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Ferrovie di Prealpi e Alpi

Ferrovia Voghera-Varzi.  Si trattava di una linea di 32 km, nell'oltrepò pavese, realizzata nel 1931 e chiusa nel 1966. Progettata da Ernesto Besenzanica, già padre della ferrovia Sangritana, venne realizzata da subito a trazione elettrica a 3000 V in corrente continua, un sistema che al principio degli anni '30 era ancora nella sua fase sperimentale. La cartolina mostra l'elettromotrice ACD 22 (OMS-TIBB) facente parte della dotazione originale di 3 elettromotrici.
Ferrovie di Prealpi e Alpi - Ferrovia Voghera-Varzi.

 

Varzi.  A marzo 2020 il Museo "Enrico Pessina" di Voghera ha diffuso una notevole foto di gruppo in stazione di Varzi, prima dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, chiedendo se qualcuno vi si riconoscesse. L'immagine è senza dubbio significativa (oltre che inedita): contrariamente ad altre foto del genere, non riproduce infatti solo il personale della ferrovia - operai, tecnici, ecc.- ma un'intera popolazione, palesemente accorsa a festeggiare il loro treno. In primo piano abbiamo una delle due locomotive 51-52 (TIBB, 1931) seguita da una delle tre elettromotrici ACD 21-23 (OMS/TIBB, 1931).
Ferrovie di Prealpi e Alpi - Varzi.

 

Funicolare del Belvedere di Lanzo.  La funicolare Lanzo-Santa Margherita, inaugurata nel 1907, aveva la principale ragione d'essere nel permettere il rapido accesso alla navigazione del Lago di Lugano per i turisti provenienti dalla Val d'Intelvi. Ancora nei primi anni '70 i battelli facevano scalo nella sperduta frazione di Santa Margherita, realizzando un comodo collegamento Lanzo-Lugano (che ho utilizzato più volte anch'io intorno al 1975!). La funicolare è stata chiusa nel 1977 e poi è rimasta "congelata", in una confusa storia di contenziosi legali, penso fino ad oggi. La cartolina è la stampa tipografica colorizzata di una precedente vera fotografia. La cosa curiosa è che la funicolare dovrebbe essere stata sempre azzurra, mentre qui è stata colorizzata in un lucente giallo!

Anche a questo impianto è dedicato un racconto specifico.

Ferrovie di Prealpi e Alpi - Funicolare del Belvedere di Lanzo.

 

Altri impianti

Tranvia Milano-Gallarate.  L'ottocentesca tranvia a vapore per Gallarate venne presa in gestione dalla STIE nel 1913 ed elettrificata due anni più tardi. Nel 1951 venne soppressa la tratta Legnano-Gallarate (con le due diramazioni per Cassano Magnago e Lonate Pozzolo) mentre la tratta residua sopravvisse fino al 1966 (Wikipedia). A partire dal 1961, la precedente colorazione castano e Isabella era stata sostituita con un ben più vivace rosso e bianco, come si vede in questa immagine, che dovrebbe essere stata scattata a Legnano.

La scomparsa pressoché integrale di tutte le tranvie interurbane - a Milano e nel resto dell'Italia - ha creato un "anello mancante" tra il servizio ferroviario e il trasporto urbano, relegando una fetta troppo grande di trasporto pubblico a schiere di autobus letteralmente sommerse dal traffico automobilistico (più dettagli).

Altri impianti - Tranvia Milano-Gallarate.

 

Tranvia Milano-Magenta-Cuggiono.  Un settore "primordiale" del trasporto interurbano sopravvissuto fino agli anni '50 fu quello delle tranvie a vapore, che avevano dominato la scena sin dalla seconda metà dell'800. A Milano, l'ultima linea a vapore, il celeberrimo Gamba de Legn, fu la Milano-Magenta/Castano Primo, chiusa nel 1957, dopo che già dal 1952 il capolinea era stato arretrato da Castano a Cuggiono (Wikipedia).

Nell'immagine, due tipiche locomotive cabinate trainano lunghe sequenze di carrozze a due assi nell'attraversamento di Sedriano, anche durante un'esondazione, tra ragazzini festanti! La sostituzione con autolinee appariva allora l'inevitabile segno del progresso, ma significò anche la perdita di contatto con la tradizionale trazione a vapore: una perdita che in alcuni contesti esteri si è riusciti ad evitare (più dettagli sull'esempio tedesco dell'Harz). E' interessante notare che un tram a vapore cabinato circoli sporadicamente come mezzo storico anche in una città come Berna (foto).

Altri impianti - Tranvia Milano-Magenta-Cuggiono.

 

Guidovia Madonna della Guardia.  La celebre Guidovia era un singolare sistema di trasporto che saliva al Santuario in cima al monte Figogna, inaugurato nel 1929 e chiuso nel 1967 (tutta la storia; Wikipedia). Esso ha ovviamente rappresentato un tipico esempio di linea nata espressamente per scopi turistici. Le automotrici diesel erano dotate di ruote di gomma piena e normali bordini metallici: esse viaggiavano su una pista di cemento in cui erano affogate le rotaie, combinando la "guida" dell'accoppiamento rotaia-bordino con l'aderenza della gomma.
Altri impianti - Guidovia Madonna della Guardia.

 

Monorotaia Italia '61.  Uno dei mezzi di trasporto più peculiari mai apparsi in Italia è stata senza dubbio la breve linea monorotaia realizzata nel 1961 a Torino per i festeggiamenti dei 100 anni dell'Unità d'Italia. Lunga 1,8 km, attraversava la città su viadotto e restò in servizio durante la manifestazione del 1961 e nelle due estati successive, per poi cadere in abbandono (Wikipedia). Da allora ci pare che nessun altro evento fieristico o simile abbia mai prodotto un sistema di trasporto specifico.
Altri impianti - Monorotaia Italia '61.

 

Monorotaia Italia '61.  Il veicolo della monorotaia sfoggiava una elegante colorazione bianca e rossa. In realtà il mezzo era molto più tozzo di quanto apparisse, ma la parte inferiore era ben mimetizzata da un uso intelligente della colorazione grigia.
Altri impianti - Monorotaia Italia '61.

 

Spoleto-Norcia

Ferrovia Spoleto-Norcia  La ferrovia Spoleto-Norcia è considerata uno dei più spettacolari esempi di tecnica ferroviaria di tipo "alpino" realizzati in Italia. Attraverso un tracciato composto da tre percorsi elicoidali, due tornanti e una galleria di valico di 2 km, univa Spoleto con S.Anatolia di Narco, in val Nerina, proseguendo poi fino a Norcia, per un totale di 51 km, a scartamento ridotto da 950 mm e trazione elettrica 2600 V in corrente continua. Inaugurata nel 1926 dalla Società Subalpina Imprese Ferroviarie (SSIF, la stessa impresa che eserciva la Ferrovia Vigezzina), è stata poi chiusa nel 1968 dalla Società Spoletina di Imprese Trasporti (SSIT) che l'aveva gestita negli ultimi 3 anni (Wikipedia). Le immagini mostrano una serie di fotografie ufficiali, verosimilmente a linea nuova, con le elettromotrici TIBB A1-A5 nella versione d'origine (negli anni '50 vennero ricostruite con cassa bombata e infine, dopo la chiusura, ebbero una nuova vita sulla Genova-Casella).
Spoleto-Norcia - Ferrovia Spoleto-Norcia

 

Viadotto di Caprareccia.  L'elicoidale dal lato di Spoleto si svolgeva tutto a cielo aperto e culminava nel celebre viadotto di Caprareccia. Gli altri due elicoidali, dal lato di S.Anatolia, erano invece realizzati nella più comune forma in galleria.
Spoleto-Norcia - Viadotto di Caprareccia.

 

Viadotto di Caprareccia.  
Spoleto-Norcia - Viadotto di Caprareccia.

 

Norcia.  La stazione capolinea.
Spoleto-Norcia - Norcia.

 

Centro e sud

San Marino.  La ferrovia Rimini-San Marino è stata inaugurata nel 1932, già a trazione elettrica, utilizzando le classiche elettromotrici Carminati e Toselli, comuni a molte altre linee del tempo. Eccezionalmente panoramica e ardita, a causa del dislivello da superare di oltre 500, la linea è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale e mai riattivata. Dato il ridotto periodo di attività, le cartoline non sono certo numerose: questa è forse la più celebre. Recentemente è stata restaurata un'elettromotrice, che era rimasta ricoverata per decenni all'interno di una galleria e che ora è in grado di funzionare su un breve tratto di binario, ricostruito presso la stazione superiore.
Centro e sud - San Marino.

 

San Marino (francobolli).  La Repubblica di San Marino ha stampato anche una serie di quattro francobolli dedicati alla ferrovia (nella scansione ne manca ovviamente uno). Come era prassi abbastanza comune al tempo, il soggetto è sempre lo stesso e cambia il colore del francobollo in base al valore (vedi anche l'esempio per il cinquantenario delle FS nel 1939).
Centro e sud - San Marino (francobolli).

 

Ferrovia Alto Pistoiese.  La linea Pracchia-San Marcello Pistoiese-Mammiano, lunga 17 km, è stata realizzata nel 1926, a scartamento ridotto italiano da 950 mm e trazione elettrica a 1200 V in corrente continua. A Pracchia si connetteva con la linea FS del valico appenninico della Porrettana, proveniente da Pistoia, che fino all'apertura della Direttissima Bologna-Firenze (1934) aveva rappresentato il principale collegamento ferroviario nord-sud: la Ferrovia Alto Pistoiese nasceva quindi come connessione turistica della Montagna Pistoiese a tale asse ferroviario (Wikipedia). Il tratto finale di circa 1 km da San Marcello a Mammiano prevedeva un regresso in uscita da San Marcello e venne chiuso già nel 1956, mentre l'intera linea venne chiusa nel 1965.
Centro e sud - Ferrovia Alto Pistoiese.

 

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