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"La città che sale"

Milano, 1937. 
Lato 5000 pixel, 20 Mpixel (8,2 MB), 110 DPI. 
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Una mappa dettagliatissima che si presta a molteplici chiavi di lettura. L'assetto ferroviario del 1931 (nuova Stazione Centrale e tutti i suoi raccordi) è ormai completato, ma si vedono ancora la stazione di Porta Nuova (ultimo residuo della vecchia Centrale, che sopravvivrà fino al 1960) e tutti gli "spazi vuoti" lasciati dai binari dismessi: scalo Sempione, linea originale per Monza lungo la via Restelli, ecc. Tra i numerosi raccordi merci, spicca quello che raggiunge gli stabilimenti Alfa Romeo dalla stazione Certosa.
La tracciatura della circonvallazione esterna è ormai quasi completata, se ne legge il disegno pur con alcuni tratti mancanti, soprattutto tra l'attuale Piazzale Lugano (il ponte della Ghisolfa è ancora una semplice strada semiagricola che scende alla Pecetta) e Piazzale Lotto, a sud del quale la circonvallazione si identifica con il percorso canalizzato del fiume Olona.
In centro, si vedono gli "spazi vuoti" corrispondenti agli sventramenti che daranno origine alle aree di corso Matteotti e piazza Diaz, mentre sono ancora tutti da disegnare gli assi di corso Europa e delle vie Albricci-Larga (che qui appare con l'effimera denominazione Adua - il termine Larga è invece quello storico, risalente alla dominazione spagnola, dove aveva il significato di "lunga").
Al di fuori della circonvallazione esterna, si notano le tracciature parziali di alcuni assi, che rimarranno in un certo senso incompiuti, non inquadrati in un disegno più organico (via Giovanni da Cermenate, viale Caterina da Forlì) o che viceversa saranno completati di lì a poco, prima della guerra (viale Argonne, con "chiusura prospettica" della chiesa dei S.S. Nereo e Achilleo, del 1940).
Collezione Matteo Sonz.

 

Milano - Atlante Zanichelli, 1947. 
Lato 2200 pixel, 4 Mpixel (1,6 MB). 
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Concludiamo la visione della "città che sale" con un'ultima mappa, un po' diversa dalle precedenti, in quanto è tratta da un atlante scolastico, quindi a più piccola scala, ma ugualmente assai dettagliata, e soprattutto inquadrante un'area più vasta, con ampi tratti di periferia. Si riconoscono così le aree allora in corso di espansione: soprattutto verso Sesto S.Giovanni intorno a Viale Zara (indicato ancora a tratteggio) e nella periferia ovest, oltre la circonvallazione esterna.
Mancano invece ancora del tutti i grandi quartieri di edilizia popolare, in primo luogo Quarto Oggiaro e il Gallaratese, mentre i nuclei urbani a nord (Affori, Niguarda, Bruzzano, ...) sono ancora ben distinti dalla città. Infine l'assetto ferroviario è quello quasi definitivo (è presente la vecchia stazione di Porta Nuova, al posto di Porta Garibaldi) e a nord ovest si vede il "trivio" delle autostrade prebelliche (Torino, Laghi e Brescia).

 

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