Ferry Boat - Attraverso lo stretto
«I fischi dei battelli risuonavano bagnati, e come fischi d'acqua giungevano da terra quelli delle locomotive. D'un tratto si vide la torre del faro in viaggio, altissima, in navigazione per Villa San Giovanni»
Da Villa San Giovanni a Messina, anno 2011. Quattro coppie di treni notturni e due di Intercity attraversano ancora lo stretto sul Ferry-Boat, ogni giorno.
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Villa S.Giovanni. Il treno dal Nord, in questo caso l'Espresso 1931 da Venezia, arriva sul sesto e ultimo binario della stazione di Villa S.Giovanni, disposta lungo il mare (a sinistra dell'immagine). La locomotiva elettrica ha finito il suo lavoro e viene staccata. Dietro di lei si trovano in genere dalle 8 alle 12 carrozze, divise in due metà: una per Palermo e una per Catania e Siracusa. |
Villa S.Giovanni. Villa San Giovanni è dotata di tre invasi (più un quarto senza accesso ferroviario). La costa sullo sfondo è naturalmente la Sicilia, illuminata dal sole del primo mattino. |
Villa S.Giovanni. La nave Villa, che ci accompagnerà in questo primo viaggio, sta entrando nell'invaso. Il carico del treno avviene da prua (la parte visibile in foto). La Villa, insieme alla gemella Scilla, è la nave più moderna delle FS per il traghettamento di treni viaggiatori, costruita dai cantieri di Castellamare di Stabia nel 1985. E' lunga 145 m e ospita quattro binari, ciascuno capace di accogliere 4 carrozze standard da 26,4 m. La velocità è di 21 nodi (38 km/h). E' stata progettata per poter fare servizio anche in mare aperto sulla rotta sarda (Civitavecchia-Golfo Aranci), cosa ormai inutile in quanto dal 2009 le FS hanno soppresso ogni traghettamento di carri dalla Sardegna. |
Ortofoto Villa S.G. La foto aerea permette di descrivere le operazioni di imbarco. Abbiamo già visto la locomotiva elettrica arrivata in stazione (freccia gialla). A questo punto una macchina diesel da manovra D.145 prende il treno intero e lo traina verso sud (frecce arancio), facendolo scendere al fascio della stazione marittima, posta a una quota inferiore. Quindi inverte la marcia e spinge il treno verso l'invaso. Con successive manovre di andirivieni, più sezioni di treno, formate da quattro carrozze ciascuna, vengono caricate sulla nave. Quest'ultima lascia l'invaso in retromarcia (frecce azzurre) dato che il carico avviene da prua, e, guadagnato il largo, effettua un'inversione a U che la porta a puntare su Messina. |
Villa S.Giovanni. La D.145 traina l'espresso da Venezia dal binario 6 di Villa, giù verso il fascio marittimo. Il carro pianale e la prima carrozza passeggeri hanno il compito di "veicoli scudo", cioè sono usati per distanziare la locomotiva dal treno vero e proprio, evitando che la locomotiva debba entrare essa stessa fin nella nave. Appena dietro si vede un altro complesso di D.145 con pianale e carrozza scudo. |
Villa S.Giovanni. Arrivato in fondo allo scalo, il treno retrocede verso l'invaso, spinto dalla D.145. Si riconosce l'intera composizione, formata da 9 carrozze, di cui 2 letti e le restanti cuccette (l'ultima carrozza che si intravede a sinistra è quella scudo). |
Villa S.Giovanni. Saliamo ora a bordo e vediamo il treno che viene introdotto sulla nave. Ricordando che la capienza dei binari della nave è di 4 carrozze, deduciamo che le 9 carrozze richiederanno di essere spezzate in tre sezioni, mediante tre successive manovre. Nonostante la delicatezza delle operazioni, è possibile seguirle da vicino senza particolari problemi, come fanno le due ragazze in foto, appena scese dal loro treno a dare un'occhiata. |
Villa S.Giovanni. Le grandi traverse in legno delimitano il pontile creando una inconsueta geometria. |
Villa S.Giovanni. Il viaggio a giorno fatto, come quello dell'espresso da Venezia, è sicuramente interessante, ma ha ancora più fascino utilizzare un treno che varchi lo stretto all'alba, come è il caso dell'ICN 1939 da Roma (qui verso le 6.30, in verità con un'ora di ritardo a causa di un guasto la sera prima a Roma). |
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