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Milano, 1860

Milano. 
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Scansione dalla Harward Map Collection Digital Library. Tutte le vie d'acqua (navigli, fiumi, rogge) sono state evidenziate digitalmente in azzurro. In questa immagine da 1024 pixel sono stati anche riscritti i nomi, in modo da offrire un quadro d'insieme. Nell'immagine ad alta risoluzione compaiono le medesime diciture in originale.
Milano, 1860 - Milano.

 

Milano, vie d'acqua. 
  E' la stessa mappa, in cui tutto quello che non è via d'acqua è stato sfumato: in questo modo la trama fluviale è ancora più evidente (e affascinante). Si riconosce innanzitutto la Cerchia interna, che scorre nei suoi due bracci da nord a sud, alimentata dalla Martesana attraverso il Tombone di S. Marco (parzialmente ancora esistente, asciutto). Dalla Cerchia esce il ramo della Conca del Naviglio (anch'essa parzialmente esistente, asciutta) che alimenta la Darsena, e la Vettabbia, che scorre direttamente verso sud.
A sua volta la Darsena è alimentata dai due rami dell'Olona (che oggi scorrono in sotterraneo sotto i viali della Circonvallazione esterna) e dal Naviglio Grande. Da essa escono il Naviglio Pavese e il Ticinello. Infine il Redefosso costituisce un "bypass" della Martesana direttamente verso sud (oggi riaffiora fuori Milano lungo la via Emilia). A tutto questo si aggiunge la fittissima trama dei fontanili e delle rogge.
Oggi sopravvivono all'aperto i tre Navigli (Martesana, coperta nel tratto terminale di via Gioia, Grande e Pavese) e la Darsena, al momento "mutilata" da un discutibile intervento di costruzione di un parcheggio sotto la sua superficie(!).
Infine le tre ferrovie: quella per Monza (1840) e Como (1849), quella per Venezia (1846-57), e la nuova Stazione Centrale, che si inaugurerà nel 1864 (la linea per Magenta citata è del 1858, vedi anche tutti i dettagli).
Milano, 1860 - Milano, vie d'acqua.

 

Milano, 1860 (particolari)

Dall'Arena a S. Marco.  Il futuro Parco Sempione è ancora indicato come Piazza d'Armi (sarà sistemato a parco intorno al 1890). A nord dell'Arena si riconosce il Borgo degli Ortolani, uno dei più grandi tra quelli "fuori mura", e, più a est, la Strada del Ponte di S. Teresa (oggi via Moscova), il più lungo rettifilo interno alle mura. Il Naviglio di S.Marco porta le acque alla Cerchia interna; il suo bacino allargato (Laghetto di S.Marco) è ancora oggi riconoscibile nella geometria della piazza.
Milano, 1860 (particolari) - Dall'Arena a S. Marco.

 

Dalla Villa Reale al Lazzaretto.  Da Piazza Cavour manca la futura via Turati, che verrà realizzata come accesso alla Stazione Centrale, portando all'edificazione dell'area rurale tra S.Angelo e via Manin. Invece i Giardini Pubblici e il parco della Villa Reale, già delineati nel Settecento, sono sopravvissuti sostanzialmente integri fino a noi. La ferrovia per Venezia "taglia" il quadrato del Lazzaretto, ancora esistente sebbene in disuso. Anche il "Bagno di Diana", sorta di terme o stabilimento balneare, fa parte delle vie d'acqua della Milano ottocentesca.
Milano, 1860 (particolari) - Dalla Villa Reale al Lazzaretto.

 

Dalla Darsena a S. Lorenzo.  Il cuore delle acque milanesi, la Darsena, smista le acque dei Navigli e dell'Olona. Lungo il collegamento tra la Cerchia interna e la stessa Darsena si riconosce la "conca", ancora oggi esistente. La Basilica di S.Lorenzo appare ancora totalmente circondata da edifici (le relative colonne si trovano proprio lungo la piega verticale della mappa).
Milano, 1860 (particolari) - Dalla Darsena a S. Lorenzo.

 

Dal Duomo alla Besana.  Il centro città presenta un complesso mix di cose ancora esistenti e cose profondamente rinnovate. Ad esempio esistono ancora oggi la Corsia dei Servi (corso Vittorio Emanuele II) e buona parte del tessuto viario attorno all'Ospedale Maggiore, compreso il Giardino Guastalla (parte superiore del "triangolo" a est dell'Ospedale stesso). La Piazza del Duomo si mostra invece nella sua forma d'origine, appena prima dei lavori di costruzione dei portici e della Galleria (1865). La Contrada Larga (cioè "lunga": è spagnolo!), il Corso di Porta Tosa e la Strada di Santa Prassede verranno unite solo a Novecento inoltrato, formando l'uscita est dalla città, verso la porta Vittoria. Santa Maria della Passione, allora in contesto rurale, rimane ancora oggi in una posizione assai appartata. Il Laghetto è quello celebre, in cui terminavano la corsa i barconi che portavano il marmo di Candoglia per la costruzione del Duomo.
Milano, 1860 (particolari) - Dal Duomo alla Besana.

 

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