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Ladri di biciclette (1948)

Frame 16  Fallita la ricerca della bici rubata, Antonio e Bruno entrano in una trattoria a pranzare. L'inquadratura è tutta reale, nessuno sfondo trasparente! Siamo a Via di Ripetta e dall'interno della trattoria (forse la "Buca di Ripetta", all'epoca famosa) vediamo transitare sul Lungotevere un tram a due assi della linea 33 (certamente bidirezionale perché un capolinea era a binario tronco).
Ladri di biciclette (1948) - Frame 16

 

Frame 17  La seconda parte del film, abbandonata la periferia, si svolge nei quartieri più vecchi della città, anch'essi segnati dal degrado. E' qui che Antonio incontra fortuitamente il ladro ma, in mancanza di prove e testimoni, è costretto ad andarsene. E' il Vicolo della Campanella, verso Via del Governo Vecchio (Rione Ponte).
Ladri di biciclette (1948) - Frame 17

 

Frame 18  Tutta la ricerca della bici si svolge nella giornata di domenica: una città deserta continua a fare da sfondo. Angolo tra Lungotevere Flaminio e Via Pietro da Cortona. Il bifilare è del 138 (immagine di oggi: la strada è ugualmente larga, eppure le file di auto la fanno meno "aperta").
Ladri di biciclette (1948) - Frame 18

 

Frame 19  Angolo tra Via Pietro da Cortona e Via Flaminia, percorsa da un tram della linea 1 (P.le Flaminio - Ponte Milvio).
Ladri di biciclette (1948) - Frame 19

 

Frame 20  La vettura 581 in servizio sul 2/3. Antonio, per disperazione, ha provato a rubare egli stesso una bici, ma viene subito raggiunto dalla folla (nella scena finale il proprietario della bici, rendendosi conto di avere di fronte un poveraccio, sceglierà di non sporgere denuncia). Tutte le scene finali sono girate attorno allo Stadio Flaminio, dove all'epoca si giocavano le partite di campionato. Qui siamo in Via Flaminia presso lo Stadio. L'immagine documenta il breve periodo (1948-1951) in cui alcune linee tramviarie avevano uno strano numero "frazionario"; in realtà la "2/3" non era che l'unione delle precedenti linee 2 e 3 (poi rinumerata 2 nel 1951). Particolare curioso: ancora oggi qui passa uno dei pochi tram romani (P.le Flaminio - Piazza Mancini) che dopo varie vicende... è stato rinumerato 2!
Ladri di biciclette (1948) - Frame 20

 

I soliti ignoti (1958)

Frame 1  La scena iniziale del tentativo di furto della Fiat 1400, con Capannelle (Carlo Pisacane) che corre ad avvertire lo scassinatore Cosimo (Memmo Carotenuto) dell'arrivo delle madame, la pattuglia della Polizia.
I soliti ignoti (1958) - Frame 1

 

Frame 2  Capannelle cerca Mario in un quartiere di edilizia popolare, in una località non facilmente individuabile: una delle tante borgate nate a cavallo della guerra.
I soliti ignoti (1958) - Frame 2

 

Frame 3  Peppe (Vittorio Gassman) e Cosimo (Memmo Carotenuto) al Commissariato. Siamo in Via Nazionale, in un locale realmente e tuttora esistente - una sala con grandi vetrate - al di sopra del cinema Quirinale, oggi purtroppo chiuso. Naturalmente non c'è mai stato un commissariato. Dietro la testa di Gassman c'è il Palazzo delle Esposizioni. Lo sfondo, del tutto reale (niente retroproiezione!) è il traffico urbano dell’epoca con i bellissimi filobus a tre assi (linee 62, 64, 70, ecc.). Il commissario è l'attore Mario Feliciani.
I soliti ignoti (1958) - Frame 3

 

Frame 4  Mario (Renato Salvatori) va a cercare Capannelle. Sicuramente siamo nella periferia est lungo la Roma-Tivoli-Pescara, unica linea elettrificata a binario unico all'epoca in partenza da Roma, e probabilmente in prossimità della stazione di Roma Prenestina. All'epoca era un'area con diverse "baraccopoli". Si notano i pali a traliccio e molto ravvicinati, risalenti alla elettrificazione trifase a frequenza industriale degli anni '30. Oggi la zona è completamente cambiata dopo la costruzione della linea AV Roma-Napoli.
I soliti ignoti (1958) - Frame 4

 

Frame 5  Una 880 con due centoporte. E' probabile che il treno a vapore sia una finzione cinematografica per dare colore all'ambiente (la sequenza continua con una vera invasione di fumo) e sottolineare la povertà e il degrado dell’ambiente. La Roma-Tivoli-Pescara era infatti tutta a trazione elettrica. Simili composizioni erano tuttavia usate realmente all'epoca per gli accelerati "leggeri" della Roma-Velletri-Terracina.
I soliti ignoti (1958) - Frame 5

 

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