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Locotender


Locotender - Gr. 880
Gr. 880 (1916-20, 60 unità). Le 880 sono locomotive ancora oggi ben conosciute: arrivarono alla fine del vapore regolare, sulle linee del deposito di Cuneo a metà anni '70, concludendo il servizio sulla Saluzzo-Cuneo nel 1978; sono poi diventate tipiche macchine per i treni storici rievocativi, insieme alle 625, 640 e 740. Inoltre la piccola dimesione ne ha favorito l'uso come monumenti e nei musei (una quindicina di esemplari in tutto). Erano la versione a vapore surriscaldato del precedente gruppo 875 a vapore saturo, tanto che anche 28 unità 875 furono trasformate in 880 al principio degli anni '30, aggiungendosi alle 60 unità native.

L'autore ha fotografato proprio l'esemplare 880.006 a Cremona nel 1977 poco prima della sua alienazione. Oggi questo stesso esemplare è conservato come monumento a Mantova, davanti al celebre Palazzo Tè.


 


Locotender - Gr. 896
Gr. 896 (1921-22, 30 unità). Sono macchine per manovra e smistamento e rappresentano la versione a vapore surriscaldato delle precedenti 895. L'unità 030 è conservata a Pietrarsa.

 


Locotender - Gr. 940
Gr. 940 (1922-23, 50 unità). Le 940 sono la versione locotender delle 740, di cui condividono struttura generale e rodiggio. Benché realizzate in molti meno esemplari rispetto alle 740, sono ancor oggi ben note, in quanto sono arrivate alla fine del vapore regolare, a metà anni '70, e varie unità sono state preservate e utilizzate per treni storici nei decenni seguenti. L'autore ha fotografato l'unità 003 a Rimini nel 1977.

 


Locotender - Gr. 981
Gr. 981 (1922, 8 unità). Le 8 macchine a dentiera Gruppo 981 (costruzione Breda, su licenza della svizzera SLM), evoluzione delle 980, rappresentano il secondo e ultimo Gruppo di vaporiere FS destinate alle due linee a cremagliera: la Saline-Volterra (chiusa nel 1958) e la Paola-Cosenza (chiusa nel 1987). Erano macchine a vapore surriscaldato e doppia espansione: i cilindri a bassa pressione (collocati superiormente) azionavano la ruota dentata, mentre quelli ad alta pressione azionavano normalmente le ruote motrici.

La particolarità era che le corse delle due coppie di pistoni erano fra loro in rapporto 1:2,2, cioè i pistoni a bassa pressione facevano 2,2 volte le corse degli altri. Questo era necessario per le leggi termodinamiche, per sfruttare adeguatamente anche il vapore a bassa pressione, dato che i cilindri erano di identico diametro (normalmente i cilindri a bassa pressione hanno un diametro maggiore di quelli ad alta pressione).

Conseguenza vistosa era che la ruota azionata dai cilindri a bassa pressione girava nettamente più veloce delle ruote motrici, e anche in senso opposto. Naturalmente un adeguato rapporto di ingranaggi ristabiliva la corretta velocità e il verso di rotazione per la ruota dentata che ingranava nella cremagliera. Ad aderenza naturale, le 981, al pari delle 980 da cui derivavano, si comportavano come normali locomotive a semplice espansione. L'autore propone per completezza questo impegnativo disegno anche nella vista frontale, in cui si vedono i quattro cilindri di identico diametro.


 

Scartamento ridotto 950 mm


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.440
Gr. R.440 (1907-39, 31 unità). Il gruppo R440 rappresenta un passaggio importante nella storia della trazione a vapore italiana: sono infatti le prime Mallet realizzate per le FS: progettate a Firenze e costruite per le prime 3 unità dalla Maffei di Monaco, sono entrate in servizio a partire dal 1907. Il sistema Mallet prevede il funzionamento a vapore saturo e doppia espansione, e una struttura articolata della locomotiva, con due gruppi motori separati - in questo caso a due assi ciascuno - di cui quello posteriore ad alta pressione solidale alla caldaia, e quello anteriore a bassa pressione realizzato come carrello.

In totale ne verranno realizzati 31 esemplari, tra il 1907 e il 1939, in maggioranza da Ansaldo, di cui 12 utilizzate inizialmente sulla rete a scartamento ridotto della Sicilia e per le ferrovie da cantiere durante la costruzione della Direttissima Bologna-Firenze (tutte e 12 furono poi trasferite in Eritrea nel 1936). Sono state tutte demolite. La velocità massima era di 35 km/h, con una potenza di circa 180 kW, invero modesta agli occhi di oggi (per confronto una 740 ha una potenza oraria di circa 720 kW).

La versione qui disegnata si riferisce alle condizioni d'origine, prima dell'invio in Eritrea.


 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.370
Gr. R.370 (1908-28, 48 unità) Si tratta di locomotive a cremagliera, realizzate dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno appositamente per le linee a scartamento ridotto della Sicilia. Dal punto di vista tecnico, riprendevano le soluzioni delle 980 e 981 a scartamento ordinario, con meccanismo a doppia espansione e ruota dentata azionata dai cilindri a bassa pressione. Le prime unità vennero pronte addirittura in anticipo rispetto all'apertura dalla prima tratta a scartamento ridotto della rete sicula FS su cui potevano essere utilizzate, la Selinunte-Castelvetrano, del 1910.

Le 48 unità complessive diventarono un primato mondiale per la consistenza di un gruppo di locomotive a vapore a cremagliera, ma in realtà furono sempre sovrabbondanti rispetto alle reali esigenze. La rete sicula a scartamento ridotto nacque infatti "tardi", rispetto alle motivazioni per cui era stata realizzata, essenzialmente l'industria mineraria dello zolfo. La costruzione a rilento e con il criterio della massima economia fecero sì che la rete apparve obsoleta sin dall'apertura, con percorsi tortuosi, pendenze elevate (e dunque ampio ricorso alla cremagliera) e di conseguenza velocità d'esercizio modeste, anche a causa di un regolamento d'esercizio rudimentale, quasi privo di segnalamento.

Con la crisi dello zolfo siculo già negli anni '20, a causa della concorrenza statunitense, la rete perse la sua funzione principale ancor prima di essere completata (1930), tanto che più di una linea venne lasciata incompiuta. Tra il 1939 e il 1953, 18 unità finirono alle Ferrovie Meridionali Sarde, dove furono private della ruota dentata e utilizzate come normali macchine a semplice espansione. Le unità rimaste in Sicilia hanno concluso il servizio nel 1971, con la chiusura della Dittaino-Piazza Armerina, ultima linea con tratte a cremagliera. Oltre all'esemplare conservato a Pietrarsa, ne esistono altri tre come monumento, tra cui quella in stazione a Catania.


 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.301
Gr. R.301 (1912-14, 33 unità). In Italia lo scartamento ridotto assunse la dimensione di 950 mm, anziché quella a cifra tonda di 1000 mm (scartamento metrico) più comune all'estero. In realtà il valore di 950 mm, misurato secondo la consuetudine odierna, cioè tra le facce interne delle rotaie, deriva dalla convenzione originale di considerare invece l'asse delle rotaie stesse, per cui i 950 mm corrispondevano proprio a un metro. In particolare fu realizzata a 950 mm tutta la rete FS della Sicilia interna, oltre a un buon numero di ferrovie in concessione, dalla Circumetnea siciliana alle linee calabro-lucane e sarde, dalla Circumvesuviana alla versione d'origine della Sangritana.

Il Gruppo R.301 - dove la R indicava appunto lo scartamento ridotto - venne progettato dalle FS per la propria rete sicula e fu ripartito tra tutti i principali costruttori d'inizio secolo: Costruzioni Meccaniche di Saronno, OM di Milano, Breda e Ansaldo. Successivamente, dato che anche le colonie italiane adottarono lo stesso scartamento, varie locomotive presero la via dell'Africa: 12-14 e 25-26 a Tripoli in Libia, e 21-22 e 32-33 a Bengasi in Cirenaica nel 1918, e poi ancora 5 e 7 in Somalia nel 1926, 15 e 31 in Eritrea nel 1929 (questi numeri sono ripresi dal libro di Kalla-Bishop, sulla Wikipedia sono lievemente diversi). Quelle rimaste in Sicilia funzionarono fino agli anni '60 e la 2 è esposta al Museo della Scienza di Milano.


 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.302
Gr. R.302 (1922-27, 42 unità). La R.302 rappresenta la versione a vapore surriscaldato della R.301. All'interno delle 42 unità totali, 20 derivavano dalla trasformazione delle R.301, effettuata dalle Officine Meccaniche e Navali di Napoli nel 1927. Anche in questo caso un certo numero di unità finì alle colonie: la 34 in Abissinia, 10-13, 20 e 42 a Tripoli, 25 e 35 a Bengasi.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.302 a nafta
Gr. R.302 a nafta (rielaborazione c. 1950). Nel dopoguerra la maggioranza delle R.301 è stata trasformata per alimentazione mista a carbone e nafta: il vistoso cubo tra fumaiolo e duomo è appunto il serbatoio della nafta. In questa versione sono probabilmente le macchine FS a scartamento ridotto più conosciute: le ultime R.302 sono infatti rimaste in servizio fino agli anni '70 sulla residua rete sicula a scartamento ridotto, ovvero la linea Castelvetrano-Ribera (poi definitivamente chiusa nel 1985). La 019 è conservata a Pietrarsa.

 


Scartamento ridotto 950 mm - Gr. R.305
Gr. R.305 (1911-12, 4 unità). Questo piccolo gruppo era originariamente in dotazione alla Ferrovia Palermo-Corleone-San Carlo, prima ferrovia a scartamento ridotto in Sicilia, passata alle FS nel 1922. Le macchine erano di costruzione tedesca Henschel, a vapore surriscaldato, e sono state utilizzate fino agli anni '30. Una di esse finì alla ferrovia Alifana, dove venne utilizzata fino al 1954.

 

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