Gr. 420 (1873-1905, 293 unità). Le locomotive a 4 assi accoppiati, che permettevano di disporre di una lunga caldaia, si imposero come uno standard per le linee di montagna negli anni '60 dell'Ottocento. In particolare la SFAI adottò il modello austriaco, con distribuzione esterna Stephenson: le prime 98 unità arrivarono ancora sotto la gestione SFAI, tra il 1873 e il 1884, inizialmente costruite dalla Sigl di Wiener Neustadt, e poi anche dalla Maffei di Monaco. I costruttori italiani si affacciarono sulla scena in piccole quantità, con un'unità della Miani e Silvestri nel 1881 e quattro dell'Ansaldo nel 1884. Successivamente, con la creazione della Rete Adriatica e della Rete Mediterranea (1885), entrambe le nuove reti ereditarono locomotive di questo tipo: 31 unità andarono alla RA, numerate da 4801 a 4831, e le restanti alla RM, numerate a partire da 4201. Fu la RM, caratterizzata dalle più difficili linee di montagna, che fece proprio questo progetto, continuando a ordinare ininterrottamente altre decine di 420 fino al 1905, ora con una maggior presenza di costruttori italiani: oltre ad Ansaldo, anche Breda, le officine di Pietrarsa e la Hawthorn-Guppy di Napoli (che confluirà poi nelle OM di Milano). La consistenza totale del Gruppo 420 arrivò a 293 unità, che le FS classificarono con la numerazione iniziale a quattro cifre, tra 4201 e 4493. Le ultimissime unità erano ancora in servizio nei porti di Savona e Taranto nell'immediato dopoguerra, ma scompariranno entro il 1950. Il disegno riproduce la 4410 FS (poi 420.210), già RM 4379, costruita da Breda nel 1898. Come tutte le unità successive al 1885, essa ha il praticabile piano con passaruota rialzato, mentre in precedenza il praticabile seguiva l'andamento curvilineo delle ruote. L'autore ha utilizzato come fonte una foto di Bruno Bonazzelli, che riprese la 4410 a Cremona nel 1915. |