Foto 6-15/15  ^ Indice ^      (foto singola)

Proiettore Bral 8 mm

Lampada.  Smontando il coperchio anteriore, appare la semplice lampadina a baionetta - tensione 6 V, potenza 10 W - la cui limitata potenza luminosa, peraltro comune a tutti i modelli giocattolo di quell'epoca, condiziona significativamente le prestazioni del proiettore. I tre guidapellicola sono semplici perni fissi. In un modello più evoluto, al loro posto ci sarebbero almeno due ingranaggi rotanti, uno sopra e uno sotto la griffa, che, trascinando le perforazioni, assicurano il movimento di traslazione a velocità costante della pellicola.

Abbiamo detto che in questo modello molto economico sono più le cose che mancano che quelle che ci sono: ci accorgiamo qui che manca anche l'otturatore rotante a pale, cioè il meccanismo che impedisce alla luce della lampada di essere proiettata, nel momento in cui la griffa fa avanzare il fotogramma, e illumina invece il fotogramma nell'istante in cui esso è fermo dietro al quadro. Senza otturatore, l'occhio percepirà inevitabilmente un'immagine meno stabile, perché il movimento della pellicola avviene anch'esso sotto il fascio di luce della lampada.

Vediamo infine il perno del motore con l'ingranaggio che trasmette il movimento alla griffa (cfr. foto successiva). Il motore è sul retro, e, coassiale con lo stesso, si vede la ventola a pale, anch'essa in plastica, che si occupa del raffreddamento (sia della lampada, sia del motore).

Proiettore Bral 8 mm - Lampada.

 

Guidapellicola, griffa e trasmissione.  Vediamo ora il blocco anteriore, cioè quello che era stato asportato nella foto precedente. Guardandolo dal davanti (riquadro di destra) osserviamo il pressore guidapellicola, costituito da due parti di lamiera tranciata e sagomata, tenute serrate da una molla (di cui si vede il perno-guida di color ottone), in mezzo alle quali viene infilata lateralmente a mano la pellicola, che poi scorre dall'alto verso il basso. La finestra superiore è il "quadro", cioè il canale attraverso il quale la luce illumina il fotogramma (su cui appare il numero 5 allo specchio, perché stiamo guardando dal davanti). Il movimento della pellicola è assicurato dalla griffa, ovvero il dentino metallico che appare nella finestra inferiore e che ha il compito di trascinare "a scatti" la pellicola stessa, attraverso le perforazioni. Il movimento a scatti, che lascia fermo il fotogramma in proiezione per 18 volte ogni secondo, è quello che genera nell'occhio la percezione del movimento continuo, grazie al noto fenomeno della persistenza dell'immagine sulla retina.

In un proiettore più evoluto, a caricamento automatico, la pellicola verrebbe guidata nel pressore grazie agli ingranaggi di trascinamento di cui abbiamo detto prima. Gli stessi ingranaggi assicurerebbero il movimento continuo della pellicola, a monte e a valle del movimento a scatti della griffa (due "riccioli" di pellicola, sopra e sotto il pressore, creano in tal caso il gioco necessario per passare dal movimento continuo a quello a scatti). In assenza degli ingranaggi di trascinamento, la pellicola si muove esclusivamente a scatti, fino alla bobina ricevitrice.

Nel riquadro di destra vediamo i numerosi ingranaggi della trasmissione, che realizzano una forte demoltiplicazione del movimento, in quanto un motore elettrico di norma ruota a ben più di 18 giri al secondo. Sul lato posteriore (non visibile) dell'ultimo ingranaggio, un meccanismo ad eccentrico trasforma la rotazione nel moto alternativo su-giù della griffa. Infine l'obiettivo è costituito da due parti: la lente posteriore (tra lampada e pellicola), che concentra la luce nel quadro, e l'obiettivo vero e proprio (davanti alla pellicola, qui mostrato smontato nel riquadro piccolo), che dichiara una focale di 20 mm e un diaframma di 1,9. L'obiettivo si infila a pressione nel canale mostrato nella foto precedente. La messa a fuoco si ottiene anch'essa molto alla buona, spostando a mano l'obiettivo avanti o indietro nel canale.

Proiettore Bral 8 mm - Guidapellicola, griffa e trasmissione.

 

Motore (assemblato).  Rimuoviamo ora anche il coperchio posteriore e guardiamo il motore, che riserva una notevole sorpresa. Il primo oggetto che salta all'occhio è visibilmente un trasformatore, con il suo avvolgimento (ricoperto di carta grigio scuro) e il pacco di lamierini (verniciati di verde). Nel trasformatore entrano i cavi blu a 220 V (uno dei due cavi passa dall'interruttore, in basso a destra) ed esce il cavo giallo a 6 V che alimenta la lampadina (l'altro polo è portato dalla struttura metallica del portalampada). Ma notiamo che quello che abbiamo chiamato trasformatore è inequivocabilmente anche il motore! Il suo rotore è infatti libero di ruotare in una cavità ricavata nel pacco di lamierini. Si tratta di un motore molto peculiare, che esamineremo disassemblandolo nella prossima foto.

Osserviamo intanto che il portalampada può essere regolato su due assi con due viti di taratura: infatti se la lampada non è perfettamente allineata con il quadro, la proiezione sullo schermo avrà una luminosità disomogenea. Infine lo scopo del motore non è solo muovere la griffa, ma anche far ruotare la bobina ricevente, in modo da assicurare l'avvolgimento della pellicola sulla bobina stessa. Questo è ottenuto con una cinghia di trasmissione metallica realizzata con una molla a spirale. Notiamo che se si fosse utilizzata una cinghia in gomma, dopo 50 anni sarebbe stata senz'altro distrutta, mentre la cinghia metallica è ancora come nuova. La bobina non deve ruotare a velocità costante, perché ovviamente rallenta man mano che si riempie (a pari velocità lineare della pellicola). Questo è ottenuto per semplice frizione della cinghia sul perno della bobina.

Proiettore Bral 8 mm - Motore (assemblato).

 

Motore (componenti).  Allentando le viti del supporto del motore, lo si può scomporre in tutte le sue parti. Si tratta di un motore asincrono monofase, che utilizza un rotore "a gabbia di scoiattolo" (cioè privo di spazzole e anche di spire avvolte, permanentemente chiuso in corto circuito su se stesso). Chi è pratico della tradizionale trazione ferroviaria trifase sa che i motori asincroni erano proprio quelli tipici delle locomotive trifasi, anche se storicamente non si è fatto uso dei rotori a gabbia di scoiattolo (con la sola eccezione delle due locomotive del Sempione 366-367), perché non permettevano l'uso del reostato, indispensabile per l'avviamento della locomotiva. Tuttavia con la normale alimentazione monofase a 220 V delle nostre case, non è possibile far funzionare un motore asincrono, perché gli mancherebbe il campo rotante generato proprio dalla corrente trifase.

Esistono due "stratagemmi" per ottenere un campo rotante e quindi far girare un motore asincrono con la normale corrente domestica. Il primo è quello di utilizzare un condensatore per generare una corrente sfasata rispetto a quella di partenza: è il sistema utilizzato dal mio proiettore Silma. L'altro stratagemma è quello del cosiddetto motore asincrono a poli schermati, che è proprio quello che abbiamo davanti. La chiave del trucco sono quelle due coppie di spire che passano "in diagonale" nello statore: si tratta di spire di rame, chiuse in corto circuito, in cui le correnti indotte creano un flusso sfasato rispetto a quello principale (prodotto dal primario del trasformatore) sufficiente a generare un campo rotante paragonabile a quello ottenuto con una vera alimentazione trifase, e quindi a mettere in rotazione il motore (più info).

Proiettore Bral 8 mm - Motore (componenti).

 

In funzione.  Gli ingranaggi della trasmissione erano stati lubrificati con un grasso che con il tempo si è cementato e che è particolarmente difficile da rimuovere (al pari di alcuni modelli Rivarossi ben più recenti...), quindi il motore non riesce più a trascinarli. Rimuovendo però la trasmissione, il motore gira ancora perfettamente e la lampada si accende. Mi piaceva dunque ricreare l'atmosfera a luce soffusa, tipica della proiezione, in questi due scatti. Naturalmente non ci si devono aspettare miracoli da un proiettore di questa classe molto economica: l'immagine proiettata è inevitabilmente piccola, con dominante gialla e poco luminosa (i 10 W della lampada ad incandescenza non possono certo competere contro i 100 W alogeni di un proiettore, sempre casalingo, ma di fascia alta).

In quanto al particolare tipo di motore, si legge in letteratura che ha prestazioni modeste e un rendimento decisamente basso; tuttavia nel nostro giocattolo sembra rispondere bene allo scopo, oltre a garantire automaticamente la marcia a velocità costante (che nei motori asincroni sappiamo essere legata solo alla frequenza). Probabilmente in anni seguenti, con la diffusione di motori a corrente continua molto economici, la scelta costruttiva sarebbe stata differente, ma non posso che apprezzare una soluzione tanto ingegnosa da realizzare in un unico corpo sia il trasformatore, sia il motore, facendo loro condividere l'avvolgimento primario!

Proiettore Bral 8 mm - In funzione.

 

Manuale e pubblicità

Manuale d'uso.   Apri documento PDF

La confezione era infine completa anche del semplice manuale d'uso (un foglio fronte retro, poco più grande di un A4).

Manuale e pubblicità - Manuale d'uso.

 

Pubblicità Bral (Almanacco Topolino 1974). La Bral ha frequentato molto le pagine di Topolino con varie pubblicità che magnificavano i propri prodotti. Nel 1974, un proiettore estremamente simile a quello che abbiamo analizzato (si notano solo due manopole in più, in basso) viene presentato in ben quattro versioni: 8 mm, Super 8, bipasso (cioè sia 8, sia Super 8) e infine Super 8 sonoro. Da foto reperite su ebay, la versione Super 8 era del tutto identica a quella 8 mm: differiva solo per il perno delle bobine di diametro maggiore e per il quadro di dimensione adeguata al fotogramma Super 8 (più ampio). La versione bipasso probabilmente aveva la possibilità di passare con una leva da un quadro all'altro (non essendoci altri denti che ingranassero nelle perforazioni, oltre alla griffa, il loro diverso passo non era un problema).

La versione sonora doveva essere necessariamente un po' più complessa: probabilmente la pellicola veniva inserita in un successivo canale, posto tra il quadro e la bobina ricevente, dove era collocata la testina magnetica di lettura, ma di sicuro doveva esserci anche qualcosa che ne garantisse la traslazione a velocità costante, e non a scatti.

Manuale e pubblicità - Pubblicità Bral

 

Pubblicità Bral (Topolino 1975). Questo modello del 1975 è decisamente più evoluto: ammette anche le bobine da 120 m, è bipasso (si nota la leva per il cambio di formato), ha anche la marcia indietro (commutatore principale ruotato verso sinistra) e il caricamento automatico: al pari dei modelli di fascia superiore, è sufficiente introdurre la pellicola all'inizio del canale e questa viene guidata fino alla bobina ricevente. La pubblicità non specifica però la potenza della lampada, che è un dato essenziale per la qualità della proiezione.
Manuale e pubblicità - Pubblicità Bral

 

Pubblicità Gioca (Almanacco Topolino 1974). Negli anni '70 la Gioca era una diretta concorrente della Bral, e questo modello Super 8 sonoro era sicuramente tra gli articoli di punta. A parte le bobine limitate a 60 m e l'assenza del formato 8 mm, presenta le stesse caratteristiche del Bral appena visto, con in più il sonoro.

Peraltro va detto che a fine anni '70, prima di acquistare il proiettore Eumig (di fascia alta), avevo provato a farmi regalare un modello Gioca, in versione muta ma per il resto simile a questo, in modo da poter accedere anche al formato Super 8. Ebbene, abituato alla qualità del Silma 8 mm, ero rimasto inevitabilmente deluso da un prodotto assai più "giocattolo", con una resa dell'immagine nettamente inferiore.

Manuale e pubblicità - Pubblicità Gioca

 

Pubblicità Bral.  
Manuale e pubblicità - Pubblicità Bral.

 

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