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Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936

Veneto. 
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In quegli anni, le maggiori città venete erano il centro di estese reti tranviarie a vapore, molte delle quali verranno in seguito elettrificate per poi scomparire definitivamente o essere trasformate in filovie (anch'esse però destinate alla chiusura).

Tra le linee perdute turisticamente rilevanti, è da citare la linea dell'Altopiano Piovene Rocchette - Asiago, a trazione a vapore e dentiera. Le tranvie vicentine, sia elettriche, sia a vapore (a cui si aggiungerà nel secondo dopoguerra la trazione diesel) costituivano una rete vasta e multiforme, tra le ultime a scomparire (entro il 1980). Sopravvive invece la Mestre-Adria.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Veneto.

 

Friuli e Venezia Giulia. 
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Poiché il periodo è antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, l'Istria, parte della Dalmazia e Zara sono ancora italiane. La ferrovia Parenzana (Trieste - Buje - Parenzo) è già stata chiusa nel 1935 per cui non compare più nella mappa, come anche la tranvia extraurbana Mattuglie - Abbazia - Laurana, chiusa nel 1933. Da notare invece la linea Pirano - S. Lucia di Portorose (ove sorgeva la stazione della Parenzana), che nel 1912 aveva sostituito la filovia di prima generazione Pirano - Portorose, caso abbastanza unico, in quanto nei decenni successivi sarebbero state le filovie a sostituire le tranvie.
Le ferrovie Portogruaro - Bertiolo - Udine e Bertiolo - Palmanova - Rubbia - Sasseto, allora indicate come in costruzione, in realtà non sono mai state completate. Tra l'altro i lavori sulla tratta Rubbia - Sasseto non dovrebbero essere mai iniziati, così come è rimasta solo sulla carta la ferrovia Villa Opicina - Sappiane, indicata anch'essa come in costruzione.

La breve ma caratteristica tranvia Trieste - Opicina e la Udine-Cividale rappresentano le uniche sopravvissute.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Friuli e Venezia Giulia.

 

Emilia. 
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Partendo da Parma e scendendo lungo la Via Emilia, la cosa che immediatamente salta all'occhio è che ogni città capoluogo era il fulcro di una rete composta da ferrovie concesse e tranvie, elettrificate o a vapore. Il fatto poi che tutte queste reti fossero in qualche modo interlacciate fra di loro generava una fitta maglia di linee che copriva tutto il territorio pianeggiante della Regione. E' in particolare impressionante la vasta e fitta rete di tranvie interurbane facenti capo a Parma, per lo più a trazione a vapore.
Si notano poi le costruende ferrovie Casalecchio - Vignola, attivata nel 1938 in sostituzione della parallela tranvia; Fidenza - Salsomaggiore, attivata nel 1937, anch'essa per rimpiazzare una linea tranviaria; Rolo - Mirandola, quest'ultima mai completata. Da notare anche il tronco Massalombarda - Imola, aperto nel 1934 e che verrà chiuso solo dieci anni dopo assieme alla tratta Imola - Fontanelice.

Scendendo lungo la costa adriatica della Romagna, troviamo le perdite più significative dal punto di vista turistico: le due ferrovie concesse che partivano da Rimini e raggiungevano da una parte Novafeltria (a quel tempo e fino al 1941 ancora chiamata Mercatino Marecchia) e dall'altra la Repubblica di San Marino. Quest'ultima, tecnicamente rilevante per il forte dislivello da superare, rimase in esercizio appena 12 anni, dal 1932 alle distruzioni belliche del 1944.

Oggi l'Emilia è nonostante tutto ancora abbastanza ricca di ferrovie regionali: sette reti sono sopravvissute, ormai tutte confluite nella gestione FER. E' disponibile una situazione più recente nella mappa del 1986 dalla rivista Voies Ferrées Ediz. Italiana.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Emilia.

 

Toscana. 
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La ferrovia della Garfagnana è ancora incompleta, mancando la tratta di valico che sarà aperta solo nel 1959. Stupisce la fitta rete tranviaria a nord di Viareggio, semisconosciuta e in parte elettrificata. Ad Arezzo fa capo la ferrovia a scartamento ridotto proveniente da Fossato di Vico, interrotta durante la seconda guerra mondiale e mai più riaperta, con la sola eccezione della tratta tra Sansepolcro ed Umbertide che verrà riutilizzata dalla FCU proveniente da Perugia. La Siena - Monte Antico via Buonconvento compare ancora come ferrovia concessa: oggi è una normale linea FS, parte del collegamento Siena-Grosseto, dopo essere rimasta chiusa dal 1966 al 1980. Proprio la sua riapertura determinerà poi il declino del più lungo itinerario via Asciano, chiuso nel 1994 e oggi in esercizio solo come linea turistica del Trenonatura. Si nota infine la rete di tranvie elettriche che, partendo da Firenze, raggiungevano numerose località limitrofe come Sesto Fiorentino, Peretola e Bagno a Ripoli.

Scomparse tutte le tranvie e la maggior parte delle ferrovie concesse, oggi rimangono solo i due rami di Arezzo (per Stia e Sinalunga), entrambi elettrificati.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Toscana.

 

Marche, Abruzzo. 
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Notiamo qui le tranvie e ferrovie Ancona - Falconara, Porto Civitanova - Civitanova Marche, Porto San Giorgio - Fermo - Amandola, Chieti Stazione - Chieti Città: tutti collegamenti che saranno successivamente sostituiti con filovie (nel caso di Porto San Giorgio solo fino a Fermo), di cui oggi sopravvive a fasi alterne solo quella di Chieti. Da segnalare anche la sconosciuta tranvia di Offida, aperta nel 1926 e chiusa nel 1952. A nord, manca l'indicazione della Fano - Fermignano - Urbino: probabilmente perché proprio tra il 1933 e il 1941 la linea venne sospesa ed autosostituita per il fallimento della società esercente, per essere poi esercitata dalle FS, che la chiusero infine nel 1987, lasciando Urbino priva di ferrovia. Dopo le distruzioni belliche, anche la linea FS Fabriano-Urbino venne ricostruita solo nella tratta iniziale fino a Pergola (e nel breve tratto Fermignano-Urbino di connessione con la linea da Fano).

La perdita più rilevante dal punto di vista tecnico e turistico è sicuramente quella dell'intera rete della Sangritana, tra Ortona e Castel di Sangro. In origine a scartamento ridotto, e poi ricostruita nel dopoguerra a scartamento ordinario, è stata progressivamente abbandonata, man mano che lo stato del binario avrebbe richiesto degli interventi di manutenzione, e nonostante la consolidata presenza del servizio turistico del Treno della Valle. L'ultimo tratto originale, da Marina di San Vito a Lanciano, è stato chiuso a novembre 2006. L'anno successivo è stato riaperto su un nuovo tracciato moderno: 10 km che rappresentano oggi l'unica tratta in esercizio di una rete che ne contava oltre 150.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Marche, Abruzzo.

 

Umbria, Lazio. 
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Una delle linee più interessanti è senza dubbio la famosa ferrovia Roma - Fiuggi - Frosinone, che si potrebbe anche chiamare "ferrotranvia", in quanto si alternavano tratte con caratteristiche tranviarie e altre ferroviarie. Oggi sopravvivono i primi km fino a Giardinetti, ma già allora aveva cominciato a contrarsi: nell'anno di redazione della mappa la linea appariva spezzata in tre parti: da Roma a Fiuggi, da Vico nel Lazio a Guarcino, da Frosinone a Frosinone Scalo. Manca all'appello la tratta Fiuggi - Vico - Frosinone che dal 1° luglio 1935 era priva del servizio viaggiatori, ma non del servizio merci. Di fatto quindi la linea era ancora completa, ma ancora per poco tempo: infatti il 15 maggio 1936 verrà soppressa la diramazione Vico - Guarcino e quindi il 1° marzo 1937 il tronco Fiuggi - Frosinone (che però, tre anni dopo, sarà parzialmente riaperto fino ad Alatri). Si segnala anche la breve linea FS Palo - Ladispoli che verrà soppressa di lì a poco (1938). Manca l'indicazione della tranvia Anzio-Nettuno (è rappresentata solo la ferrovia), chiusa nel 1936 e sostituita da un'effimera filovia, poi disastrata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Al primo posto tra le perdite turisticamente rilevanti c'è senza dubbio la celeberrima Spoleto-Norcia, con spettacolari caratteristiche alpine, chiusa nel 1968. Oggi, oltre alla citata tratta di Giardinetti, rimangono la Terni-Perugia-Umbertide-San Sepolcro, la Roma-Ostia-Lido (che continua ad essere classificata ferrovia ma ha caratteristiche assolutamente da metropolitana) e la Roma-Viterbo, metropolitana nel primo tratto e poi in stato di semiabbandono fino a Viterbo.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Umbria, Lazio.

 

Campania, Basilicata. 
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La zona di Napoli è fittissima di tranvie e ferrovie, e avrebbe meritato un ingrandimento per poterne osservare al meglio i dettagli. Una buona fetta di questa rete è ancora oggi in esercizio, suddivisa tra Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst (già Ferrovia Alifana, per Piedimonte, e Ferrovia Benevento-Cancello). In particolare la Circumvesuviana è stata prolungata nel dopoguerra fino a Sorrento, sostituendo la corrispondente tranvia, e coniugando così un fitto servizio suburbano a una significativa valenza turistica.

In Molise abbiamo un'altra ferrovia semisconosciuta, la Pescolanciano - Agnone, aperta nel 1915 e chiusa nel 1944. In Basilicata compare invece la rete delle Ferrovie Calabro-Lucane (oggi FAL, Ferrovie Appulo-Lucane). Curiosamente, manca l'indicazione della linea FS Potenza-Rocchetta(-Foggia), benché aperta sin dal 1897, che include ancora oggi la tratta a doppio scartamento Potenza-Avigliano. Chiuse invece da tempo le linee interne tra Campania e Basilicata, sia quella FS Sicignano-Lagonegro (dal 1987), sia la successiva in concessione Lagonegro-Spezzano (interrotta alle porte di Lagonegro sin dal 1952 per la spettacolare deformazione del viadotto Serra, e infine chiusa sull'intera tratta dal 1978).

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Campania, Basilicata.

 

Puglia. 
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Anche qui c'è una ferrovia in costruzione che si prepara a sostituire una tranvia, la Bari - Barletta. Da segnalare anche la tranvia interurbana Bari - Ceglie che verrà successivamente trasformata in filovia, filovia oggi in corso di ricostruzione. A Taranto è indicata la Ferrovia Circummarpiccolo, collegamento solo merci soppresso da tempo e di cui oggi si discute il recupero come collegamento misto tram-treno. Essendo stata inaugurata nel 1938 manca la breve ferrovia Spinazzola - Spinazzola città (chiusa ufficialmente nel 1987), una delle varie "linee corte" che un tempo collegavano le città con stazioni defilate, come Cerignola e Lonigo, per fare altri due esempi. Contrariamente alla media nazionale, in Puglia la maggioranza delle ferrovie concesse è sopravvissuta, a partire dalla lunga e ramificata rete delle Ferrovie del Sud Est.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Puglia.

 

Calabria. 
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Lo scenario è dominato dai vari rami, tra loro disgiunti, delle Ferrovie Calabro Lucane (oggi Ferrovie della Calabria). La Cosenza - Catanzaro Lido è sopravvissuta, con un traffico discreto almeno dal lato di Catanzaro, mentre ormai più chiusi che aperti sono i due rami di Gioia Tauro.

La linea silana che sale fino a Camigliatello, di grande interesse paesistico, ha un servizio turistico occasionale sempre più limitato. Da citare anche la Paola-Cosenza, che con la linea di Volterra rappresentava il ristretto insieme delle linee FS a dentiera (a scartamento ordinario): è stata chiusa nel 1987 con l'apertura del collegamento diretto in galleria.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Calabria.

 

Sicilia. 
Lato 3000 pixel, 7.2 Mpixel (1 MB), 200 DPI. 
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La mappa è prodiga nell'indicare come in costruzione progetti mai passati alla fase pratica: Catalafimi - Salemi, Gallitello - Corleone - Lercara, Burgio - Ribera, un itinerario alternativo tra Agrigento e Porto Empedocle, Caltanissetta - Misteci, Canicattì - Caltagirone, Leonforte - Regalbuto. Interessante è anche la ferrovia Palermo - Salaparuta, indicata come in esercizio tra Palermo e Monreale e in costruzione da qui a Salaparuta: da quello che ci è dato sapere sulla storia di questa linea apprendiamo che il binario fu posato fino a Monreale ma mai aperto all'esercizio; tra Monreale e Camporeale i lavori vennero sospesi più o meno nello stesso periodo in cui questa cartina veniva disegnata, mentre la tratta fino a Salaparuta rimase solo allo stadio progettuale.
Molto strana è l'indicazione di varie linee in costruzione, o in progetto, come "concesse" quando nei fatti sono state gestite o avrebbero dovuto essere gestite dalle FS fin dall'apertura come, ad esempio, la Trapani - Alcamo Diramazione; altre linee invece sono indicate in parte FS, in parte come concesse (Palermo - Salaparuta, Canicattì - Caltagirone).

La bellissima Circumetnea Catania-Riposto è l'unica concessa sopravvissuta, mentre con la chiusura della Castelvetrano-Ribera (1985) è giunta al capolinea anche la rete a scartamento ridotto gestita dalle FS.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Sicilia.

 

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