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Scartamento ridotto 950 mm


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.302
Gr. R.302 (1922-27, 42 unità). La R.302 rappresenta la versione a vapore surriscaldato della R.301. All'interno delle 42 unità totali, 20 derivavano dalla trasformazione delle R.301, effettuata dalle Officine Meccaniche e Navali di Napoli nel 1927. Anche in questo caso un certo numero di unità finì alle colonie: la 34 in Abissinia, 10-13, 20 e 42 a Tripoli, 25 e 35 a Bengasi.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.302 a nafta
Gr. R.302 a nafta (rielaborazione c. 1950). Nel dopoguerra la maggioranza delle R.301 è stata trasformata per alimentazione mista a carbone e nafta: il vistoso cubo tra fumaiolo e duomo è appunto il serbatoio della nafta. In questa versione sono probabilmente le macchine FS a scartamento ridotto più conosciute: le ultime R.302 sono infatti rimaste in servizio fino agli anni '70 sulla residua rete sicula a scartamento ridotto, ovvero la linea Castelvetrano-Ribera (poi definitivamente chiusa nel 1985). La 019 è conservata a Pietrarsa.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.305
Gr. R.305 (1911-12, 4 unità). Questo piccolo gruppo era originariamente in dotazione alla Ferrovia Palermo-Corleone-San Carlo, prima ferrovia a scartamento ridotto in Sicilia, passata alle FS nel 1922. Le macchine erano di costruzione tedesca Henschel, a vapore surriscaldato, e sono state utilizzate fino agli anni '30. Una di esse finì alla ferrovia Alifana, dove venne utilizzata fino al 1954.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.401
Gr. R.401 (1911, 12 unità). Costruite da Schwartzkopff a Berlino, queste locomotive hanno avuto vita breve in Sicilia, essendo state trasferite a Tripoli già nel 1912. Quattro unità (1, 8, 11 e 12) finirono poi a Bengasi nel 1918.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.402
Gr. R.402 (1911-22, cambio scartamento 1938, 7 unità). Se il sud Italia fu caratterizzato dallo scartamento 950 mm, un altro celebre scartamento era quello a 760 mm, comunemente detto "bosniaco" perché nato in quell'area dell'allora impero austro-ungarico. Il Gruppo P era originariamente costituito da 3 macchine, appunto a scartamento 760 mm, costruite da Krauss a Linz per la ferrovia Trieste-Parenzo, allora austriaca. Con il passaggio all'Italia e alle FS, nel 1922 altre 6 locomotive uguali vennero fatte realizzare dalle Officine Meccaniche di Reggio Emilia. A seguito della chiusura della Trieste-Parenzo (1935), la storia del Gruppo P si è intrecciata con la rete sicula, quando 7 macchine, nel 1938, sono state convertite a 950 mm per l'utilizzo sulla Palermo-Corleone-San Carlo, dove sono rimaste in servizio fino agli anni '50. Delle due unità non trasformate, la P4 e la P7, la prima si perse in Jugoslavia mentre la seconda sopravvisse ed è oggi conservata al Museo della Scienza di Milano.

 

Scartamento ridotto 760 mm


Scartamento ridotto 760 mm - Gr. R.600
Gr. R.600 (1916, 10 unità). Si tratta di macchine austriache di tipo Mallet, quindi a doppia espansione, costruite nel 1916 dalla Henschel di Kassel. Appartenevano al tipo VI, numerate a partire da 6001, e dieci esemplari (6001/10/15/21/34-37/44/46) vennero assegnati alla Ferrovia della Val di Fiemme, Ora-Predazzo, realizzata appunto con lo scartamento di 760 mm e aperta tra il 1917 e il 1918, nelle fasi finali della Grande Guerra. Con il ritorno della pace e il passaggio del Trentino all'Italia, le locomotive arrivarono alle FS, che esercitarono per 9 anni la linea, dal 1918 al 1927. In tale anno essa venne rilevata da una società privata per essere ricostruita a scartamento metrico e trazione elettrica, diventando la celebre ferrovia alpina, sopravvissuta fino al 1963 (e le cui elettromotrici finirono poi sulla Genova-Casella).

In quanto alle locomotive a vapore, la 6036 venne trasformata a scartamento metrico e utilizzata come sussidio sulla linea ricostruita. Le altre 9 rimasero a Ora fino al 1937, quando vennero trasformate a 950 mm e trasferite sulle Ferrovie Meridionali Sarde.

Immagine dell'unità 6044 (collez. Franco Castiglioni).


 

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Vedi anche le locomotive trifasi.

 

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