ammarando nell'Oceano Pacifico, 8 giorni più tardi. Il Modulo Lunare è invece contenuto nella sottostante parte cilindrica, insieme al Modulo di Servizio. Tutto il resto del Saturn V serviva soltanto per lanciare la navicella e darle velocità sufficiente a fuggire dall'orbita terrestre.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 11.

 

Apollo 11.  Il Modulo Lunare è fotografato dal Modulo di Comando, su cui è rimasto l'astronauta Collins, mentre sullo sfondo appare ancora una volta la Terra.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 11.

 

Apollo 12.  Quattro mesi più tardi, l'Apollo 12 torna sulla Luna, atterrando a poche centinaia di metri dal luogo dove, nell'aprile 1967, si era posata la sonda automatica Surveyor III. Il Modulo Lunare resta visibile sullo sfondo.
Fotografie 1965-1973 - Apollo 12.

 

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