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I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50

Carri merce.  I due carri, simili come impostazione, differiscono in alcuni dettagli tecnici, che si sono evoluti nella produzione CO.MO.G.E. Il carro più antico, a sinistra, oltre a respingenti un po' più tozzi, mostra un gancio manuale che riproduce il gancio reale, in modo semplificato ma anche assai evocativo. Il carro a destra, al pari di tutto il resto della mia collezione, utilizza un gancio a occhiello, di dimensioni più grandi ma dal funzionamento del tutto analogo ai ganci a occhiello che diventeranno di uso universale nei decenni seguenti.

Inoltre il carro di destra usa assi con ruote come siamo abituati a vederle, cioè con l'asse solidale alla ruota e tenuto fermo dalla boccola. Questa però, in pressofusione, non può contare per il montaggio sull'elasticità di un telaio in plastica o in lamierino (come nei modelli tradizionali Märklin), e utilizza quindi una minuscola vite tarabile, di cui si vede chiaramente l'intaglio, che blocca l'asse lasciandogli il giusto gioco. Inoltre il cerchione è realizzato in lamierino sagomato: una soluzione molto economica che poi cadrà in disuso. Nel carro più antico invece il cerchione è in metallo tornito, ma l'asse è solidale con la boccola, su cui è calettato, e la ruota gli gira attorno grazie a un cilindro cavo. Notiamo infine la raffinatezza delle scritte realizzate con decalcomania, che tra l'altro connotano inequivocabilmente l'origine italiana del modello.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carri merce.

 

Locomotiva 4000.  Il primo piano della locomotiva mostra la cabina di aspetto "tedesco" (ma con la curiosa decalcomania "FS"!), la scritta CO.MO.G.E ricavata nella fusione, la trasmissione a ingranaggi, la cura del biellismo, con l'incavo della biella motrice addirittura verniciato, il gancio a occhiello dal lato posteriore, accoppiato a una carrozza passeggeri.

Il dettaglio del carro con l'autovettura mostra il gancio manuale e soprattutto la raffinata decalcomania di fabbrica: la città di Milano fa probabilmente riferimento alla sede della ditta (per vari anni lo stabilimento fu a Bollate), mentre Como è forse menzionato per assonanza con la parte iniziale dell'acronimo.

I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Locomotiva 4000.

 

Treno passeggeri.  Ed ecco due delle tre carrozze passeggeri. Pur identiche per dimensioni, carrelli, telaio, tetto e testate, le tre carrozze usano tre stampi differenti per le fiancate: quella verde riproduce una carrozza a scompartimenti, con tutti i finestrini rettangolari; quella blu è invece una carrozza con letti: i finestrini hanno parzialmente la parte superiore piena, a simulare la riproduzione della grigliatura di aerazione tipica delle carrozze CIWL, e il finestrino della toilette è ovale. La terza carrozza, anch'essa blu, riproduce una vettura ristorante, e ha la finestratura più piccola della cucina a una estremità.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Treno passeggeri.

 

Carrozze passeggeri.  Le tre carrozze viste d'infilata mostrano i carrelli in fusione metallica, le ruote con i cerchioni in lamierino, un inserto di lamierino non verniciato che simula le apparecchiature del sottocassa e la decorazione ottenuta con decalcomanie, compresa la dicitura completa Compagnie Internationale des Wagons-Lits et des Grand Express Européens. I respingenti sono tutti molleggiati: una raffinatezza notevole, impossibile da apprezzare in foto. Vi è però un'altra singolare semplificazione produttiva: le due fiancate sono ricavate duplicando il medesimo stampo. Di conseguenza il finestrino ovale della toilette, anziché apparire a entrambe le estremità di un lato, appare sempre all'estremità destra di ambo i lati (e analogamente per i finestrini della cucina della vettura ristorante).
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carrozze passeggeri.

 

Carrozze passeggeri.  Il primo piano sulla carrozza a scompartimenti mostra le viti di taratura delle boccole, il gancio a occhiello in lamiera tranciata e la raffinata decorazione, con due filetti arancio e le due decalcomanie: il bel cartello di percorrenza Milano-Roma" e l'indicazione (con lettere di fantasia) delle nazioni in cui la carrozza è ammessa a circolare in base al regolamento RIC. L'incisione dei dettagli delle porte è più che accettabile per la tecnologia della fusione metallica dell'epoca.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carrozze passeggeri.

 

Carrozze passeggeri.  La carrozza letti mostra un'ultima sorpresa: l'illuminazione interna! Una lunga lampadina longitudinale è alimentata da due pulsanti molleggiati, striscianti sulle rotaie, uno per carrello. L'immagine mostra anche chiaramente la struttura costruttiva, simile a quella dei modelli attuali: cassa e telaio sono due differenti pezzi in fusione metallica, assemblati con viti. I carrelli portano il gancio a occhiello (rivettato per permettere una piccola rotazione) e sono collegati da una molla che aiuta a tenerli allineati (oggi questa molla è del tutto scomparsa). Il cellofan originale dei finestrini è andato perduto: nella carrozza letti era satinato, per diffondere meglio la luce interna (per lo stesso scopo il telaio appare dipinto di bianco), mentre nelle altre carrozze era trasparente.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carrozze passeggeri.

 

Carrozze passeggeri.  E oltre sessant'anni più tardi... la lampadina funziona ancora! Ecco l'effetto dell'illuminazione interna sulla carrozza letti. Ovviamente, dato che la carrozza monta ancora i pulsanti di presa corrente dalle rotaie, per accendere la luce su un binario Märklin ho realizzato un apposito collegamento volante a uno de pulsanti.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carrozze passeggeri.

 

I treni FAGE a scartamento 22 mm

Locomotiva.  Raccontare dei modelli CO.MO.G.E. mi ha fatto venir voglia di proseguire, così ho recuperato dall'armadio qualcosa di ancora più singolare: non più normale H0, ma un inconsueto scartamento di 22 mm, locomotiva in pressofusione di zama, carri merci con telaio in fusione e cassa in lamierino, binari in lamiera piegata. Sotto un carro avevo scritto una data del 2002, ovviamente l'anno in cui l'ho avuto in mano: penso l'avesse recuperato mio padre, non so proprio dove. La marcatura "FS Italia" sul carro non lascia dubbi sull'origine italiana, ma non è stato banale capire quale fosse la marca, mancando qualsiasi scritta.

Mi è venuta in aiuto una lettera dell'esperto modellista Pietro Merlo pubblicata sulla rivista iTreni: Si tratta di treni FAGE, Fabbrica Artigiana Giocattoli Elettrici, risalenti alla fine degli anni Quaranta.

Ulteriori informazioni: cuccioloazzurro.com e ferramatori.it.

I treni FAGE a scartamento 22 mm - Locomotiva.

 

Locomotiva.  Il confronto con una quasi coeva carrozza Märklin in lamierino - l'intramontabile articolo 4000 - dà un'idea delle dimensioni generose dei treni FAGE: la scala è identificata come S e lo scartamento, per l'esattezza, è di 22,5 mm. L'osservazione della cassa della locomotiva mostra anche un livello di conservazione più precario di quella CO.MO.G.E.: non siamo certamente alla disgregazione della zinkpest ma la fusione metallica mostra cretti, deformazioni e perdita degli strati superficiali.
I treni FAGE a scartamento 22 mm - Locomotiva.

 

Locomotiva.  Apriamo dunque la macchina e vediamo come è fatta dentro. Anche in questo caso si fa largo uso di viti (biellismo incluso) ma vi sono importanti differenze rispetto alla macchina CO.MO.G.E.: dal punto di vista strutturale, il telaio non è in metallo fresato ma in robusta lamiera tranciata; dal punto di vista del funzionamento, il motore non è a magnete permanente ma a bobina di campo, esattamente come i modelli Märklin. Questo significa che può essere alimentato anche a corrente alternata, ma che l'inversione di marcia non può essere ottenuta per semplice inversione di polarità: bisogna alimentare l'uno o l'altro degli avvolgimenti della bobina di campo. Come noto, nella tradizione Märklin questo è ottenuto con un relè azionato dalla sovratensione a 24 V: una tecnologia sicuramente troppo complessa per la FAGE, che ha scelto invece una semplice levetta di commutazione manuale (sporgente da una fessura della cassa, a modello montato). La levetta alimenta l'uno o l'altro dei due fili gialli, determinando il verso del campo magnetico dello statore e quindi la direzione di marcia.

La presa di corrente è affidata a rustici fili metallici striscianti sui cerchioni (soluzione che rimarrà comune negli anni a venire) e le spazzole non hanno il "tappo" ma sono tenute in posizione da mollette (anche questa è stata una soluzione del tutto abituale per Märklin, ma anche per Rivarossi). La plastica stampata è utilizzata soltanto per i centri ruota, mentre il disco (marrone) su cui sono montati i portaspazzole è un classico isolante elettrotecnico. Forse per eccessivo scrupolo nella circolazione in curva, le ruote dell'asse centrale sono sprovviste di bordino.

I treni FAGE a scartamento 22 mm - Locomotiva.

 

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