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Milano, 1865

Milano (sud ovest). 
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Milano, 1865 - Milano (sud ovest).

 

Milano (sud est). 
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Milano, 1865 - Milano (sud est).

 

Milano (centro). 
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Milano, 1865 - Milano (centro).

 

Milano, 1865 (particolari)

Niguarda.  Area nord, con il borgo di Niguarda e di Precentenaro (poi più noto nella forma Pratocentenaro).

A destra la Bicocca degli Arcimboldi, villa suburbana quattrocentesca, poi inglobata negli stabilimenti Pirelli e ancora esistente, a nord dell'attuale insediamento universitario; infine la ferrovia Milano-Monza (1840).

Inutile dire che oggi tutti i borghi indicati sono stati ampiamente inglobati nell'espansione della metropoli; tuttavia il tracciato di alcune vie è ancora leggibile, come nel caso della Via Ornato a Niguarda (quella oggi percorsa dal tram 5).

Si notano anche, a Niguarda, due viali prospettici di accesso a ville signorili: "Viale Melzi alias Bigli" e "Viale Trotti"; erano una caratteristica tipica di questa zona e nei dintorni ve ne sono parecchi altri.

La linea tratteggiata a sinistra indica il confine comunale dei "Corpi Santi", cioè del comune a corona circolare che circondava Milano, e che era così detto perché vi si trovavano i cimiteri. I Corpi Santi furono annessi a Milano nel 1873; in precedenza il confine comunale di Milano coincideva con i Bastioni Spagnoli.

Milano, 1865 (particolari) - Niguarda.

 

Affori.  Poco a ovest del riquadro precedente, troviamo Affori e Bruzzano: quest'ultimo distinto nei due nuclei "di Sopra" e "di Sotto". Il centro di Bruzzano oggi vicino alla stazione Ferrovienord è quello di Sopra. Anche qui un bellissimo viale prospettico per la villa Visconti-Gherardini (attuale Villa Litta). Di questo viale esiste ancora il "cancello d'ingresso", alla sua estremità nord, oggi al di là della ferrovia per Seveso e totalmente fuori contesto (nel 2009 anche circondato dagli scavi per il sottopasso veicolare della Comasina).

Il tracciato della Comasina è invece immutato. L'attuale passaggio a livello si trova è poco sotto alla congiunzione tra Viale Visconti e Viale Melzi.

In basso a sinistra, la piccola chiesa di S. Mamete esiste ancora oggi, a ridosso del cavalcavia della Bovisasca.

Milano, 1865 (particolari) - Affori.

 

Sesto S. Giovanni.  Sesto S. Giovanni (accompagnato dalla curiosa dicitura "o di Monza") appare qui prima di qualunque rivoluzione industriale e trasformazione in città operaia. A sinistra, presso l'attuale fermata Sesto Rondò M1, il Rondò di diramazione tra la strada per la Villa Reale di Monza (a sinistra) e la strada militare per lo Spluga e lo Stelvio, che porta direttamente al centro di Monza. A sud del Rondò, appare lo Stradone di Loreto, cioè il lungo rettifilo che è oggi il Viale Monza e che venne realizzato nel 1838. In precedenza l'accesso principale da Milano a Monza era la strada postale che seguiva il tratto iniziale della Martesana (oggi via Melchiorre Gioia), passando per Greco.

La Guida Rossa del Touring segnala che Cassina de Gatti venne annessa a frazione di Sesto nel 1869 (e infatti nella mappa il carattere tipografico per entrambi è quello che distingue i comuni). La Casa Zorn, sempre dalla guida TCI, risulta essere diventata un Centro di quartiere.

Milano, 1865 (particolari) - Sesto S. Giovanni.

 

Stazione Centrale.  Passiamo al "centro ferroviario" della città, vale a dire l'attuale Piazza Repubblica, dove si trovava la prima stazione centrale (1864-1931). Qui si osservano alcuni celebri aspetti della primitiva ferrovia milanese: la linea per Venezia che "taglia" in rilevato il quadrato del Lazzaretto, il bivio della linea per Monza, appena a ovest della stazione, e il tracciato originale del 1840 della Milano-Monza che partiva dalla primitiva stazione di Porta Nuova, e che è indicato in bianco, in quanto dismesso con l'attivazione della stazione centrale.

Vediamo poi il tracciato originale della Comasina, da Porta Garibaldi per l'attuale Corso Como e, di là della ferrovia, via Borsieri. Con la costruzione della nuova via Carlo Farini, più a ovest, la Comasina originale venne interrotta, e rimase solo un passaggio pedonale sopra i binari ("passerella") , esattamente dove oggi c'è il fabbricato viaggiatori di Porta Garibaldi.

Dentro la cerchia dei Bastioni, spicca il rettifilo di via Moscova: il più lungo rettifilo interno alla cerchia. I Giardini pubblici non sono esplicitamente individuati come tali, ma erano sostanzialmente già organizzati fin dall'intervento del Piermarini (1783-86). Il Parco Sempione invece era ancora la Piazza d'Armi: il progetto di Alemagna di trasformazione a parco è infatti datato 1893 (ricordo che nel frattempo la Piazza d'Armi venne trasferita dove poi sarebbe stata realizzata l'Esposizione del 1906, successivamente la Fiera Campionaria, e infine oggi il quartiere City Life). Il Naviglio della Martesana (il rettifilo a destra della ferrovia per Monza) portava le acque all'interno dei Bastioni, attraverso via S. Marco, fino alla cerchia interna, visibile all'estremo inferiore del riquadro. Infine la cascina Pozzobonelli, in alto a destra e ancora esistente in Piazza Luigi di Savoia, individua grosso modo la collocazione dell'attuale stazione centrale.

Milano, 1865 (particolari) - Stazione Centrale.

 

Villapizzone.  Nell'area occidentale della periferia milanese si scoprono numerosi toponimi che poi diventeranno ferroviariamente celebri: la chiesa di S.Rocco (poi scomparsa, che diede il nome al futuro deposito locomotive), la Cascina Librera (nome dato al punto di connessione tra rete FS e rete FNM, presso la Bovisa), la stessa Bovisa (la stazione FNM e anche un'ulteriore stazione FS, chiusa con i lavori del Passante), Villapizzone (nuova stazione FS del Passante), la Bullona (stazione FNM, chiusa nel 2003 e qui scritta con una sola "l"). La Cascina Ghisolfa darà ovviamente il nome al celebre Ponte della Ghisolfa (ufficialmente il cavalcavia Bacula), da cui anche il libro di Testori che ispirò il film di Visconti "Rocco e i suoi fratelli".

Sotto la "a" di Ghisolfa, la chiesa di S. Spirito, oratorio campestre cinquecentesco ancora esistente, e che è anche la mia chiesa.

L'esagono in basso è il futuro Rondò del Sempione, poi Piazza Firenze. Poco più a ovest si dipartono la strada del Sempione (via Gassendi nel tratto iniziale e poi via Gallarate) e, attraverso il nucleo della Cagnola, la via Varesina.

Milano, 1865 (particolari) - Villapizzone.

 

Castello.  Vista del centro città, in cui spiccano la Piazza d'Armi (futuro parco Sempione, di cui si è già detto), il Castello Sforzesco e la grande piazza antistante, prima della costruzione dell'emiciclo del Foro Bonaparte, realizzato intorno agli anni '90 del XIX secolo.

Tra le altre cose, si nota il corso Sempione già al suo posto, con tanto di Arco della Pace. Il Borgo degli Ortolani (attuale via Canonica) è uno dei più consistenti nuclei a sviluppo lineare, fuori dai bastioni spagnoli; per contro, si nota l'ampio spazio ancora agricolo, dentro i bastioni, nella zona tra la Piazza d'Armi e il corso Magenta, dove poi si sviluppò la nuova edilizia signorile di via Vincenzo Monti e XX Settembre (e non a caso, nel 1893, passò di lì la prima tranvia elettrica cittadina).

In pieno centro, manca ovviamente la Via Dante (sventramenti del 1885-90) e la stessa Piazza del Duomo come la intendiamo noi, cioè con la Galleria (1865) e il relativo perimetro rettangolare.

Sono invece presenti le direttrici storiche della struttura a raggiera di uscita dalla città: la corsia dei Servi (poi Corso Vittorio Emanuele II), la via Manzoni, la via Meravigli, la via Broletto - Ponte Vetero. La Piazza Mercanti conserva ancora il suo aspetto "chiuso", con il palazzo della Ragione al centro (i puntini nella mappa ne richiamano le colonne), aspetto che perderà di lì a poco con l'apertura della via Mercanti, tra il Cordusio e la nuova piazza del Duomo.

Milano, 1865 (particolari) - Castello.

 

Porta Tosa.  Un'altra vista ferroviaria classica: il Bivio dell'Acquabella, vale a dire la separazione tra le linee di Venezia e di Piacenza/Genova, presso l'attuale Piazzale Susa. L'interesse nella carta, in questo caso, è dovuto al fatto che è ancora tracciato il rettifilo originale della linea di Venezia che, prima di essere raccordata alla "vecchia" stazione centrale (ma allora in realtà nuova), proseguiva fin a ridosso dei Bastioni, con la stazione della Ferdinandea (1846), detta anche del Borgo Stella o di Porta Tosa: oggi del tutto scomparsa, ma ancora perfettamente disegnata sulla mappa (vedi anche un'altra mappa chiarificatrice).

Tutta l'urbanizzazione di quest'area venne tracciata dal Piano Beruto (1885) sulla base di una scacchiera ortogonale nord-sud ed est-ovest; tuttavia è interessante leggere proprio in questa mappa tre significative "eccezioni" che si scoprono legate a singolari preesistenze:

  • il tracciato della ferrovia dalla stazione centrale diventerà il viale Regina Giovanna, il cui orientamento ortogonale a corso Buenos Aires favorirà l'impostazione di una differente scacchiera, orientata a circa 40°, nell'area immediatamente a nord dell'altra;
  • il tracciato originale della Ferdinandea determinerà l'orientamento anomalo, leggibile ancor oggi, delle vie Archimede e Sottocorno.
  • il Rio S. Gregorio, poco sotto Porta Venezia, diventerà la via Nino Bixio (quella percorsa dal tram 23): uno dei tanti esempi di sopravvivenza di un tracciato più antico all'interno di una nuova maglia pianificata.
Milano, 1865 (particolari) - Porta Tosa.

 

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