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Molti manualetti erano curati direttamente dai produttori di pellicole e fotocamere: migliorare la qualità degli scatti, dando giusta soddisfazione ai fotoamatori, era probabilmente considerata un'ottima mossa commerciale. Unendo alcuni cenni basilari su pellicola, tempi e diaframmi, con consigli pratici su come ottenere fotografie interessanti, la Agfa italiana realizzò questo opuscolo nel 1941, verosimilmente come traduzione di un originale tedesco.

Le pubblicità di apparecchi 6x6 a soffietto nelle ultime pagine fanno intuire quali fossero i modelli che più probabilmente i fotoamatori si sarebbero trovati in mano: modelli sicuramente di un certo livello (rispetto ad esempio alle estremamente spartane Kodak Brownie) ma anche assai impegnativi da utilizzare; basta pensare al minuscolo mirino a riflessione, con cui ogni inquadratura aveva ampi margini di incertezza!

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In uno dei tanti mercatini, ho recuperato due volumi gemelli, non datati ma verosimilmente riconducibili agli anni '50. In particolare da questo avevo già ricavato l'articolo "Scegliere una macchina fotografica negli anni Cinquanta", e ne riproduco ora un'antologia più ampia.

Come spesso accade, si tratta dell'adattamento di un testo straniero: infatti anche le foto a corredo sono spesso di autori esteri, ma si distinguono quelle di V. Bassetti, che aggiungono piacevoli e accurati sguardi di casa nostra. E' quasi superflo dire che si dovrebbe far tesoro di molti di questi consigli anche scattando con il cellulare (che di suo parte comunque svantaggiato per via della focale grandangolare, inadatta ai ritratti).

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Questo opuscolo, gemello del precedente e parimenti impreziosito dalle foto italiane di V. Bassetti (a Camogli!), ci porta a esplorare la fotografia complementare al ritratto, e cioè quella di paesaggio. Ho incluso anche le pagine con i rudimenti della tecnica (profondità di campo, scelta dei tempi, ecc.) ...per un sempre utile ripasso!

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Anche in questo caso l'opuscolo arriva da un produttore di pellicole: la celebre Ferrania, presso Savona, che è stata una pietra miliare della fotografia e cinematografia italiana. Avevo già utilizzato il testo per un'introduzione alla pellicola 8 mm e ne propongo qui un estratto più ampio. Ho volutamente trascurato le pagine che, forse con un eccesso di ottimismo, si proponevano di trasformare il cineamatore in un vero regista: compito a mio avviso assai arduo e quasi utopico, più che nella fotografia, a maggior ragione con tutti i vincoli di una cinepresa amatoriale dei primi anni '60.