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Flash back

S.Olcese.  Retrocendedo ancora un po' nel tempo, grazie alle foto di Alberto Perego, si può dare uno sguardo ad altri aspetti della ferrovia, oggi perduti: i locomotori B.51 e B.52 ex Ferrovia Val di Fiemme (Carminati & Toselli/TIBB, 1929), la colorazione verde, che precedette quella amaranto, e infine lo sguardo aperto sui tornanti di Sant'Olcese, prima che la crescita del bosco degli ultimi anni li celasse alla vista. Il locomotore B.52 al traino di tre carrozze ha appena lasciato la fermata di S.Olcese Chiesa, posta tra le due gallerie, e si dirige in discesa verso Vicomorasso. Sulla destra la linea sale verso S.Olcese Tullo, situata oltre l'estremità superiore destra dell'inquadratura.
Flash back - S.Olcese.

 

Niusci.  Lo stesso treno, più a nord, transita accanto alla casa di Niusci, un po' meno fresca d'intonaco rispetto a oggi, ma già allora in grado di connotare la scena. I carrelli dei B.51 e B.52 vennero poi riutilizzati sulle elettromotrici Firema A8 e A9 del 1993, tuttora in servizio. Infine il B.51 è stato restaurato/ricostruito ed è conservato come mezzo storico sulla Ferrovia Trento-Malè.
Flash back - Niusci.

 

Torrazza.  Una cartolina vintage mostra un treno fermo in stazione di Torrazza (il toponimo San Bernardo è legato alla chiesa poco oltre la stazione).
Flash back - Torrazza.

 

Campi.  Emilio Cogorno (1930-2016) si è dedicato con passione a questa linea ed è stato anche presidente dell'Associazione Amici della Ferrovia Genova - Casella. Il suo libro "Viaggiando e ricordando per Genova e dintorni"" (Nuova Editrice Genovese, 1998) è la testimonianza affettuosa del legame con la ferrovia, fin dalla più tenera età. La fotografia, scattata a Campi nell'estate 1931 dal padre di Emilio, mostra un locomotore Breda al traino di tre vetture. Sullo sfondo si riconosce il portale della galleria in direzione Trensasco, oggi nascosta dalla vegetazione. I due bimbi sul prato sono proprio Emilio e sua cugina. Sulla vetta, il Forte Diamante.
Flash back - Campi.

 

Un viaggio.  Dal bel libro "Viaggiando e ricordando per Genova e dintorni" di Emilio Cogorno ricopio questa affascinante descrizione serale della ferrovia. Il testo è stato inserito nel pannello informativo della stazione di Busalletta. Il disegno, dell'autore, compare sulla copertina del libro.

La sera era splendida. Il cielo sereno era punteggiato di stelle e la luna, sorta nel frattempo, illuminava tutta la Valle Scrivia. Ripartita dalla stazione di Casella, semisepolta dalla neve, la nostra "littorina" (così soprannominata perché, anche se elettrica, come le consorelle a motore termico la motrice trasportava solamente passeggeri) dopo aver superato con un ponte il Rio Cortino, lo risaliva fino al tunnel di valico, abbandonando così la Valle Scrivia per ritrovarsi alla Crocetta. La Valle del Rio di Ciaè era ampia ad anfiteatro e la ferrovia, appoggiandosi a sinistra, si manteneva in quota, seguendo il dolce andamento del terreno tra le falde del monte Sella.

Mentre la littorina prcorreva in forte pendenza, tornanti e gallerie in curva, ecco le luci dei paesini che, come in un bianco incantato Presepio, popolavano la bella Valle del nostro entroterra. All'ultimo tornante, uscendo da una galleria, si presentava il campanile di Sant'Olcese e poco dopo il trenino giungeva a Vicomorasso. A Vicomorasso, importante stazione intermedia, la ferrovia passava accanto alla sua centrale di alimentazione per poi continuare a scendere, tra due muri di neve verso il Rio Sardorella. Superato con un ponte ad una sola arcata il piccolo torrente, il trenino tornava a salire.

Costeggiando il monte sulla nostra destra, si scendeva rapidamente verso Manin, incontrando ponti e gallerie che si susseguivano in un percorso segnato dalle continue e numerose curve. All'uscita di un tunnel, improvvisa, compariva la città con le sue luci, mentre il trenino, seguendo il suo tortuoso viaggio tra valli e costoni, giocava a nasconderla per farcela ritrovare subito dopo. Dalle strade, illuminate da lunghe collane di luci, si staccavano centinaia di perline che, brillando una dietro l'altra sui crinali percorsi dalle "creuse", segnavano l'antica vocazione di Genova di salire in alto.

Flash back - Un viaggio.

 

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