Foto 1-8/8  ^ Indice ^      (foto singola)

Cine Kodak Medallion 8

Cine Kodak Medallion 8.  Si tratta di una cinepresa 8 mm, che le informazioni disponibili sul web collocano negli anni 1956-58, con produzione a Rochester, sede della Kodak americana. Ho trovato questo esemplare al solito mercatino di Albenga, nell'estate 2010: senza bisogno di acquistarlo, il proprietario ha acconsentito a che ne facessi alcune foto. La cinepresa non si discosta per struttura e funzionamento da tanti analoghi modelli degli anni '50: focale fissa, mirino galileiano, messa a fuoco e diaframma manuali. Ha tuttavia una notevole singolarità in quell'oggetto nero ritratto in basso: niente meno che un (per me inedito) caricatore "doppio 8", che esamineremo a breve.
Cine Kodak Medallion 8 - Cine Kodak Medallion 8.

 

Cine Kodak Medallion 8, lato destro.  Come pressoché tutte le cineprese 8 mm del tempo, anche questa si carica a molla con l'apposita leva. L'obiettivo a focale fissa 13 mm f/1.9 è un pezzo a sé stante, avvitato al corpo della cinepresa, e include le due regolazioni: messa a fuoco e diaframma. Quanto fosse complicato azzeccare l'esatta messa a fuoco, fino alla distanza minima di appena 30 cm, senza alcun telemetro di ausilio, è facile da immaginare. Va però detto che, luce permettendo, il piccolo formato e la focale corta favorivano un'elevata profondità di campo chiudendo un po' il diaframma (anch'esso beninteso da regolare appoggiandosi a un esposimetro esterno, oppure una delle consuete tabelline).

L'obiettivo poteva essere sostituito, anche con "torrette" rotanti da tre obiettivi di focale differente: il selettore in alto permetteva di regolare la focale da 6,5 a 38 mm. Il suo scopo tuttavia era semplicemente quello di spostare una qualche cornice mobile nel mirino galileiano per delimitare (approssimativamente!) l'area inquadrata.

Cine Kodak Medallion 8 - Cine Kodak Medallion 8, lato destro.

 

Cine Kodak Medallion 8, vano pellicola.  Ed ecco la sorpresa: anziché le due classiche bobine 8 mm, questa cinepresa ospitava un inedito caricatore a tenuta di luce. Mentre la cinepresa Agfa Movex 8, pressoché contemporanea, aveva un altrettanto inedito caricatore 8 mm singolo, la Medallion, nonostante il caricatore, conferma la caratteristica fondamentale del doppio 8, e cioè l'uso di pellicola 16 mm, da "girare" dopo aver esposto il primo lato. Con la differenza che qui sia caricarla sia girarla era davvero un gioco da ragazzi, senza il problema di far prendere luce alla pellicola, come poi diventerà la norma con il caricatore Super 8 del 1964. A differenza di quest'ultimo, il doppio 8 ha naturalmente bisogno di due finestrelle di esposizione, una per ciascun lato. E le due bobine, debitrice e ricevente, sono qui montate affiancate, non coassiali come saranno poi nel Super 8.
Cine Kodak Medallion 8 - Cine Kodak Medallion 8, vano pellicola.

 

Cine Kodak Medallion 8, caricatore.  Il primo piano del caricatore mostra la struttura in lamierino sagomato (come quello della Agfa Movex) con le istruzioni per esporre prima un lato e poi l'altro. 25 feet corrispondono ai canonici 7,5 m di ciascun lato e il disco giallo graduato faceva sicuramente da contametri, anche se non ricordo in che modo. E' ragionevole pensare che questo caricatore non si sia imposto sul mercato a motivo della sua complessità realizzativa, che verosimilmente si traduceva in un forte aggravio di costo. E appena 6 anni più tardi, l'arrivo del Super 8 "congelerà" di fatto la tecnologia dell'8 mm - nella sua versione classica a bobine - che poi resterà comunque disponibile sul mercato con relativa facilità fino ai primi anni '90.
Cine Kodak Medallion 8 - Cine Kodak Medallion 8, caricatore.

 

Volantino pubblicitario.  Questa pubblicità, trovata sul web e datata 1957, enfatizza giustamente la facilità di caricamento: "Loads in 3 seconds - Pop in the pre-threaded magazine". Il modello pubblicizzato differisce dalle mie foto, in quanto ha un obiettivo più semplice, a fuoco fisso. Inoltre nel riquadro viene mostrata la versione a torretta con tre obiettivi. Sul fianco della camera c'è uno dei tanti diagrammi di ausilio all'esposizione in base alle condizioni di luce. Il prezzo era senza dubbio una nota dolente di questi apparecchi - non solo il Medallion - che li relegava a un'utenza d'elite: sempre dal web leggo che il 28 novembre 1955 la pubblicità sul celebre Life riportava un prezzo di $144.50, pari a 1145 in dollari del 2009!
Cine Kodak Medallion 8 - Volantino pubblicitario.

 

Esposimeto Bewi Amateur

Bewi Amateur.  Fin tanto che le cineprese (e anche le normali fotocamere) non erano dotate di esposimetro interno, chi non si voleva affidare a tabelline dall'interpretazione sempre dubbia, trovava nell'esposimetro esterno un fido compagno. Dalla collezione di Claudio Vianini arriva questo Bewi Amateur, di dimensioni molto ridotte, ancora nella scatola originale e perfettamente conservato. Dal web si apprende che Bewi è la contrazione di Bertram Wilhelm, uno dei fratelli titolari dell'azienda tedesca Bertram. Un modello Amateur marcato Bertram, di colore nero, è datato 1952 (e costava 14,95 dollari del tempo); questo esemplare, in un più elegante rosso e oro, è comunque databile tra il 1950 e il 1955.
Esposimeto Bewi Amateur - Bewi Amateur.

 

Bewi Amateur.  Gli esposimetri della generazione successiva, intorno agli anni '60, erano dotati di un doppio indice: l'ago mobile collegato con il sensore al selenio sensibile alla luce, e un controindice. L'utente doveva far collimare quest'ultimo all'ago, girando una rotella, e poteva quindi leggere la combinazione di tempo e diaframma da utilizzare.

Nel caso di questo Bewi siamo in una situazione più primordiale: manca il controindice e c'è solo l'ago mobile. Di conseguenza il fotografo deve dapprima ruotare il pomello dorato (ghiera della sensibilità) in modo da scoprire il valore corretto della sensibilità della pellicola che sta utilizzando (25 Asa nell'esempio); poi deve leggere il numero dove si è posizionato l'ago rosso (12) e infine deve ruotare la ghiera esterna (ghiera dell'esposizione, che sporge appena dal corpo dell'esposimetro) fin tanto che nella finestrella nera appare lo stesso numero (12). Dato che anche la ghiera bianca (tempi) ruota solidale al numero nero - mentre quella dorata dei diaframmi è fissa - a questo punto si può scegliere la coppia tempo-diaframma che si desidera, per esempio 1/250 con f/5.6 oppure 1/500 con f/4 o qualunque altra coppia.

Non è chiaro il significato della finestrella a destra; i numeri rossi che vi compaiono (13 nell'esempio) sono solidali alla ghiera dell'esposizione e quindi anche ai tempi. Dal momento che questi numeri coincidono con quelli neri (cioè il nostro 12) se gli Asa sono 12, la spiegazione che mi sono dato è che si tratti di una "scorciatoia" se si usa una pellicola da 12 Asa, probabilmente al tempo la più diffusa: in questo caso non serve ricordarsi di regolare la ghiera delle sensibilità, e basta ruotare solo la ghiera dell'esposizione facendo apparire nella finestra di destra il numero indicato dall'ago.

Esposimeto Bewi Amateur - Bewi Amateur.

 

Bewi Amateur.  La vista dal lato frontale mostra il vetrino traslucido oltre il quale stanno le celle al selenio, fotosensibili alla luce senza bisogno di batteria. Il tutto può essere chiuso da uno sportello ribaltabile in lamierino.

La losanga rossa che appare tra i tempi 25 e 50 dovrebbe essere il riferimento cine, ovvero il tempo, circa 1/30, da considerare se si usa una cinepresa, alla velocità standard di 16 o 18 fotogrammi al secondo. La scala degli Asa (gli attuali Iso delle fotocamere digitali) è abbinata a quella dei Din e dell'European Scheiner, due altre unità di misura dimenticate ormai da tempo. I 2 e 4 minuti che compaiono sulla scala dei tempi corrispondono ovviamente all'estremo opposto della ghiera. Si noti che l'ago si muove su una scala non lineare, dovuta alla risposta appunto non lineare della cella al selenio. Questo complicava l'esecuzione materiale del controindice, nei modelli più evoluti, dato che anche quest'ultimo avrebbe dovuto muoversi in modo non lineare, mentre ovviamente le scale di tempi e diaframmi sono uniformemente spaziate, secondo la nota regola per cui ogni valore dimezza o raddoppia la luce rispetto a quello contiguo.

Esposimeto Bewi Amateur - Bewi Amateur.

 

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