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Museo della Scienza e Tecnologia - Milano

 Nuovo! FNM 250-05.  Primo piano per la locomotiva delle Nord, con la camera fumo caratterizzata da due sportelli piani trapezoidali, tipici delle piccole macchine di molte concesse, in luogo del grande portellone circolare conico della trazione FS. Sullo sfondo, il tender della 691.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - FNM 250-05.

 

 Nuovo! E.330.008.  L'unica E.330 sopravvissuta (Soc. Italiana Westinghouse, 1914) ricorda il periodo più eroico della trazione elettrica trifase, quando si dimostrò per la prima volta la supremazia rispetto al vapore, anche nella marcia ad alta velocità sulle linee principali: i 100 km/h delle 16 E.330 sfruttavano uno schema elettrico innovativo, che gestiva ingegnosamente la caratteristica di marcia a velocità costante, propria del motore trifase, rendendola adatta al servizio ferroviario. Lo spazio libero sul binario accanto permette di apprezzare l'estetica della macchina, allora altrettanto innnovativa e rimasta unica.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - E.330.008.

 

 Nuovo! E.330.008.  Primo piano dell'elegante e funzionale biella triangolare traforata. La biella trasferiva alle ruote il moto dei due motori, i cui assi si trovano al centro dei cassoni di colore castano, che contengono gli anelli collettori: gli anelli portavano l'alimentazione al rotore, e variando il loro collegamento - cioè il numero di poli e di fasi - si ottenevano le quattro velocità di sincronismo di 25, 50, 75 e 100 km/h. La biella triangolare poteva scorrere nelle guide verticali visibili al suo vertice inferiore, assicurando l'assorbimento delle inevitabili irregolarità di marcia.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - E.330.008.

 

 Nuovo! E.330.008, E.321.012.  Le due macchine elettriche, pur radicalmente differenti nell'alimentazione - a terza rotaia a corrente continua e bifilare in corrente alternata trifase - condividono la stessa filosofia estetica, con le cabine a struttura poligonale. Va detto che il piccolo avancorpo della E.330 è stata un'aggiunta posteriore.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - E.330.008, E.321.012.

 

 Nuovo! Vista dall'alto.  Dalla cabina della 685 si inquadra in primo piano il suo tender, con la pala del fuochista. La macchina in seconda posizione a sinistra è la 470.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - Vista dall'alto.

 

Nuovo! ALn 448.2007.  Sin dall'apertura del padiglione ferroviario, era stata ospitata la Bayard, riproduzione funzionante del treno della Napoli-Portici, realizzata nel 1939, in occasione del centenario della prima linea italiana. Nel 1988, la Bayard venne portata via per essere utilizzata per i festeggiamenti del 150° anniversario (in realtà funzionò per non più di due o tre volte, per poi essere "rinchiusa" nel museo di Pietrarsa).

Al posto della Bayard, nel 1989, arrivò l'unità 448 del complesso TEE Breda 2007. Pochi anni più tardi si scoprì tuttavia che l'automotrice era inquinata da amianto, coerentemente con la (non molto lungimirante) tecnica costruttiva degli anni '50. Inizialmente ricoperta da un telo di cellofan, l'automotrice venne demolita (!) nei primi anni 2000, e da quel momento il binario è rimasto vuoto. L'unico altro complesso TEE sopravvissuto, il 2008, giace in attesa di restauro da circa 25 anni...

Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - ALn 448.2007.

 

 Nuovo! Tram Edison.  I tram a due assi comunemente conosciuti come Edison furono quelli che, in centinaia di esemplari, introdussero la trazione elettrica sulla rete urbana di Milano, a partire dal 1893. Il Museo non preservò un tram intero, ma solo la cabina, letteralmente "affettata" ed esposta per decenni contro una parete del padiglione Trasporti Terrestri. Con la chiusura di quest'utimo, la cabina è stata traslocata nel padiglione ferroviario. Nel 2016 era ancora in allestimento, circondata da una rete metallica (nella foto la rete è stata parzialmente rimossa per via digitale, partendo da due scatti leggermente sfalsati). L'unica Edison sopravvissuta per intero è conservata all'aperto in condizioni sempre più precarie a Volandia (ex Museo Ogliari di Ranco).
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - Tram Edison.

 

 Nuovo! Basilica di San Vittore al Corpo.  Uno dei pregi del museo è quello di essere ospitato nella pregevole sede storica dell'ex Monastero degli Olivetani, articolato su due chiostri. Da uno di questi, la vista si apre sulla contigua basilica di San Vittore al Corpo.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - Basilica di San Vittore al Corpo.

 

 Nuovo! Forno Stassano.  Il museo è davvero vasto, ed è impossibile darne una documentazione completa. Ricordo l'interesse e il fascino delle altre sezioni con questa vista del settore metallurgia, al piano inferiore di uno dei chiostri degli Olivetani.

Va detto che durante la mia ultima visita nel 2016 ho trovato un museo non solo profondamente rinnovato, che ovviamente sarebbe cosa positiva, ma in cui molti percorsi classici sono stati del tutto cancellati - come già successo per padiglione Trasporti Terrestri - e sono stati sostituiti da un'abbondanza di monitor e schermi, che soprattutto a partire dall'Expo 2015, sembra diventato il destino finale delle esposizioni museali.

Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - Forno Stassano.

 

 Nuovo! Padiglione Navale.  Separato dal corpo monumentale degli Olivetani, al pari del padiglione ferroviario, anche il padiglione navale è una costruzione a sé. A differenza della parte ferroviaria, che contiene rotabili interi, è inevitabile che la parte navale contenga solo porzioni delle navi di dimensioni maggiori.
Museo della Scienza e Tecnologia - Milano - Padiglione Navale.

 

Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza

Nuovo! Tram SAO.  
Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza - Tram SAO.

 

Nuovo! BC 34.  
Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza - BC 34.

 

Nuovo! Vettura MTB.  
Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza - Vettura MTB.

 

Nuovo! S.685.600.  
Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza - S.685.600.

 

Nuovo! S.685.600.  
Dettagli. Fotografie di Matteo Cerizza - S.685.600.

 

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