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Locomotive a corrente continua


Locomotive a corrente continua - E.326
E.326 (1929-33, 12 unità). Assai meno celebre delle E.428 fu il Gruppo immediatamente precedente, il secondo a corrente continua: appena dodici esemplari che non riuscirono a duplicare il successo delle centinaia di E.626 e restarono una curiosa singolarità, per decenni confinata sulle linee della pianura padana orientale, tra il Veneto e la Romagna. Erano il tentativo di sviluppare una locomotiva a corrente continua anche per i servizi ad alta velocità, ma rivelarono presto che il previsto obiettivo dei 150 km/h sarebbe rimasto una chimera, a causa della bassa qualità di marcia in velocità: il vero e notevole successo nelle relazioni veloci avrebbe di lì a poco seguito una strada del tutto diversa, con gli Elettrotreni ETR.200 realizzati a partire dal 1936.

Il disegno è arricchito dalla figura del macchinista, ripreso da una vera foto dell'autore, a Rimini nel 1981, quando le E.326 erano ormai a fine carriera.


 


Locomotive a corrente continua - E.626
E.626 (1927-1939, 448 unità). La seconda serie delle E.626 (015-099) rappresenta il primo lotto di locomotive a corrente continua di costruzione unificata, dopo i primi 14 prototipi del 1927-28, ed è dotata di bielletta del compressore meccanico. Le ultime E.626 con compressore hanno concluso il servizio nella prima metà degli anni 80. La macchina prescelta è proprio la 046 che compare in una spettacolare vista laterale sulla copertina del libro Locomotive da battaglia, una pietra miliare nella bibliografia ferroviaria, pubblicato della casa editrice ETR nel 1981.

 


Locomotive a corrente continua - E.636
Nuovo! E.636 (1940-1962, 469 unità). Nel 1940 si progetta una locomotiva che riprende la parte elettrica delle ultime E.626, finite di costruire proprio l'anno prima, ma introduce una meccanica completamente nuova: le E.636 presentano un rodiggio a tre carrelli, montati su due semicasse articolate, che diventerà la struttura tipica delle locomotive elettriche italiane per i successivi 70 anni, con ben 1255 unità prodotte. Le E.636, i cui primi 108 esemplari sono consegnati prima della disfatta bellica, diventano uno dei simboli della ricostruzione: la produzione riprende infatti nel 1952 e prosegue fino al 1962, stabilendo l'imbattuto record di locomotiva italiana prodotta più a lungo (22 anni) e il record del maggior numero di esemplari (469), superato solo di recente dalle E.464 (717 unità tra il 2000 e il 2015). Nonostante una potenza non elevatissima - 2.100 kW - le E.636 svolgono per decenni un ruolo prezioso di locomotiva universale o quasi, trainando ogni tipo di treno in tutta Italia. Hanno concluso il servizio regolare soltanto nel 2006, da ultimo sulle linee della Sicilia.

 


Locomotive a corrente continua - E.424
Nuovo! E.424 (1936, progetto non realizzato). Da un disegno sul libro "Locomotive elettriche" di Giovanni Cornolò è ripresa questa immagine di "come avrebbe potuto essere" l'E.424, ovvero una prima macchina a 4 assi, se fosse stata realizzata prima della progettazione delle E.636, e dunque con una cassa ancora legata alla vecchia struttura ad avancorpi dei primi anni '30. La storia andò diversamente e questo mezzo non vide mai la luce.

 


Locomotive a corrente continua - E.424
Nuovo! E.424 (1943-1951, 158 unità). Le E.424 "vere", senza più alcun legame con le E.626, rappresentarono una versione minore delle E.636, con solo due carrelli, anziché tre. Furono progettate nel 1942 dall'Ing. D'Arbela, nel quadro di un grande programma di standardizzazione dei componenti tra i differenti gruppi di locomotive elettriche. Solo tre unità furono consegnate durante la guerra, ma 155 unità fecero seguito a guerra finita, grazie agli aiuti del Piano Marshall americano. Nel 1986-1990, la maggior parte delle macchine è stata trasformata per servizi navetta e corrispondentemente dipinta in rosso e grigio. Il servizi regolare è cessato solo nel 2007 (foto).

 

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Vedi anche le locomotive trifasi.

 

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