Villa S.Giovanni. La D.145 traina l'espresso da Venezia dal binario 6 di Villa, giù verso il fascio marittimo. Il carro pianale e la prima carrozza passeggeri hanno il compito di "veicoli scudo", cioè sono usati per distanziare la locomotiva dal treno vero e proprio, evitando che la locomotiva debba entrare essa stessa fin nella nave. Appena dietro si vede un altro complesso di D.145 con pianale e carrozza scudo. |
Villa S.Giovanni. Arrivato in fondo allo scalo, il treno retrocede verso l'invaso, spinto dalla D.145. Si riconosce l'intera composizione, formata da 9 carrozze, di cui 2 letti e le restanti cuccette (l'ultima carrozza che si intravede a sinistra è quella scudo). |
Villa S.Giovanni. Saliamo ora a bordo e vediamo il treno che viene introdotto sulla nave. Ricordando che la capienza dei binari della nave è di 4 carrozze, deduciamo che le 9 carrozze richiederanno di essere spezzate in tre sezioni, mediante tre successive manovre. Nonostante la delicatezza delle operazioni, è possibile seguirle da vicino senza particolari problemi, come fanno le due ragazze in foto, appena scese dal loro treno a dare un'occhiata. |
Villa S.Giovanni. Le grandi traverse in legno delimitano il pontile creando una inconsueta geometria. |
Villa S.Giovanni. Il viaggio a giorno fatto, come quello dell'espresso da Venezia, è sicuramente interessante, ma ha ancora più fascino utilizzare un treno che varchi lo stretto all'alba, come è il caso dell'ICN 1939 da Roma (qui verso le 6.30, in verità con un'ora di ritardo a causa di un guasto la sera prima a Roma). |
Messina. All'ingresso del porto, si sfila accanto alla colonna votiva con la statua della Madonna della Lettera (1934). |
Messina. Nel panorama del lungomare, spicca il campanile del Duomo. |
Messina. |
Messina Marittima. Poco prima di entrare nell'invaso, la nave inizia la manovra di ribaltamento della prua mobile, che permetterà lo scarico del treno. Le autovetture, caricate al ponte superiore, entrano ed escono da un accesso laterale, attraverso un ponte mobile di terra. Sullo sfondo, il fronte curvilineo della stazione di Messina Marittima (1939). |
Messina Marittima. La parte più delicata dell'invaso è naturalmente il punto di contatto tra i binari di terra e il ponte della nave (a sinistra nella foto). Lo scambio triplo si trova a terra, di modo che sulla nave arrivano già tre binari. Le navi costruite fino a metà del XX secolo avevano infatti tre binari, come ancora di recente la Fata Morgana. Su alcune navi a quattro binari si usano solo i due rami esterni dello scambio triplo, e due successivi scambio sono posti sul ponte della nave. |
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