MTB BC.34. La locomotiva tranviaria n. 34 viene solitamente attribuita alla Monza-Trezzo-Bergamo (MTB), ultima linea dove ha fatto servizio. In realtà si tratta di una dotazione originale della Milano-Gallarate (poi ceduta alla MTB), costruita da Henschel nel 1909. |
Dettagli. In alto a destra, la targa della BC.34 riporta la sigla STFE ("Società Anonima delle tramvie e delle ferrovie economiche di Roma, Milano e Bologna") a lettere intrecciate, come d'uso al tempo. Nel 1913, la STFE venne rilevata dalla STIE, che avrebbe esercitato da quel momento in poi la tranvia Milano-Gallarate. |
Modelli tram. Il museo conserva anche numerosi modelli a grande scala, sia tranviari, sia ferroviari. Qui vediamo, dall'alto in basso, una Edison, una Carrelli allo stato d'origine, una 5100 sezionata, un (futuro) Bloccato serie 500, un omnibus a cavalli e un tram a vapore. |
FNM 250-05. Le Ferrovie Nord Milano sono rappresentate sia dalla locomotiva 250-05, sia dalla carrozza di terza classe C.359. |
FNM 250-05. Lo spazio vuoto, peraltro utile ad apprezzare meglio i mezzi sul binario di sinistra, è quello inizialmente occupato dalla locomotiva Bayard (dal 1989 a Pietrarsa) e poi per qualche anno dalla motrice diesel ex TEE ALn 448.2007 (Breda, 1957), poi demolita(!) in quanto contenente amianto. |
Nuovo! FNM 250-05. Primo piano per la locomotiva delle Nord, con la camera fumo caratterizzata da due sportelli piani trapezoidali, tipici delle piccole macchine di molte concesse, in luogo del grande portellone circolare conico della trazione FS. Sullo sfondo, il tender della 691. |
Nuovo! E.330.008. L'unica E.330 sopravvissuta (Soc. Italiana Westinghouse, 1914) ricorda il periodo più eroico della trazione elettrica trifase, quando si dimostrò per la prima volta la supremazia rispetto al vapore, anche nella marcia ad alta velocità sulle linee principali: i 100 km/h delle 16 E.330 sfruttavano uno schema elettrico innovativo, che gestiva ingegnosamente la caratteristica di marcia a velocità costante, propria del motore trifase, rendendola adatta al servizio ferroviario. Lo spazio libero sul binario accanto permette di apprezzare l'estetica della macchina, allora altrettanto innnovativa e rimasta unica. |
Nuovo! E.330.008. Primo piano dell'elegante e funzionale biella triangolare traforata. La biella trasferiva alle ruote il moto dei due motori, i cui assi si trovano al centro dei cassoni di colore castano, che contengono gli anelli collettori: gli anelli portavano l'alimentazione al rotore, e variando il loro collegamento - cioè il numero di poli e di fasi - si ottenevano le quattro velocità di sincronismo di 25, 50, 75 e 100 km/h. La biella triangolare poteva scorrere nelle guide verticali visibili al suo vertice inferiore, assicurando l'assorbimento delle inevitabili irregolarità di marcia. |
Nuovo! E.330.008, E.321.012. Le due macchine elettriche, pur radicalmente differenti nell'alimentazione - a terza rotaia a corrente continua e bifilare in corrente alternata trifase - condividono la stessa filosofia estetica, con le cabine a struttura poligonale. Va detto che il piccolo avancorpo della E.330 è stata un'aggiunta posteriore. |
Nuovo! Vista dall'alto. Dalla cabina della 685 si inquadra in primo piano il suo tender, con la pala del fuochista. La macchina in seconda posizione a sinistra è la 470. |
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